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6 Maggio, il punto su Basket City. Proiettati sui playoff

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Ad una giornata dalla fine della stagione regolare non si può che attendere la sua classifica definitiva per conoscere come saranno davvero questi playoff che continuano ad essere tanto discussi. Il motivo è tutt’altro che banale: conservandoli, dopo anche il passaggio dell’Armani Exchange alle F4 di Eurolega, nella loro formula originaria, con partite al meglio delle 5, si potrebbe anche arrivare a giocare 17 gare in 34 giorni. Abbastanza una follia, che conclude degnamente la stagione più assurda del campionato italiano. Tale per fattori contingenti esterni – la pandemia – ma pure per una serie di decisioni (o indecisioni) di Lega e FIP che non possono non lasciare sconcertati. Cosa costava, in questo caso, ridurre al meglio delle 3 gare i primi turni, lasciando magari più lunga la sola fase finale? Lo hanno fatto in Spagna, ci si è adeguati da tante altre parti, voler rimanere più realisti del re è ulteriore dimostrazione di ottusità, a mio parere. Questo premierà le squadre con i roster più lunghi che avranno dunque più possibilità di alternare i giocatori, distruggendo quasi totalmente in anticipo l’eventualità di quelle sorprese che potrebbero dare un sapore particolare ai playoff, come accaduto, non poi così raramente, in passato. Mette però anche in condizione i giocatori di non poter recuperare se non con estrema difficoltà qualunque cosa accada, lasciando quindi alla fortuna un peso francamente esagerato. Ma oramai non ci si meraviglia più di niente con vertici che paiono tenacemente avviluppati ad un modus operandi più funzionale alle loro problematiche che a quelle del sistema che governano.

Comunque, nel frattempo procede l’avvicinamento all’ultimo impegno di stagione sia della Virtus Segafredo che della Fortitudo Lavoropiù: la prima con l’incognita di quale sarà la composizione del tabellone, la seconda con una remota speranza di accedervi, seppur nella condizione della condannata perché in ogni caso si tratterebbe di un’avventura veramente minima, vista l’avversaria che le capiterebbe. Per la squadra di Dalmonte si tratterà in ogni caso di concludere un’annata poco felice, terminata salvando capra e cavoli, ma se l’obiettivo iniziale non fosse stato tanto sovradimensionato non si potrebbe parlare di fallimento, avendo comunque conservato una non così scontata permanenza nella serie maggiore. Da dove, e come, ripartirà la prossima stagione lo si scoprirà questa estate; attualmente è inutile fare congetture, al massimo le si può augurare che l’esperienza fatta sia ispiratrice nella programmazione.

La Virtus Segafredo invece ha l’occasione per riscattare pienamente, o quasi, quanto fin qui lasciato per strada. Dando per non impossibile il passaggio del turno contro Treviso, come si è già ripetuto tante volte si otterrebbe un risultato che in campionato manca da quattordici anni. Poca cosa, a fronte dell’investimento? In verità, se si ritiene che sia sufficiente investire denaro per conquistare titoli forse non si è capito granché dello sport. Dovesse poi arrivare la finale, resterebbe un risultato assolutamente eccellente. Quali siano le condizioni degli uomini di Djordjevic lo scopriremo lunedì, contro una Trento bisognosa di punti per l’accesso ai playoff. Una delle cose più interessanti sarò verificare, nel prosieguo del campionato, la distribuzione delle responsabilità fra gli uomini a disposizione, a conferma di una reale lunghezza della panchina, tanto sbandierata ad avvio di stagione ma poi non confermata nelle scelte della direzione tecnica. Tornerà Markovic, forse l’uomo che più è mancato nelle semifinali di Eurocup, rientrerà pure Tessitori. In casa Virtus probabilmente si starà già pianificando il futuro, ma io mi concentrerei ancora tanto su quanto deve ancora avvenire a breve. Perché non essere ottimisti, avendo in squadra un gruppo che ha dimostrato di saper giocare un basket bello e anche produttivo, in molti momenti?

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