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Statistiche e curiosità: I 100 anni della 24 ore di Le Mans

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In occasione del centenario dell’evento più importante del Campionato del Mondo Endurance facciamo tappa a Le Mans, nel Nord Ovest della Francia, con lo Statistiche e Curiosità di questa settimana.

La nascita della leggenda: la prima edizione delle 24 Ore di Le Mans si tenne nel maggio del 1923 e dopo di allora si è sempre disputata annualmente in giugno a meno di poche eccezioni dovute a cause di forza maggiore o ad annullamenti quali quello del 1936 e alle nove edizioni che vanno dal 1940 al 1948 per gli effetti della Seconda Guerra Mondiale. La gara fu concepita come un modo per testare l’affidabilità delle auto e dimostrare la superiorità tecnologica delle case automobilistiche. La prima edizione fu organizzata dall’Automobile Club de l’Ouest (ACO) e vide la partecipazione di 33 equipaggi. La vittoria andò alla coppia franco-inglese formata da André Lagache e René Leonard, che coprirono una distanza di 2.209 miglia (3.566 km) a bordo di una Chenard et Walcker Sport, una delle case automobilistiche più antiche della storia, fondata a fine 800 e attiva fino al 1951 quando fu assorbita dalla Chuasson prima di essere venduta alla Peugeot.

Il circuito di Le Mans è noto per la sua lunghezza e complessità. La pista  combina tratti di strada pubblica e parti appositamente costruite, anche per motivi di sicurezza come il tratto delle Curve Porsche che andarono a sostituire la parte della Maison Blanche dove il circuito finiva per accarezzare gli edifici di li intorno. 13,626 chilometri di curve veloci, rettilinei mozzafiato e cambi di elevazione: il tracciato mette a dura prova piloti e autovetture. La velocità media di gara dell’ultimo decennio si attesta intorno ai 215 km/h, con l’equivalente di oltre 5000 km percorsi nelle 24 ore.

Come dicevamo punta diamante del Campionato del Mondo Endurance, la 24 ore di Le Mans è la gara più conosciuta e soprattutto più impegnativa della competizione sotto ogni punti di vista, tanto per i piloti quanto per le vetture che devono percorrere in un giorno l’equivalente di 5 mesi di guida di una persona nella media (che nell’arco di un anno percorre in media 11.0000 km): e pensare che fino al 1979 gli equipaggi erano ancora composti da soli due piloti rispetto ai tre attuali. Ogni squadra deve affrontare il continuo ciclo di guida, rifornimenti, cambi piloti e possibili riparazioni per un’intera giornata. Ciò richiede una pianificazione strategica impeccabile e un perfetto coordinamento tra i membri dell’equipaggio.

Essere i vincitori delle 24 Ore di Le Mans è considerato uno dei più grandi onori nel mondo delle corse automobilistiche e tra i team di maggior successo, spicca la casa automobilistica Porsche, con un totale di 19 vittorie assolute, seguita da Audi con 13 vittorie e Ferrari con 9. Il pilota con il maggior numero di vittorie complessive è Tom Kristensen, che ha conquistato il primo posto per ben nove volte.

L’ultimo membro di equipaggio italiano a vincere la competizione è stato invece Rinaldo Capello nel 2008 su Audi, mentre il più vincente è stato Emanuele Pirro che tra il 2000 e il 2007 è riuscito a conquistare 5 titoli, terzo nella classifica All Time con Bell e Biela, il secondo è stato compagno di squadra dell’italiano in tutti i 5 successi. A livello di Campionato Mondiale Endurance invece le scuderie italiane difendono ottimamente il tricolore in categoria LMGTE Pro in cui la Ferrari ha vinto 7 delle 10 edizioni fin qui disputate.

Tra i vincitori della 24 ore troviamo diversi volti noti della Formula 1, tra gli altri ricordiamo Michele Alboreto campione nel 1997, Pierluigi Martini, che vinse nel 1999 e Alonso vincente nel 2018 e nel 2019 con Buemi e Nakajima.

Nel 2010 è stato registrato il record assoluto di distanza percorsa con 397 giri e 5410 Km da parte dell’Audi R15 TDI mentre la velocità massima mai raggiunta appartiene al team WM Racing su Peugeot P88 che raggiunse i 405 Km/h nell’edizione del 1988, record sbloccato prima di finire la propria corsa per problemi al motore dopo appena 59 giri. La velocità segnalata originariamente fu di 407 km, poi rettificata dalla casa madre in concomitanza dell’uscita della Peugeot Stradale 405. Il maggior vantaggio del vincitore sul secondo è di 20 giri e risale al 1927, quello minore è di soli 20 metri e risale invece al 1966 quando le due Ford Shelby American MKII tagliarono il traguardo dopo 24 ore a pochi secondi l’una dall’altra. 

La gara è riservata a diverse categorie di automobili da corsa, come le Hypercar, le LMP2, le LMGTE Pro e le LMGTE Am. In questo 2023, dopo diversi anni di assenza Ferrari è tornata ad essere rappresentata anche in categoria Hypercar con la Ferrari 499P mentre la 488 GTE Evo sarà impegnata nella categoria LMGTE Am.

L’incidente del 1955: Una delle pagine più tristi della storia della 24 Ore di Le Mans è l’incidente avvenuto nel 1955, noto come l’incidente di Le Mans. Durante la gara, la vettura di Pierre Levegh prese il volo dopo uno scontro con la Austin-Healey di Lance Macklin che gli aveva occupato la traiettoria all’improvviso dopo aver sbandato a causa del taglio della strada da parte di un’altra vettura, schiantandosi nel pubblico e causando la morte di 83 spettatori e ferendo gravemente molti altri. Questo incidente ha portato a significativi cambiamenti nelle norme di sicurezza delle corse automobilistiche. All’indomani di quell’incidente si abolirono gran parte delle corse su strada in tutto il mondo. in Italia la celebre 1000 Miglia si salvò dalla cancellazione per la sua dimensione e popolarità salvo poi essere abolita due anni più tardi a seguito di un altro triste incidente quale la Tragedia di Guidizzolo.

 

 

 

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