Fortitudo Bologna
Hic Sunt Leones – Una classica cotta liceale
Fortitudo-Verona, una partita giocata sulla difesa e sui muscoli che trasforma, per qualche giorno, l’anatroccolo in un cigno
Hic Sunt Leones (S2, E8) – Siamo al liceo, anzi, alla High School, perché siamo in vena di americanate, sorry. Il più bello della scuola, un Troy Bolton, per dirne uno, di quelli che fa impazzire qualsiasi ragazza che lo guardi, si ritrova al ballo con una di quelle studentesse brave, diligenti, ma nulla di che, a guardarla. Una destinata a essere piantata in asso alla fine del ballo, insomma, il patito feo dei giorni nostri. Finisce il ballo, la studentessa bruttina si allontana, lasciando il Troy belloccio a piangere in un angolo. Non è scoccata la mezzanotte, non è scivolata nessuna scarpetta. Lei ha lasciato lui, lui è disperato e, soprattutto, si chiede come sia stato possibile. Le sue tattiche di seduzione funzionano sempre.
Fortitudo-Verona, l’anatroccolo che diventa cigno (un po’ esagerando, sì)
Ecco, la partita alla quale abbiamo assistito sabato sera tra Fortitudo e Verona, forse, potremmo spiegarcela così. La Tezenis, arrivata al Paladozza con la sua sfilza di campioni (anche se, a onor del vero, non è che nelle file scaligere giochino Magic Johnson e Allen Iverson), la Fortitudo con la sua ennesima tegola dall’infermeria, questa volta Imbrò fermo ai box, insieme ai vari Mazzola e Benvenuti a fare da spettatori e, come detto da Caja nel postgara, Anumba con 6 allenamenti (da agosto) alle spalle. Insomma, ci mancava solo l’epidemia di pidocchi in spogliatoio, che qualcuno si schiacciasse le mani in palestra sotto ai pesi, che cadesse un pianoforte dal cielo. Roba da patito feo.
Forse, però, è proprio qui che abbiamo il punto di svolta della più classica delle cotte liceali. Il belloccio e la bruttina. O la belloccia e il bruttino, come volete. E alla fine dei conti ne esce vincitore chi ci mette più cuore, chi non esita un secondo a buttarsi su un pallone, a spremere l’ultima goccia di sudore prima di uscire e riprendere fiato. E chi vince solleva il trofeo (o alza le braccia al cielo per esultare, almeno), chi perde resta a cercare di capire il perché, il come mai, il come sia possibile che l’anatroccolo sia diventato cigno, se fino a un secondo prima il cigno eri proprio tu.
Paulius Sorokas e Lee Moore (©Fortitudo Pallacanestro)
Ora Torino, per tenere il Paladozza inviolato
Chiaramente, non tutti gli anatroccoli della nidiata di Caja sono diventati splendidi pennuti bianchi, tenendo conto che alla fine della fiera i punti segnati sono stati 55, mh. Vabbè, restiamo sui cigni. S’è vista una discreta involuzione in Moretti, sfiancato dalle fatiche precedenti, e si continua a cercare terra dalla navicella Della Rosa, energico, ma pasticcione, troppo caotico quando serviva calma per scodellare palloni tra le mani di compagni che avevano la necessità d’essere imboccati. E poi i vari Sorokas e Fantinelli, i belloni inarrivabili anche intelligenti, gentili, che piacciono alle madri, e pure Guaiana, che scopre levandosi gli occhiali e facendo palestra di fare più stragi di cuori dei classici latin lover. Insomma, la classe liceale che scopre di essere piena di principi azzurri. E poi che al posto di trascinarti nel ristorante stellato ti portano in osteria, a dirla tutta. Ma il sapore ha sempre battuto l’apparenza.
Insomma, domani si rigioca, questa volta contro Torino. La prima, lo scorso anno, a prendersi lo scalpo al Paladozza, l’inizio di quella crisi che portò all’esordio di Cagnardi. Sembrano passate ere geologiche. Si rivede Cusin, approdato nella terra dei cioccolatini Fiat sul fare di settembre, e al centro si vedrà anche l’esperto Bruttini, che oramai, del Paladozza, anche quali porte del bagno di chiudono e quali no. Stesso record della Effe, 4-3, e una vittoria sull’Urania Milano (rimasta sola a grattare il fondo del girone unico) nell’ultima giornata. Forse Imbrò, forse no. Chissà. Comunque, il patito feo ha voglia di dare un altro palo al Troy Bolton di turno, magari non scintillante come Verona, certo, ma che sempre belloccio resta.
Hic Sunt Leones (©Fortitudo Pallacanestro)
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