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I trionfi della Virtus – seconda puntata – 1946: il primo scudetto

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Foto Virtuspedia


Il primo scudetto ha una storia singolare: i dirigenti della Virtus furono sospesi perché sospettati di vicinanza al fascismo e così l’inizio del campionato fu disputato da una squadra mista Virtus-Fortitudo, sotto il nome di Fortitudo Sisma. I dirigenti sono prosciolti a primavera, in tempo perché la squadra possa riprendere la denominazione Virtus e vincere a Reggio Emilia, il girone B della fase semifinale nord, battendo il Genoa 31 a 15, la Ginnastica Torino per 26 a 19 e il San Giusto Trieste per 31 a 25. Le finali sono a Viareggio più di tre mesi dopo e la Virtus ci arriva viaggiando su un camion con seggiole legate alla meno peggio ed è alloggiata in un albergo pieno di zanzare; le gare si disputano su un campo in terra battuta.

Il 26 luglio le V nere battono nettamente la Libertas Roma 53 a 35. Il giorno dopo la Reyer surclassa i romani. Il 28 luglio Bologna e Venezia si giocano il titolo. All’intervallo 16 a 17, tutto da decidere. Nel secondo tempo Bologna ha più energia, e vince 31 a 35, È il primo titolo italiano, vinto il 28 luglio 1946 e si festeggia con un tuffo nel Tirreno. I campioni hanno nomi leggendari: Vannini e Marinelli, venti stagioni (contando anche quelle di sole amichevoli) con le V nere, quattro scudetti a testa; poi Rapini, cinque titoli con la Virtus; Dondi Dall’Orologio, presente solo nelle due gare finali, per il quale il titolo di Viareggio rappresenta la fine della carriera da giocatore, ma sarà una bandiera bianconera anche come allenatore e dirigente; Gianfranco Bersani, quattro scudetti, scomparso a soli 46 anni; Calza, che chiude la sua esperienza virtussina vincendo il tricolore; Cherubini e Girotti, che vinceranno anche il secondo titolo; Faccioli, impiegato solo nelle tre gare di Reggio Emilia, che conclude la sua carriera in Virtus con lo scudetto. Accompagnatore cambista è Foschi, una vita nella Virtus, in seguito anche come dirigente.

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