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Il Resto del Carlino – Zanetti prepara il piano B: “Se l’Arena non si fa in Fiera valuteremo Castel San Pietro”

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Massimo Zanetti, presidente della Virtus Segafredo Bologna ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne del Carlino, poco campo e tanto futuro. Un futuro però che sta trovando tanti intoppi sulla sua strada e il patron bianconero sembra stia finendo quella pazienza che lo ha sempre contraddistinto, come con le conferenze di Scariolo alle quali però anche lui ha dovuto dare un taglio quando la situazione ha iniziato ad intaccare l’immagine della Virtus. Ora il tema centrale per il patron è la nuova Arena e le sue parole iniziano ad essere sempre più forti: “Se il palazzetto non lo facciamo qui alla Fiera di Bologna, perché non si vuole o non si può fare, allora valuteremo un progetto a Castel San Pietro”. 

L’intervista 

La prima dichiarazione è subito forte, sa quasi di ultimatum, quello di un imprenditore che per la sua Virtus non vuole lasciare nulla al caso e vuole mantenere le sue promesse: “Con Gherardi ci stiamo riflettendo. Una casa per la Virtus significa indipendenza, solidità e fatturato”. I piani per la nuova Arena in fiera prevedevano il fine lavori per novembre 2024, ora invece: “Tutto rischia di rimanere fermo. Prima c’è stato il Covid che ha cambiato tutto: prospettive e investimenti. Poi Bologna Fiere ha deciso di quotarsi in borsa: servono tempi tecnici, budget e assetti societari”. Queste condizioni stanno portando Massimo Zanetti a valutare un nuovo progetto che possa avere tempi normali, il patron parla di Castel San Pietro come un uscita dalla dimensione cittadina, per addentrarsi in una più regionale: “Virtus ormai non ha tifosi solo a Bologna. Allarghiamo gli orizzonti, rispettando il nostro pubblico.” 

Decisione presa? 

“Sono un uomo paziente e prudente. Sul progetto in Fiera ho investito molto, tutto. Mettiamola così: ho pronta una soluzione alternativa”. Ancora niente di certo quindi, ma da imprenditore lungimirante Zanetti prepara un piano B, si copre quindi le spalle con idee e progetti alternativi che possano proteggere il futuro della sua Virtus per farla restare agli attuali livelli e portarla ancora più in alto con il tempo. 

I meccanismi che incartano un magro futuro  

“Il punto è che cosa si può fare davvero e come lo si può fare, le zone grigie che stanno tra la politica e l’impresa. La zona grigia pretende, ritarda, rallenta, decide o vorrebbe farlo. E tu intanto resti impigliato in mezzo e rischi di non riuscire a combinare più niente”. L’arrivo del Patron a Bologna risale a cinquant’anni fa esatti, è lui stesso a parlare della bella città che trovò nel 1973, una Bologna che non c’è più dice, come normale che sia, ma la riflessione sul cambiamento è più profonda: “Il mondo va avanti, è andato avanti anche qui a Bologna. Ma non nelle cose importanti, non in quelle che potrebbero proiettarci nel futuro. L’italia è un paese vecchio, e sta invecchiando senza lasciare abbastanza al dopo. Gli impianti sportivi per esempio non sono una velleità, sono vitali.” Le ragioni dell’essere tali riguardano la futuribilità di un azienda come Virtus, che con la nuova Arena avrebbe nuovi e maggiori introiti e si garantirebbe un futuro stabile in Eurolega. 

Le vittorie sul campo 

“Martedì i ragazzi sono stati fantastici, ma senza una struttura adeguata, con gli standard che pretende l’Europa, rischiamo di rimanere tagliati fuori. Intanto, però, festeggiamo il successo”. Sempre più centrale quindi la voglia e il senso di dovere nel rendere il grande lavoro fatto in passato e nel presente la base per un ancor miglior futuro, che deve avere però una base solida anche nelle infrastrutture legate alla società. Gli obiettivi Massimo Zanetti li ha dettati già ad inizio stagione e li ribadisce: Playoff in Eurolega e Coppa Italia, unico trofeo che ancora manca alla sua bacheca. Per lo scudetto invece vede ancora una battaglia con Milano. 

“Il Basket per me è una specie di vocazione. E’ uno sport di precisione, non di potenza ma di stile. Il punto non è correre, ma tirare restando concentrati. Come nella vita.”       

Fonte: Il Resto del Carlino – Agnese Pini

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