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Pajola: «Le voci di mercato? Ci rido su. Scudetto sudato, sentivamo il dovere di vincere»

Un estratto dell’intervista rilasciata dal numero 6 bianconero sulle colonne di Sportweek

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Pajola Virtus Bologna Brescia
Alessandro Pajola (©Virtus Pallacanestro)

Protagonista e bandiera del dicissettesimo scudetto della Virtus Bologna, Alessandro Pajola è stato intervistato da Fabrizio Salvio su “Sportweek”. Il numero 6 bianconero ha parlato delle differenze tra lo scudetto del 2021 e quello conquistato quest’anno, ha commentato il suo rapporto con Ivanovic e il mercato, passando anche per le riflessioni e i desideri sul futuro.

Un estrato dell’intervista ad Alessandro Pajola

«Il primo scudetto è stato bellissimo perché inaspettato. Erano i miei primi playoff, e la Virtus era da un po’ che non vi partecipava. Ci arrivammo da sfavoriti, da terzi in regular season, vincemmo senza mai perdere una partita. Questo è stato molto sudato. Venivamo da 3 anni di sconfitte in finale, quindi lo abbiamo festeggiato ancor più dell’altro. Stavolta partivamo favoriti, quindi sentivamo il dovere di arrivare ancora una volta in fondo e però, stavolta, vincere. Esserci riusciti ci ha fatto sentire questo scudetto ancora più nostro. È stato un percorso lungo, una stagione di alti e bassi, e davvero tutti hanno messo il loro mattoncino per il successo finale. Nelle difficoltà ci siamo guardati in faccia e abbiamo remato tutti nella stessa direzione». 

Su Ivanovic: 

«Un condottiero. È molto esperto, da giocatore ha visto tanto basket ad alto livello, conosce questo mondo come le sue tasche… Lo definirei appunto un condottiero, per giunta navigato, uno che sa come comportarsi quando c’è la tempesta. Lo ha dimostrato tra marzo e aprile, quando abbiamo attraversato un periodo molto buio e lui è riuscito a risollevarci prendendo il buono di quei due mesi. La sua filosofia è combattere e crederci, fight and believe, ci ripete. Con uno così sei avvantaggiato».

Le voci che avrebbero voluto Pajola lontano dalla Virtus Bologna:

«Le “voci” me le girano i miei amici: io resto fuori da queste cose, non voglio entrarci. Se ne occupano i miei procuratori, e loro non mi hanno detto niente, almeno finora, perciò ci rido su. La mia filosofia è vivere alla giornata, pensando al presente. Ho un contratto che mi lega alla Virtus fino al prossimo anno, non ho nessuna fretta di trovare qualcosa».

Akele e Pajola in Azzurro (crediti Italbasket)

Akele e Pajola in Azzurro (©Italbasket)

Un pensiero sulla NBA:

«Insomma, siamo giocatori di basket, siamo professionisti e a me quello che interessa è giocare e divertirmi. È chiaro che uno può anche vederla come un’esperienza di vita, quindi, anche solo da quel punto di vista, potrebbe venirne fuori qualcosa di positivo. E comunque, quando prendi quel tipo di treno, nessuno ti dice mai se giocherai 5, 20 o 30 minuti, o neanche metterai piede in campo. A volte si dicono bugie, altre la verità: sta a te crederci oppure no. L’Nba è un sogno e lo dice uno che non l’ha mai sognata chissà quanto. Arrivarci, però, sarebbe qualcosa di veramente… posso dire “epico”. “Quindi andrei là pensando: “Ok, adesso sta tutto nelle mie mani, devo giocarmi le mie possibilità, farmi il mazzo, lavorare per dimostrare che posso appartenere anche a questo livello qua».

Difensori e attaccanti:

«Da bambino giocavo a calcio con gli amici e ogni volta il dilemma era su chi dovesse stare in porta. Nessuno voleva andarci tranne me. Io mi divertivo proprio, mi piaceva evitare i gol, bloccare il pallone sulla linea mentre l’attaccante già esultava. Difendere è una vocazione che forse rispecchia il mio carattere: sono un generoso, mi piace mettermi a disposizione degli altri, aiutare, sacrificarmi per il bene del gruppo».

I tre desideri per il futuro:

«La salute prima di tutto, mia e delle persone a cui voglio bene. Poi una vittoria con la maglia azzurra, una medaglia di qualsiasi colore in qualsiasi torneo. Infine, un’altra Olimpiade. L’ho vissuta col Covid, mi piacerebbe tornarci senza. La sola partecipazione ai Giochi, anche senza medaglia, sarebbe una cosa fantastica».

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