Fortitudo Bologna
Hic Sunt Leones – Panni ti stende
Hic Sunt Leones – Dopo Natale, arriva Capodanno: l’ultima del 2024 della Effe è contro la rivalissima Pesaro
Hic Sunt Leones – Ci sarebbe stato bene, come titolo, un classicissimo “Panettone e Brindisi” per restare in tema natalizio, ma l’omaggio all’uomo più atteso del 2024 ci è sembrato un obbligo che non potevamo non rispettare. Quindi, “Panni ti stende” sia. Ma procediamo con ordine, dato che il dolce arriva sempre alla fine.
Restiamo in tema Brindisi, senza bollicine, quello che ha portato il sold out al Paladozza questa domenica. In quella bolgia che è stata una delle sfide più attese dal mondo Fortitudo (il ritorno sotto alle Due Torri di Mark Ogden ha sicuramente smosso molti animi, soprattutto nostalgici), si sono visti miracoli di Natale, rinascite, prese di consapevolezza e maturazioni. Il tutto, è bene ricordarlo, contro una formazione che veniva da un filotto di vittorie importante e che, per così dire, ha letteralmente dominato gran parte delle statistiche che solitamente fungono da aghi della bilancia nel basket moderno.
Hic sunt leones: Brindisi
Eppure, eccoci qui a parlare della vittoria dell’Aquila, anche meno sporca del solito, perlomeno meno rocambolesca rispetto a Forlì o alle fatiche di Vigevano. Sopra quasi per tutta la partita, le smazzolate di Fantinelli (che probabilmente si stava solo preparando a dare le carte in tavola per il post pranzo a Natale), la scala presa da Freeman per sistemare i propri problemi col ferro e il “ritorno” di Panni, fondamentale nel finale, hanno fatto sì che sotto all’albero Caja mettesse panettoni e spumante per tutti anziché una radiolina che ripetesse a raffica il post gara di Antonini a Milano (…). Il tutto con le solite problematiche Fortitudo, con Sabatini fuori (Vencato, cucù), Cusin ancora in fase di ripresa, Aradori da utilizzare col contagocce (ma che gara Pietrone!) e una serata al tiro per Gabriel che ha fatto ripensare alle notti di inizio anno.
Secondo chi scrive, tuttavia, la partita dell’ala forte americana non è stata comunque paragonabile alle confusionarie prestazioni offerte tra settembre e novembre. Gabriel, nonostante il canestro si fosse trasformato per lui in un ferro della circonferenza della cruna di un ago, ha gestito la propria partita con maturità, senza forzare eccessivamente e spalmando la solita fotta offensiva anche dietro. Per quanto riguarda Fantinelli, vale un po’ lo stesso discorso che un tempo si faceva per Rodman, ovviamente senza scomodare discorsi relativi al look e alle amicizie politiche. Guardando il tabellino i punti sono solo 5, ma spostando un poco lo sguardo la voce assist ne indica 16. Ah, per chi non lo sapesse, record in Fortitudo. Mettendosi alle spalle un certo Gianmarco Pozzecco. Per dire.
Panni ti stende
Diciamo che sino ad adesso abbiamo tirato in causa i soliti noti. Per quanto riguarda Alessandro Panni, è bene fare un piccolo capitolo a parte. Dopo la montagna da scalare di quest’estate, quando è stato reso noto che il numero 11 sarebbe stato operato, il povero Panni ha dovuto fare i salti mortali per riuscire a recuperare il terreno perso. Dopo una serie di uscite non in linea con quanto il mondo biancoblù conosce del suo giocatore, la partita di domenica è stata una sorta di piccola grande rivincita per Panni. 11 punti come il numero dietro alla sua schiena e soprattutto tanta, tanta sostanza quando le certezze dell’Aquila stavano iniziando a vacillare.
Sempre chi scrive ricorda bene l’applauso che gli regalò il Paladozza intero quando si sedette in panchina nel periodo nero post intervento. Pazienza, quindi. Lo diceva da un po’ anche Caja: Panni è un grande giocatore, gli serve pazienza. Ma anche la pazienza ha un limite. Pare che il messaggio sia arrivato forte e chiaro, anche se forse, nel mentre, il piccione viaggiatore (e i virtussini non potrebbero essere più d’accordo) forse aveva smarrito la strada. A Brindisi non stendono i panni ma, come recita uno degli striscioni più divertenti della Fossa dei Leoni, Panni li stende.
La trasferta delle trasferte
Bene, bravi, bis. Natale e il panettone lo abbiamo messo in archivio. Adesso viene la parte più divertente, cioè provare a finire l’anno indenni. Il Caja bis è finito al tappeto solo una volta, sul campo di Piacenza. Ma ora la posta si alza e non di poco, perché il 29 dicembre si va a Pesaro. Forse è superfluo raccontare quanto sia sentita la sfida con la formazione marchigiana, ma chiunque sia stato almeno una volta al Paladozza ha ben presente di cosa stiamo parlando. Pesaro che bazzica subito sotto alla Fortitudo in classifica a quota 16 punti, reduce da 4 vittorie consecutive dove spicca lo scalpo di Cantù (90-67, mica spicci).
Diciamo che, se c’è una voce che la Fortitudo ha l’obbligo di migliorare, questa è proprio quella delle trasferte. Da inizio anno la Effe ha retto l’urto lontano dal Paladozza poche volte, subendo talvolta imbarcate (il famoso scempio canturino) ma giocandosela anche fino all’ultimo, morendo grassa nel finale (Rieti e Nardò docent). Probabilmente sarà una sfida dove salteranno tutte le regole del basket, per cui pare quasi inutile fare calcoli. L’unica certezza è che hic sunt leones.
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