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Fortitudo Bologna

Solo la Fortitudo! Torino schiantata 85-60, 25 punti per Moore

Prestazione da grande della Fortitudo, che grazie a un ottimo secondo tempo e un Moore superlativo supera Torino. Monumentale Sorokas a rimabalzo

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Lee Moore crediti Fortitudo Pallacanestro
Lee Moore (©Fortitudo Pallacanestro Bologna)

FLATS SERVICE FORTITUDO BOLOGNA 85-60 REALE MUTUA TORINO (18-17;18-23;28-11;21-9)

Flats Service Fortitudo Bologna: Braccio, Moore 25, Sarto 17, Anumba ne, Della Rosa 7, Sorokas 13, Imbrò ne, Guaiana 8, Fantinelli 12, Moretti 2, Gamberini 1. All. Caja

Reale Mutua Torino: Schina 10, Bruttini, Allen 19, Stazzonelli 1, Massone, Cusin, Severini 3, Teague 20, Zucca, Tortù 7. All. Moretti

Qui le statistiche complete

Alla fine dei conti quello che serviva era portarla a casa, ma chi ci avrebbe scommesso su una gara così, su una Fortitudo così, dopo i 55 punti di appena 3 giorni fa? Il secondo tempo biancoblù è un inno alla fortitudinitas, con Moore in versione aliena, Sorokas a ergersi terza torre bolognese, in fondo a via Rizzoli. Insomma, il peggiore è sufficiente, nel pagellame generale, e allora che festa sia, in un normalissimo martedì sera con tanta, troppa Fortitudo per un Torino che finisce di giocare, sfiancato, sulla sirena del primo tempo.

La cronaca di Fortitudo-Torino: primo tempo

Quintetti iniziali:

Fortitudo Bologna: Fantinelli, Moore, Sarto, Sorokas, Moretti

Reale Mutua Torino: Severini, Teague, Massone, Allen, Cusin

Partenza nel segno di Allen per i torinesi (non Rae, nemmeno Iverson, ma insomma, ci siamo capiti), che approfitta delle autostrade lasciate libere dai biancoblù per mettere a referto 7 punti consecutivi. Il timeout di Caja vale la reazione immediata della Fortitudo, che con un 6-0 si riporta a contatto dei gialloblù. Allen è più in forma di Paperone quando c’è da raccogliere un centesimo dall’altro lato della strada, la Effe riesce nel miracolo di sbagliare anche i canestri già fatti e meno male che esiste un Sarto al mondo, bravo nello stappare un buco intasatissimo. Torino potrebbe chiudere il quarto in vantaggio, ma a inventarsi il canestro del +1 (18-17) sul gong ci pensa Fantinelli, da metà campo, in una di quelle azioni che ogni tanto si vedono oltreoceano, forse.

A ricordarci che siamo in Piazza Azzarita e non in NBA ci pensa 2′ dopo Della Rosa, con la più classica delle palle perse, mentre Allen riprende il suo monologo di dominanza sotto al ferro. Bel giocatore. Diventa la gara a chi ne mette di più dalla lunga per Torino, quella a chi si avvicina di più al canestro per la Fortitudo: meglio per i secondi, visto che la mira dei torinesi non è sempre impeccabile, ma la gara resta su un salomonico equilibrio, interrotto solo dalle innumerevoli sfuriate di Caja. Stavolta è Torino a pescare il tris sulla sirena, Fantinelli canna, 36-40 dopo 20′.

Vincenzo Guaiana crediti Fortitudo Pallacanestro

Vincenzo Guaiana (©Fortitudo Pallacanestro)

Secondo tempo

9-0 immediato della Effe con duo stranger Moore-Sorokas, mentre Torino si impantana spesso e volentieri, chiudendo il digiuno dopo 4′ abbondanti. A prendersi la scena però è Fantinelli, che spaniera il 12esimo punto concedendosi anche la terza rubata. +10 biancoblù firmato da Sarto, Torino torna beccarci dopo tempo immemore ma la Fortitudo continua a punire dalla lunga e dalla corta, insomma, da dovunque. Alla fine è sempre Allen a levare le castagne dal fuoco per i piemontesi, quando la difesa perfetta di Guaiana gli concede un attimo di tregua, Moore sgroppa che è una meraviglia e con la combo rubata, canestro, fallo e libero si chiude uno splendido terzo quarto di marca Effe sul 64-51.

Rientro forsennato della Fortitudo sul parquet, con un Moore scatenato che esulta su una schiacciata come gli studenti nell’ultimo giorno di scuola. Torino è nel pallone, fioccano le perse e alla Fortitudo non resta altro da fare che gestire il +20 racimolato a inizio quarto. Fa passi pure Allen, che sa di remi tirati in barca, Sarto non sbaglierebbe nemmeno il codice d’accesso per entrare alla JPMorgan Chase. Dentro Gamberini e Braccio nel valzer finale, che suona più al ritmo di Pump It Up, ma insomma, giusto così, sull’85-60. Oggi anche in balera si sente cantare Attilio Caja, la la la la la la.

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