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Verso Women’s Eurobasket, Andrè: «Il Paladozza è da pelle d’oca»

Tutte le emozioni di Olbis Andrè, pivot della Nazionale azzurra di basket, alla viglia dell’Europeo al Paladozza nella “sua” Bologna

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Olbis Andrè crediti FIP
Olbis Andrè in Azzurro (©FIP)

Un Europeo in casa. No, non si tratta di “casa” intesa come Italia, o meglio, non “solo”. Per Italbasket e soprattutto per Olbis Andrè, lunga dell’Italbasket, inizia il conto alla rovescia per una rassegna continentale dal sapore dolcissimo: nella sua Bologna, le sue torri, insomma, casa. Un’Azzurra speciale, che ha avuto la fortuna di giocare per la propria città tra le esperienze giovanili tra Polisportiva Pontevecchio e Fortitudo Rosa, prima del biennio in casa Virtus. Con sommo piacere e un pizzico d’emozione, vi proponiamo la nostra intervista a Olbis, un’atleta che si appresta a vivere il sogno di ogni sportivo: rappresentare la sua nazione in casa propria. A BasketCity. O, meglio ancora, nella sua bella Bologna.

L’intervista a Olbis Andrè: Bologna, casa

Olbis, un Europeo in casa, nella tua Bologna. Come ci si sente?

«Sono molto contenta: vestire la maglia della nazionale è sempre bello, ma farlo in casa propria è veramente fantastico. Rappresentare la Nazionale agli Europei nella tua città è davvero una grande emozione. Mio padre mi segue ovunque, mentre mia mamma e i miei fratelli fanno di solito più fatica: giocare a Bologna vuol dire che potranno esserci anche loro, così come i miei amici. Il Paladozza lo conosco bene, quando ero in Fortitudo Rosa ci allenavamo lì, poi a distanza anni ci ho giocato le finali scudetto. Tornare sul parquet di un campo che ha fatto la storia del basket è bellissimo, speriamo di riuscire a riempirlo».

A Bologna hai vissuto due fasi: una da giovanissima, l’altra da donna.

«Ho iniziato casualmente con Maurice Masetti, che mi ha convinto a iniziare, anche se un po’ tardi. Di quel periodo porto con me i legami costruiti con compagni e allenatori, con alcuni ci sentiamo ancora. Da bambina giocavo perché mi divertivo, andavo a scuola e mi allenavo. In Virtus ho vissuto diversamente, sia per la storia del club, ma anche perché giocare per la mia città mi ha permesso di stare con la famiglia e trovare momenti che a Battipaglia o Schio non potevo avere. Ho riapprezzato la città, le amiche, il fatto di andare in università e poi ad allenamento, a 10 minuti di macchina. I due anni in bianconero mi hanno fatto maturare grande consapevolezza: a Schio avevo raggiunto una confort zone, la Virtus per me è stata una sfida. Sapevo quello che stavo lasciando ma non quello che avrei trovato, volendo raggiungere maggiore autonomia. É andata bene».

La Nazionale

Venite da diverse amichevoli tra Belgio e Spagna, andrete a breve a Brno, prima dell’amichevole col Montenegro a Bologna il 13. 

«In Belgio la prima partita è andata così così, la seconda un po’ meglio. Nel ciclo di amichevoli in Spagna in realtà non ho giocato: abbiamo vinto contro la Grecia e perso contro le padrone di casa. In ogni caso, nelle prime partite venivamo da una sola settimana di lavoro… Stiamo prendendo il ritmo, aggiungendo sempre qualcosa per farci trovare pronte all’Europeo».

In Belgio è arrivata una bella tegola, l’infortunio che ha fatto messo fuori dai giochi Matilde Villa. 

«Sì, è dispiaciuto davvero a tutte, sia per lei personalmente che per l’economia della squadra. Matilde è una giocatrice molto importante. Cercheremo di fare del nostro meglio, dando tutte qualcosa in più e coprire la parte mancante».

Italbasket femminile crediti FIP

La nazionale di basket femminile prima di una delle amichevoli (©FIP)

Olbis Andrè: dopo la Virtus, Schio e lo scudetto

La tua stagione a Schio è stata incredibile: Coppa Italia, scudetto, l’eliminazione ai quarti di Eurolega contro Praga campionessa d’Europa.

