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Per la Virtus Segafredo è semifinale: 83 – 77 al Ratiopharm Ulm

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – RATIOPHARM ULM  83 – 77  (25-17; 43-45; 67-62)

Virtus Segafredo: Tessitori n.e., Cordinier 8,  Mannion, Belinelli 4, Pajola 5, Hervey 4, Jaiteh 27, Shengelia 9, Hackett 7, Sampson 8, Weems 4, Teodosic 7. All. Scariolo

Ratiopharm: Christon 15, Blossomgame 22, Guenther, Thornwell 8, Philipps 2, Bretzel 11, Klepeisz 14, Krimmer n.e., Diallo 2, Jallow 1, Zugic 2. All. Lakovic

Arbitri: Perez, Koljensic, Udyanskyy

Tiri liberi: BO 13/17; UL 12/17

Falli: BO 20; UL 23

Rimbalzi: BO 43; UL 41

Tiri da 2: BO 32/56; UL 16/38

Tiri da 3: BO 2/24; UL 11/26

 

I 27 punti di Jaiteh, molti dei quali assolutamente fondamentali nell’economia della gara, oltra a decretarne la posizione di MVP della gara rappresentano l’emblema di questo quarto di finale che ha contrapposto la solidità e la precisione al tiro dalla distanza di Ulm al gioco più elaborato e alla ricerca di soluzioni dentro l’area della Virtus Segafredo. È stata una partita spigolosa, a tratti forse cattiva, come è abbastanza di prassi nelle competizioni continentali, ma soprattutto emozionante e per lunghi tratti proprio divertente. Ulm è giunta a Bologna senza nulla da perdere ed è arrivata ad un soffio dal portarla a casa; così non è stato perché la Virtus nel momento decisivo ha saputo tirare fuori le unghie, con l’esplosione del PalaDozza ad accompagnarne la vittoria.

In campo all’inizio per la Segafredo Hackett, Teodosic, Weems, Shengelia e Jaiteh; Christon, Klepeisz, Blossomgame, Thornwell e Bretzel per Ulm. Il catino del PalaDozza non ha eguali: stipato, come previsto, è uno spettacolo nello spettacolo, che in questo avvio è quello di una bella pallacanestro, veloce, creativa, sia di qua che di là, anche se è soprattutto SanTeodosic che ogni volta che tocca la palla sembra debba inventare uno dei suoi infiniti capolavori. E il suo primo discepolo è Alessandro Pajola, sempre più Pajolic, ora che sta acquisendo pure una maggior fiducia nel trio dalla distanza. Fatto sta che la truppa di Scariolo è entrata con la giusta concentrazione ed alla prima sirena il tabellone segna un abbastanza importante 25-17.

La nuova partenza virtussina del secondo quarto non produce granché; al contrario, risale Ulm nel punteggio (27-26 al 14°) vista l’inconcludenza bianconera di questi momenti. Un minuto dopo i tedeschi trovano pure il vantaggio. Le cose più evidenti ora sono come loro ci prendano da tre e quanto l’arbitraggio consenta una busseria da derby nelle minors. Lo spettacolo peraltro ne sta guadagnando, il punto a punto è davvero emozionante. Come ci si poteva aspettare, sul piano realizzativo la lotta è fra Jaiteh e Blossomgame, per confermare le diverse impostazioni di gioco delle due formazioni, benché l’americano di Ulm sappia essere efficacissimo e spettacolare anche dentro l’area. All’intervallo comunque è 43-45, con un bel arresto e tiro sulla sirena di Christon. Come diceva Lakovic, il Ratiopharm è giunto a Bologna senza pressione addosso, e ne sta trovando evidente giovamento. La differenza fin qui è stata soprattutto nel tiro da 3, 6 su 13 di Ulm contro l’1 su 10 dei bolognesi, per cui non è cosa da poco che si sia in fondo sostanzialmente pari.

La saga degli orrori inaugura la ripresa; si distingue Pajola, con un paio di azioni (tiro in avvicinamento, assist a Teodosic) che garantiscono ai suoi di non arenarsi. Ma il dio Milos è costretto a fermarsi per un problema alla mano, cosicché cala un velo di gelo sui padroni di casa. In più, ora le botte fioccano ad intensità sempre maggiore, con scene quasi da battaglia. Nel frangente, emerge Sampson, panchinato a lungo dopo uno sciocco fallo antisportivo commesso nel primo quarto, ma ora protagonista di tre minuti di trance agonistica. Poi Hackett, sulla sirena, ruba palla sulla rimessa avversaria e insacca un mirabolante 67-62, che ribalta, per il momento, l’inerzia della gara, con un parziale di 11-1.

Niente, il tiro da 3 dei tedeschi è mortifero, alla Virtus viceversa non entra quasi nulla da fuori, e dentro l’area è un macello. Teodosic è nel frattempo tornato sul parquet, questa, almeno, è una bella notizia. Meno bella è la constatazione che nella bolgia gli ospiti sembrano quasi esaltarsi. Jaiteh, nel frattempo, non garantirà l’energia difensiva di Sampson, ma in attacco è quasi terminale unico dei suoi, ed è ai sui canestri che a 2’44” dalla fine si deve l’ennesimo pareggio, 77-77. Il finale è al fulmicotone: a 40” è 81-77 grazie al solito Jaiteh incontenibile sotto il cerchio avversario. Gli ultimi 40 secondi durano un’eternità, ma la conclusione premia una Segafredo che ci ha creduto fino in fondo. 83-77 è il risultato in chiusura, che le consente l’accesso alla semifinale. L’ultimo brivido viene da un infortunio a Pajola, nella concitazione degli ultimi istanti, ma la partita si chiude simbolicamente con una stoppatona di Sampson a Bretzel. Ora, tutta l’attenzione è su Valencia-Boulogne, per sapere chi sarà la prossima rivale della Segafredo

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