Fortitudo Bologna
Caja: «Obiettivo promozione, si riparte da Fantinelli e Bolpin»
L’intervista rilasciata da Attilio Caja a BolognaBasket: gli obiettivi sul mercato, gli addi degli stranieri, la voglia di promozione

Enrico Faggiano per BolognaBasket ha recentemente intervistato Attilio Caja. L’allenatore della Fortitudo, rientrato sotto l’ala dell’Aquila a novembre, si è lasciato andare a lunghe riflessioni in merito al futuro della Fortitudo, al roster della stagione che verrà e a tutto quello che nel corso del campionato appena concluso potrebbe non aver funzionato. Qui un estratto delle sue parole:
L’intervista di BolognaBasket ad Attilio Caja
Sul ritorno a novembre in Fortitudo: «Mi è capitato spesso di subentrare a stagione in corso in squadre da mettere a posto e sono sempre riuscito a fare bene. Io ero già d’accordo con Napoli, ma dopo l’incontro con Tedeschi, il modo in cui mi ha parlato, e soprattutto il ricordo dell’ultima partita dello scorso anno, la commozione davanti ai tifosi, mi hanno fatto fare una inversione ad U clamorosa. A posteriori è stata una scelta giusta, e sono contento anche perché la stessa Napoli si è salvata».
«L’accoglienza alla prima partita dal mio ritorno, con Livorno, è stata una delle più belle pagine della mia vita sportiva, indimenticabile, e questo vale più di qualsiasi altra cosa. La decisione è stata giusta. Dal punto di vista tecnico, abbiamo fatto un ottimo inizio prima di un passo indietro, verso marzo-aprile, che ci è costato la posizione in classifica alla fine della regular season. Nei playin e playoff, poi, poco da recriminare: abbiamo finito in modo dignitoso battendo Pesaro e combattendo con Cantù – la squadra favorita per la promozione – fino alla loro spallata decisiva, arrivata quando non ne avevamo più e finendo comunque con due vittorie in casa, cosa che lascia un sapore agrodolce».
Il discorso Freeman e Gabriel
Un rallentamento finale fisico e mentale: «Entrambe le cose. Ed è normale, quando passi una intera annata a rincorrere, per un motivo o per l’altro, tra cambio allenatore e i tanti infortuni. Sono arrivato dopo 11 partite e un record di 4-7, abbiamo corso tanto ma quando devi recuperare spendi il doppio delle energie, come un corridore che buca la gomma e magari dopo cade. Deve fare più fatica, e questo lo paga sia mentalmente che fisicamente. E i ragazzi si sono impegnati, ma alla fine lo hanno pagato» continua Caja.
Ci sono stati problemi con Freeman? «Freeman è un giocatore molto impegnativo, durante la settimana. Già lo era stato l’anno scorso, ma era in una squadra diversa, con tanti esempi positivi – in particolare Ogden – e in quel contesto eravamo riusciti a farlo funzionare bene. Quando sono tornato ho rivisto lo stesso Freeman, con le stesse difficoltà, ma in una realtà diversa e un Gabriel, accanto, che non è Ogden».