«Il bilancio è stato sicuramente positivo, nonostante i normali alti e bassi nel corso della stagione. Abbiamo avuto una fase di buon ritmo a gennaio, ma prima della Final Six di Eurolega siamo state sfortunate per una serie di acciacchi che non ci hanno fatte arrivare nella miglior condizione. Abbiamo comunque portato il nome di Schio alto in Europa. Poi è arrivato lo scudetto, un bel modo per rifarsi dopo lo 0-3 dell’anno prima. Siamo sempre presenti a tutti gli appuntamenti importanti, poi certo, potevamo fare qualcosa in più alla Final Six, ma fa parte del gioco, abbiamo comunque perso contro quelle che si sono laureate campionesse. Dopo gli anni in Virtus ho acquisito più consapevolezza che mi ha aiutato molto in campo: sono contenta di essermi migliorata».

Lo scorso anno la chiusura della V femminile è stata un terremoto per il basket: come lo hai vissuto?

«Mi è molto dispiaciuto. Io in realtà avevo già deciso di andare via, dato che mi era stato fatto capire che i progetti erano diversi rispetto agli anni passati e non c’era più la volontà di puntare così in alto. Sapevamo solo questo. Ora non c’è più una squadra che rappresenti Bologna, una perdita che ha fatto male al movimento dal punto di vista della competitività del campionato. Quella della città di Bologna è una piazza che ha la possibilità di fare tante cose, se ci fosse stato un progetto sarebbero arrivati risultati. Della chiusura ho saputo leggendo sui giornali, non so come sia stato comunicato a chi sarebbe dovuta teoricamente restare».

Virtus Segafredo Bologna

Olbis Andrè con la maglia della Virtus Bologna lo scorso anno (©Virtus Segafredo Bologna)

Verso Women’s EuroBasket 2025

Tornando a parlare di Italbasket. Da tanto la nazionale femminile non riesce a ottenere risultati importanti.

«É vero, ma adesso siamo in una fase dove molte di noi hanno acquisito più consapevolezze ed esperienze. Al tempo dell’ultimo Europeo diversi minutaggi di noi ragazze in squadre come Venezia o Schio erano abbastanza limitati, ora abbiamo responsabilità importanti soprattutto a livello di club: questo è un aspetto fondamentale che andrà certamente a nostro favore. Non abbiamo tanto tempo per preparaci, giusto 3-4 settimane. Servirà amalgamarsi nel minor tempo possibile per farci trovare pronte».

Sei diventata col tempo una dei pilastri della nazionale: senti della pressione addosso oppure vivi le responsabilità con serenità? 

«A dire la verità vivo bene le responsabilità, ora ho più consapevolezza e me la prendo volentieri – sorride Olbis – Siamo un gruppo dove stiamo davvero bene tra di noi. Ridendo e scherzando, nel tempo io e altre ragazze ci siamo rese conto di essere diventate grandi. Dobbiamo fare questo “cambio” di mentalità, da giovani a leader, nel minor tempo possibile, e per farlo sarà fondamentale l’esperienza sul campo».

Siete nel girone con Slovenia, Serbia e Lituania. Come può l’Italia dire la sua?

«Non è un girone facile, ma nessuno lo sarebbe stato. Serbia e Slovenia saranno le partite più difficili, ma sicuramente anche la Lituania ci metterà in difficoltà. A dire la verità, è più bello così. Sapere di affrontare squadre che sulla carta sono più forti di noi ci darà la consapevolezza che per portare a casa la partita dovremo impegnarci e lavorare il doppio. Abbiamo molto potenziale, la differenza la farà l’amalgama e il riuscire a creare un’identità solida. C’è poco tempo e siamo un gruppo giovane: cosa positiva per energia, entusiasmo e voglia di mostrarsi, ma che va anche gestita, visto che mancheremo di esperienza. Se riusciremo a essere precise possiamo entrare tra le prime 6, obiettivo che ci proietterebbe verso il Mondiale. Se poi dovesse arrivare anche altro… Ben venga ».

Tu che la conosci bene: Bologna risponderà presente al Paladozza?

«Ho giocato lì sia da avversaria con Schio che con la Virtus: il Paladozza pieno di gente è da pelle d’oca. Spero davvero che riusciremo a riempirlo. Avere il cosiddetto “sesto uomo” potrebbe svoltare il nostro Europeo».

Domanda per chiudere, da bolognese a bolognese, a chi ha giocato per entrambe: Virtus o Fortitudo?

«Confesso, non sono mai stata patita di queste cose! Da piccola seguivo la Fortitudo perché ero in Fortitudo Rosa, poi avendo giocato in V mi capita di vedere di più la Virtus, anche se un paio di settimane fa ho visto la Effe al Paladozza. Ora ti direi Virtus, che sto seguendo» conclude Andrè.

E allora, cara Olbis, ti auguriamo di viverti queste emozioni al massimo. E di portare in alto (come te) l’Italia del basket femminile. Anzi, tutta l’Italia.

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