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I racconti del commissario – Il giro del Mondo in Ducati (2a Puntata)

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Collezione Claudio Fargione

 

Due moto per due amici

Lunedì 30 settembre 1957 iniziò ufficialmente il viaggio dei due venticinquenni bolognesi in sella alle Ducati 175. Il percorso, ben sessantamila chilometri da coprire in un anno, era figlio di una preparazione lunga sei mesi. Erano gli anni della “guerra fredda” e non era possibile entrare nei paesi del blocco comunista, Cina compresa, senza contare i conflitti in atto in diverse altre zone. L’itinerario prevedeva di raggiungere Trieste, quindi Belgrado, Salonicco, Istanbul, Teheran, Karachi, Bombay, Delhi, e Giacarta. Dopo un trasferimento su nave i due sarebbero sbarcati sul Borneo per trasferirsi in Nuova Guinea ed attraversare l’intera Australia da Darwin a Sidney. Passaggio in Nuova Zelanda, quindi una lunga traversata marittima li avrebbe portati in Venezuela per visitare Colombia, Equador, Cile, Argentina, Uruguay e Brasile. Dopo un altro viaggio in transatlantico per giungere a Dakar, Poldino e Giorgio dovevano risalire fino a Gibilterra e quindi, percorrendo il litorale spagnolo e tagliando la Costa Azzurra, sarebbero rientrati a Bologna. Un viaggio senza precedenti, che ebbe un’enorme risonanza mediatica per la grande gioia di “mamma” Ducati.

Tra mille peripezie

«Prima di partire mi ero allenato un po’ sulle mie colline senza immaginare cosa avremmo affrontato. Siamo partiti con una cartina del mondo dove un dito copriva 3.000 chilometri». Le parole di Monetti racchiudono tutto lo spirito di avventura dei due amici, che si trovarono ad affrontare difficoltà tecniche e fisiche di ogni genere oltre a ben quattro rivoluzioni. In Siria riuscirono ad evitare i colpi dei guerriglieri armati perché riconosciuti come italiani, mentre al passaggio tra Iraq e Iran vennero rapinati da una banda di predoni. Se a Singapore furono alcuni cadetti della nave scuola Amerigo Vespucci attraccata in porto a salvarli in una rissa, in Indonesia lo scambio con i coloni olandesi appena cacciati costò loro tre giorni in carcere. A complicare la vita ai due coraggiosi centauri ci si mise anche la natura. Nel deserto australiano le temperature fino a 52° costringevano a difficili marce notturne tra rettili e terreni accidentati, mentre in Nuova Zelanda i due dovettero vedersela con freddo intenso e strade allagate. Nel Sudamerica l’aria rarefatta che bloccava la carburazione sugli oltre 5000 metri dei passi andini fu l’antipasto all’attraversamento di paludi infestate da caimani e le sanguisughe. Ma non esisteva avversità capace di fermare Poldino e Giorgio che, come richiesto dal direttore, tennero duro.

Un salto nella leggenda

Il 5 settembre 1958 le due Ducati 175 sopravvissute al viaggio fecero il loro trionfale ingresso a Bologna. Una vera folla festante accolse Tartarini e Monetti come eroi, così come era accaduto negli altri trentacinque paesi attraversati. L’entusiasmo della gente era cresciuto di pari passo all’eco mediatica dell’impresa. In un mondo ben lontano dall’era “social”, l’ancora giovane marchio Ducati era riuscito a farsi conoscere grazie all’intraprendenza dei due giovani emiliani. Che, una volta scesi dalla moto, avrebbero mostrato tutte le loro capacità anche nella vita. Solo un anno dopo Poldino avrebbe dato vita all’Italjet, casa motociclistica che sarebbe diventata un marchio di riferimento nel mondo degli scooter, accompagnandone le sorti fino alla scomparsa nel 2015. Giorgio invece diede sfogo alla sua grande passione per la meccanica collaborando con l’ingegner Taglioni, prima di diventare concessionario per Fiat, Lancia, Iveco e Nissan. Le vere protagoniste dell’impresa, cioè le Ducati 175, vennero donate ai rispettivi centauri una volta rientrati a casa. E i due le avrebbero conservate gelosamente fino ad ottenere la certificazione dell’Automotoclub Storico Italiano come esemplari unici. Era il 2020, ben sessantadue anni dopo il viaggio, e dopo un restauro conservativo le due moto portano ancora i segni delle mille peripezie vissute in un incredibile viaggio lungo sessantamila chilometri. Mantenendo intatto il fascino di capolavori della meccanica capaci di trasformare un’azienda in un mito globale grazie alla passione di due figli della Motor Valley.

Trailer di 1 MAPPA PER 2″ è un documentario sull’impresa di Tartarini e Monetti con le immagini girate dagli stessi protagonisti (Rodaggio Film su YouTube)

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