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Fortitudo Bologna

Fantinelli: l’evoluzione di un capitano e di un leader

Matteo Fantinelli sta vivendo una stagione mostruosa, dove sta dominando le classifiche da playmaker. La sua crescita è stata esponenziale

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Matteo Fantinelli
Matteo Fantinelli (©Fortitudo Pallacanestro Bologna 103)

Forse non tutti ricorderanno quel ragazzo di 25 anni ancora da compiere che riapprodò, dopo tanti anni, nel 2018, sotto l’ala dell’Aquila. Uno di quei giocatori che hanno qualcosa in più: è chiaro, limpido, che però un po’ per età, un po’ per timidezza, non riescono a essere sin da subito quello che al giorno d’oggi è considerato un leader. Una timidezza principalmente legata all’attacco, anche se, come sanno tutti dalla sponda biancoblù di Bologna, la mira non manca al numero 21 della Effe. La promozione, la serie A1, il brusco ritorno in “purgatorio”, gli ultimi anni a inseguire un nuovo sogno. La storia recente della Fortitudo ha un nome e un cognome, e non potrebbe essere altro che Matteo Fantinelli.

Numeri

Parliamo per poco, pochissimo di numeri, che la maggior parte delle volte annoiano e basta in quella cosa straordinariamente emotiva e sentimentale chiamata Fortitudo. Vedere per credere, non serve avere statistiche da capogiro per essere un’icona in casa biancoblù. Certo, fanno comodo per entrare con la preferenziale nelle grazie del mondo del Paladozza, ma certamente non è l’unica discriminante per essere considerato un vero cuore Fortitudo. Dopo aver rischiato di cambiare binario, passando dalle promesse stats alla solita ventata emotiva, leggiamo qualche dato relativo alla stagione che il capitano sta vivendo in questo momento: 9.1 assist di media, ben 2.1 in più rispetto al secondo nella speciale classifica dedicata ai playmaker (secondo De Nicolao di Cantù con 7.0), e un totale di 191 palloni smazzati in 21 partite (secondo De Nicolao con 147 nello stesso numero di gare).

Un fenomeno, direte voi. D’altronde, Fantinelli è un fine regista, testa pensante non solo per sé stesso, ma soprattutto per gli altri. Un play coi fiocchi, insomma. Tuttavia, se il Fante fosse “solo” questo, non sarebbe il giocatore incredibile che è al servizio di Attilio Caja. Matteo segna, recupera, inventa, taglia, cuce, salta e lotta a rimbalzo come se fosse un lungo qualsiasi. Un’evoluzione nel suo gioco, una maturità raggiunta a quasi 32 anni che lascia a bocca aperta, tanto è alto il livello che il cosiddetto Sindaco della palla a spicchi di Bologna ha raggiunto in questa stagione. 

Fantinelli-Fortitudo: un discorso di cuore

Chi conosce la Fortitudo sa bene che di bandiere, dalla nascita dell’Aquila biancoblù, se ne sono viste a bizzeffe. E no, non sempre talenti smisurati, giocatori dalle statistiche folli, non sempre chi ti fa vincere. Alla Fortitudo il talento è sempre stato subordinato al cuore che ognuno ha buttato sul parquet, all’intensità del sentimento che il mondo della Effe sentiva esprimere dal proprio giocatore. Certo, quando al cuore è unito un QI cestistico come quello di Fantinelli, altro non puoi fare che innamorarti perdutamente di lui, come lui ha dimostrato di essere innamorato della “sua” Fortitudo.

Nel corso dell’estate correva come un sibilo la voce della ricchissima offerta fatta da Udine, con chiare ambizioni promozione, al regista biancoblù. 120mila euro circa a stagione, per intenderci. Sembrava eppure quasi impossibile che il capitano potesse scegliere di andarsene dopo l’anno appena passato. La cavalcata in regular season, i playoff, la serie con Trapani… Può un grande amore finire così? D’altronde, 120 mila sono 120 mila… La risposta del #21 è arrivata, dopo giorni di preoccupazione da parte del mondo Fortitudo, forte e chiara: il rinnovo per due anni con la Fortitudo, la sua Fortitudo, quella del quale è capitano dal 2022. E che risposta vuoi dare, più di così?

Mettendo da parte il discorso statistiche, il famoso cuore Fortitudo, il campionato in corso, dove la Effe in una fase è parsa più il Titanic che una squadra da alta classifica. Eppure, il capitano è sempre rimasto lì, a smazzare assist per i compagni, a prendersi responsabilità, e soprattutto a mettere la faccia anche quando il vento non era a favore. Per questo, forse, non sarà necessario specificare chi è l’MVP della Fortitudo per chi scrive, il leader di una squadra che ha saputo affidarsi al suo capitano per uscire dalle difficoltà. No, non di quest’anno, dell’anno scorso o dell’anno prima ancora. Nemmeno per i record, che sono solo uno dei tanti motivi per cui il nome del Fante resterà nella storia biancoblù. Matteo Fantinelli definisce quello che vuol dire essere Fortitudo. E il mondo Fortitudo lo sa ben riconoscere.

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