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Hic Sunt Leones – Intelligente ma non si applica

Hic Sunt Leones – Finisce senza gloria la stagione della Fortitudo, che cade a Cantù in Gara-5 dopo una brutta prestazione

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Hic Sunt Leones Fortitudo
Hic Sunt Leones (©Luca Feletti)

Hic Sunt Leones – Mettiamo le cose in chiaro: che la Fortitudo potesse andare al PalaDesio alla garibaldina, suonando la carica a trombe spiegate, con Gabriel a cavallo di un nobile destriero e Freeman con l’ariete in mano, probabilmente in pochi lo pensavano, a maggior ragione statistiche alla mano delle vittorie in trasferta contro le famose “big“. Ecco, forse aspettarsi una sconfitta onorevole, una battaglia fino all’ultimo come tra le truppe di Sauron e Gondor, magari senza sperare nell’arrivo miracoloso di Aragorn nel finale, ecco, anche perché onestamente non sapremmo dove rintracciarlo tra le file biancoblù. Il PalaDesio era già stato teatro di scempi, e in molti speravano che i tempi degli scempi fossero finiti. Vero anche che passare dalla Compagnia dell’Anello all’Armata Brancaleone ce ne vuole un bel po’. Ma proviamo a procedere a ritroso.

Hic Sunt Leones – Game over

Stagione finita, dunque, con lo stesso sapore che ha l’estate quando i tuoi compagni di classe vanno a vedere i voti di ammissione appesi sulle porte fuori da scuola, mentre tu sei stato bocciato dopo esserti sbattuto all’inverosimile nell’ultimo mese. Qualche recupero qua e là, un paio di promesse da parte dei professori (“Se prendi una sufficienza ti metto 6 in pagella”, mai ci fu bugia più infame), la fatica abnorme per riuscire a giocarti tutto nell’ultima verifica e… Ci rivediamo a settembre per ripetere la quinta superiore. La quinta, sì, che per la Fortitudo corrisponde tutto sommato a questa benedetta serie A2, che lo scorso anno quasi pareva andar stretta alla truppa di Caja, ma che, a conti fatti, quest’anno è calzata a pennello a tutti quanti: per l’università chiamata anche LBA bisognerà lavorare ancora un bel po’.

Volendo fare un malinconico paragone, questi playoff hanno avuto un sapore del tutto diverso rispetto alla cavalcata vincente dello scorso anno. Anzi, a pensarci bene l’unico motivo ricorrente è stato il lontano sfottò di Antonini:… sono le conseguenze di investimenti troppo inconsistenti per una piazza storica come Fortitudo. Non era Antonini il problema lo scorso anno cari fortitudini. Domanda alla Marzullo, le nozze con i fichi“, scrive su X, calzante come i cavoli a merenda (o come il patron granata con il basket, si potrebbe aggiungere). In ogni caso, oltre a dover ignorare le ennesime parole fuori luogo provenienti da quei piani lì, la Fortitudo deve tirare qualche scomoda somma.

Kenny Gabriel (©Valentino Orsini)

Kenny Gabriel (©Valentino Orsini)

Tirare le somme

Ci sarà in primo luogo da capire quali e quante responsabilità ci sono da distribuire tra le file dell’Aquila. Certo, volendo metter sul piatto tutto quanto, c’è da tenere conto della valanga incalcolabile di sfighe che sono passate dalle parti del Paladozza quest’anno, in primis la pioggia di infortuni e la partenza scioccante a inizio campionato, escludendo la SuperCoppa (della quale probabilmente molti, di questi tempi, si erano dimenticati). Detto questo, non è difficile pensare che si punterà più su un taglio netto e deciso che rasenta la pelata piuttosto che andare dal parrucchiere ad aggiustare la frangetta riparatrice o a togliere le doppie punte.

Ci sono un po’ troppi buchi nell’acqua nelle scelte sul mercato della Fortitudo, senza toccare i tasti americani (e chi lo avrebbe detto a inizio anno?): Battistini, Menalo, Thomas, che da Caja in poi il campo lo hanno toccato con la stessa frequenza delle sufficienze di chi scrive in fisica ai tempi delle superiori. E allora, dove pescare il colpevole?

Domande che non hanno risposta e che forse non hanno senso nemmeno di essere poste, semplicemente. Tornando sul duo a stelle e strisce, le premesse alla vigilia della stagione erano lievemente diverse rispetto a quello che è stato l’epilogo della coppia degli States. Che non fosse amore tra Freeman e Caja si sapeva dallo scorso anno, e Gabriel arrivava da stagioni positive dalla serie A. Valle a capire le randomiche mattate freemanesche o le giocate alla Gabriel, di quelle che un qualsiasi coach di minibasket farebbe vedere ai giovani cestisti come esempio di “quella palla la devi passare sennò questo è quello che succede“. Non che la colpa di un finale così mesto risieda solo da quelle parti, sia chiaro. Ma, essendo un tema dibattuto di ‘sti tempi, che se ne parli pure.

E ora?

E ora? Mentre si attende che chi più ha meritato, in campionato e ai playoff, continui la propria scalata verso la serie A, inizierà una lunga riflessione in casa Fortitudo. No: a differenza di ciò che dice Antonini, non è certo stato un problema di “investimenti inconsistenti“, visto che è difficile che la Fortitudo che verrà abbia la stessa dose di talento che era presente tra le file biancoblù quest’anno. Si tratta di un’osservazione puramente individuale sui singoli, che poco ha che fare con la poca alchimia che si è vista quest’anno sul parquet dell’Aquila. Il giocatore è un conto, la squadra un altro. Prova di ciò è la squadra dello scorso anno: acclaratamente dalle rotazioni ridotte a meno dell’osso, il verdetto è stata l’uscita di scena a Gara-4 contro una squadra costruita per vincere e con Aradori, miglior italiano della stagione, fuori dai giochi.

Quest’anno la musica è stata diversa: apparentemente completa in ogni reparto (a parte che sotto al ferro, ma statistiche alla mano Cusin ha fatto di gran lunga meglio di altri, per quel che poteva), la Fortitudo si è rivelata fragilissima in quasi ogni aspetto, succube delle giornate no e della pantofolite a rotazione in diverse situazioni. Poi, si stanno infilando nello stesso calderone giocatori come Gabriel e giocatori come Panni (a onor del vero, uno di quelli che esce più pulito da questa stagione per chi scrive), ma il succo è questo: poca, poca roba. É intelligente ma non si applica, e Olimpiadi di Matematica o Playoff per la serie A1 che siano, se qualcuno fa meglio di te è giusto fare posto.

Hic Sunt Leones ©Fortitudo Bologna Pallacanestro 103

Hic Sunt Leones (©Fortitudo Bologna Pallacanestro 103)

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