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Hic Sunt Leones – Nessun dolore

Tra infortuni e una preseason tutto sommato positiva, a eccezione della semifinale di Supercoppa, la Fortitudo si prepara all’esordio a Roseto

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Hic Sunt Leones (©1000cuorirossoblù)

Hic Sunt Leones (S2, E1)- “Nessun dolore / non c’è tensione” canterebbe Battisti nello spogliatoio della Fortitudo di questi tempi. Si comincia, finalmente, tra qualche lecito dubbio sorto in semifinale di Supercoppa e la situazione infermeria, come se la nuvoletta fantozziana si fosse ben piazzata sul Paladozza, col vento che non accenna minimamente a salire.

Fortitudo, si comincia

Vabbè, tra una cosa e l’altra siamo tornati qui, alla vigilia di un altro campionato di serie A2 che promette fuoco e fiamme. Alla fine la Fortitudo è ancora lì, magari non in cima alle pretendenti per il salto di categoria, ma con le carte in regola per potersi permettere di infastidire ai piani alti, senza pretendere di mascherarsi da Robin Hood, rubando ai ricchi per dare ai poveri. Tra giovani che devono imparare e stranieri chiamati appunto a stranierare, questa Fortitudo costruita a immagine e somiglianza del suo coach Attilio Caja è la terza di un ciclo sul quale ci sono tante aspettative, che iniziano a essere, forse, incombenti.

Si va a Roseto, che è tornata a calcare i parquet della serie A2 dopo mezzo decennio di limbo tra cessioni di titoli e finali perse, ha voglia di fare bene. Lo confermano le parole di coach Alex Finelli, che di Effe e più in generale di basket bolognese ne sa qualcosa, così come lo sa la Fortitudo, legata peraltro ai biancazzurri da un legame di gemellaggio. Piazza e palazzetto caldo, come può testimoniare Guaiana, lasciato partire per andare sotto l’ala dell’Aquila osannato dalla tifoseria abruzzese: una ripartenza col botto per il giovane siciliano. Per il resto, soliti noti sul parquet, con l’arrivo dell’estate Daniele Cinciarini come al solito a dar fastidio dall’arco e l’asse play-pivot made in USA. Partite da non sottovalutare nemmeno per sbaglio, del resto.

Vincenzo Guaiana crediti Fortitudo Bologna Pallacanestro

Vincenzo Guaiana (©Fortitudo Bologna Pallacanestro)

Un cantiere aperto

Nessun dolore” ripete ancora Lucio nelle orecchie della Fortitudo, provando ad annullare la sequenza di sfighe che ha investito come un tir la Fortitudo in questo ultimo periodo, che va più o meno da dicembre 2024 a oggi. Il cantiere biancoblù continua a macinare e, anche se è difficile che i lavori si concludano prima del gong del 21 settembre, ma ci si augura perlomeno che si arrivi ai nastri di partenza più avanti di quelli del tram.

Le prove generali si sono svolte a Ravenna, dove non è arrivato il bis ma ci si è resi conto di chi il ruolo da protagonista ce l’ha bene in mente e chi, invece, deve ancora trovare quello che gli calza a pennello. Benissimo Sorokas (che domenica ci sarà, nonostante l’ “ohhh” generale alla sua uscita dal campo tenendosi la coscia aveva fatto tremare i più), bene Moore, anche se con ampi margini di miglioramento, lavoro sporco tutto sommato sufficiente da parte degli altri lunghi.

Dovrà invece trovare la sua dimensione Sarto, arrivo pregiato anche se ancora in fase di costruzione contro Rimini, dove peraltro è rimasto invischiato nella solida rete di falli degli avversari, mentre Della Rosa è chiamato a essere più incisivo di quanto si sia visto a Ravenna, nonostante l’apprezzabile sbatta in difesa. AAA Cercasi più minuti per Guaiana, che dovrà però dimostrare anche lui di valere piazza e categoria. Insomma, ripetiamo, un cantiere aperto. “Nessun dolore / non c’è tensione“. Tensione anche anche, ma dolori, per favore, davvero basta.

Alvise Sarto crediti Fortitudo Bologna

Alvise Sarto (©Fortitudo Bologna)

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