Deshawn Freeman (©Marco Melotti)
Gabriel è un giocatore che avrebbe scelto? «Sarebbe ingeneroso giudicare chi lo ha scelto, ma non è nemmeno corretto buttargli la croce addosso. Non posso dimenticare le partite in cui è stato decisivo, penso a Pesaro nel playin o a gara 3 con Cantù, e nemmeno il fatto che sia stato fermo a lungo per infortunio. Poi, se mi viene chiesto se lo terrei, diciamo che ora cerco un giocatore con caratteristiche diverse».
Battistini
Su Battistini: «Quando è rientrato Gabriel per lui non c’è stato più posto, ma avevo già tre giocatori (Gabriel, Mian e Aradori) per due ruoli. Noi quest’anno abbiamo tenuto spesso in difesa, a rivedere le partite perse ho notato principalmente errori in attacco, laddove negli ultimi quarti abbiamo fatto fatica a fare canestro. E offensivamente non è che Battistini potesse darmi più di quanto non mi dessero gli altri giocatori».
«Ci fossero stati problemi difensivi sarei ricorso a lui, ma in attacco era quello con minori qualità, senza dimenticare che comunque i minutaggi dei titolari non sono mai stati particolarmente elevati. E questo senza nulla togliere ad un giocatore che in allenamento ha sempre avuto la giusta attitudine professionale: encomiabile fino all’ultimo giorno, esemplare anche senza giocare. Se mi chiederanno informazioni su di lui avrò solo parole positive. E aggiungo una cosa: nella squadra dello scorso anno, al posto dei pari ruolo Sergio e Taflaj, avrebbe avuto spazio e sarebbe stato utile».
Ripartenza: Caja e la sua Fortitudo
La Fortitudo che verrà: «Avendo Fantinelli e Bolpin è già una ripartenza più facile, e lo facciamo convinti di loro e non perché abbiano un contratto. In più occasioni ho speso buone parole per Fantinelli, l’ultimo ad arrendersi anche davanti a problematiche fisiche. Ha sempre fatto il massimo degli sforzi, difendendo su avversari pericolosi, portando palla e giocando a volte in post basso. E la bomba decisiva in gara 4 con Cantù è stato il giusto premio, perché i canestri non si segnano con la tecnica ma con il carattere, come ha dimostrato anche Gabriel in gara 3 dopo aver chiuso il primo tempo con un brutto errore e tornando in campo con la giusta aggressività. Su Bolpin posso dire che in questi due anni è il giocatore che ha avuto maggiore minutaggio, a prova di quanto goda della mia fiducia».
Il mercato
Mercato: «Il punto di partenza sarà il ruolo degli stranieri. Vorremmo un lungo, un 4-5 che non sia né solo un tiratore né un uomo d’area, ma che abbia una doppia dimensione di punti e, soprattutto, rimbalzi. Poi un esterno che in certi momenti ci tolga in certe occasioni le castagne dal fuoco. Quest’anno in attacco non siamo stati precisi nella esecuzione dei giochi come nella stagione precedente».
«Vorrei un giocatore che possa finalizzare così come aiutare i compagni, come lo sono stati McGee, Hickney o Robinson. In attacco a volte serve iniziativa individuale, il sapere battere l’uomo. Due anni fa scegliemmo due lunghi stranieri perché, iniziato il mercato a fine luglio, non c’erano lunghi italiani competitivi. Stavolta cercheremo di fare in altro modo. Ma ho abbastanza esperienza per sapere che il mercato cambia di giorno in giorno, parti con un tipo di idee e poi sei costretto a cambiarle. Una volta individuato il ruolo degli stranieri, il primo passo successivo sarà trovare italiani che si possano inserire nei ruoli vacanti in base alle caratteristiche dei primi».
Aradori
Su Aradori e il discorso giovani: «Per ora non è stata presa nessuna decisione, né in un senso né nell’altro. Ripeto, nel mercato bisogna sempre stare attenti a tutto, senza bocciare nessuno a prescindere, perché magari se non riesci a percorrere la strada inizialmente scelta poi devi tornare indietro e vanno fatte valutazioni che inizialmente avevi lasciato perdere».
«La squadra dell’anno scorso non era poi così vecchia, forse il solo Sergio, a parte chi aveva contratto, era avanti con gli anni. Quella di quest’anno non l’ho fatta io. Io voglio giocatori di energia, con carriera ancora ascendente e voglia di crescere e migliorare. L’obiettivo è quello di essere promossi, dovremo iniziare il campionato sapendo che dovremo vincerlo, per cui c’è bisogno di giocatori tarati per vincere e non potremo permetterci scommesse. Voglio gente che faccia squadra, perché con giocatori permalosi tolgono punti in classifica, ricordando che quelli affermati piacciono a tutti. E sapendo anche che l’età anagrafica lascia il tempo che trova, oltre al fatto che tra ventenni e trentacinquenni ci può essere una via di mezzo». ha concluso Caja.

Pietro Aradori (©Valentino Orsini)
Fonte: Enrico Faggiano – BolognaBasket
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