Hic Sunt Leones – Transitare in fila longobarda

Hic Sunt Leones (S2, E9) – Ammettiamo di averci messo un po’, martedì sera, a capire che ci facesse quella banda di ragazzotti in maglia Fortitudo circondare Alessandro Gassman prima che l’attore spingesse per terra il suo vice e se ne andasse alzando il dito medio alla Fossa. Siamo al cinema, siamo al cinema, si canta dagli spalti, per celebrare un momento dove tutto il mondo Fortitudo è stato protagonista netflixiano. Con un regista virtussino. Cinema, cinema.

Siamo al cinema

AleGassman e compagnia a part, lo spettacolo a telecamere spente non è stato da meno di quello che si è visto all’intervallo. Certo, ci è voluto un quarto per passare dall’horror all’azione, prima di lasciare spazio, nei successivi 20′, a quel capolavoro che si potrebbe definire un sequel dell’Armata Brancaleone. Armata che vince, però, che più per merito che per caso supera la banda torinese, trascinata un poco da Allen, un poco da Teague, e un po’ da nessuno, vista la penuria offensiva gialloblù. Certo, numeri comunque sopra la dieta veronese, le cui cifre sono state scavallate ancor prima della sirena del terzo quarto. Ma quando vinci, in fin dei conti, transitare lo cavalcone in fila longobarda è più semplice per tutti.

Fortitudo-Torino, i migliori in campo

L’aria hollywoodiana fa benissimo alla squadra di Caja, che potrebbe programmare un giro negli studios, nella pausa natalizia, per vedere di recuperare qualche anima ancora ai box. Le rotazioni a 7 non sfiancano i biancoblù, esempio di cuore Fortitudo in tutto e per tutto. Da Sorokas che beve la birra con la Fossa a fine gara dopo aver catturato 14 rimbalzi, a Guaiana che mette in gabbia lo scatenato Allen, riproponendo la scena “Cedete lo passo / Cedete lo passo tu!“, vincendo la sfida, a Fantinelli, per il quale oramai è lecito aspettarsi la chiamata oltreoceano e l’invito ufficiale di Lebron James a diventare giocatore di punta del Team USA, oltre che star hollywoodiana. Alla fine manca un rimbalzo per toccare la tripla doppia, meglio tenere il profilo basso, in fondo.

Matteo Fantinelli (©Fortitudo Pallacanestro)

E poi c’è Moore, del quale non è ancora chiara la reale identità. Contro Verona una gara ai limiti dell’impalpabile, contro Torino eroe nazionale, mondiale, universale, il tutto con un notevole dispendio nelle retrovie. Senza dimenticare la prestazione milanese di qualche settimana fa, quando al ritorno dalla trasferta meneghina (anche se si giocò a Treviglio) si pensava di ergere una statua d’oro dell’americano subito fuori dal Paladozza. Decidiamoci, insomma. L’ipotesi migliore è quella di lasciare lo statunitense fare il suo, visto che di prove del suo talento ne sono già arrivate diverse. E se non prenderà per mano la squadra nei momenti chiave in qualche occasione, beh, allor si transiterà in fila longobarda, scusandomi per la ripetizione.

Lee Moore (©Fortitudo Pallacanestro)

Verso Pistoia

Insomma, si dovrà abbandonare il set del Paladozza, questa domenica, per andare a far visita a Pistoia. Indietro di una vittoria rispetto alla squadra di Caja, l’ex squadra di Della Rosa viene da una sconfitta in esterna contro Pesaro, sorprendentemente ancora in vetta alla classifica, appaiato a Verona. Nella baraonda che è lecito aspettarsi per il delicato match che attende la Effe (anche in chiaro su RaiSport), la notizia più bella è il fatto che parte dell’incasso sarà devoluto alla famiglia di Raffaele Marianella, tragicamente scomparso due settimane fa. Sperando di recuperare almeno Mazzola, con Imbrò ancora circondato da un grosso punto interrogativo e Anumba alla ricerca di completare il proprio primo minuto in biancoblù, la sfida toscana sarà un delicato ago della bilancia per la Fortitudo, alla ricerca di nuovi punti in esterna.

Gianluca Della Rosa, grande ex di turno contro Pistoia (©Fortitudo Pallacanestro)

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