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Diouf: «Siamo compatti e non molliamo mai. Sto imparando tanto da Shengelia»
Inaspettato quanto decisivo, Momo Diouf è in crescita costante con la maglia bianconera: ieri sera è stato protagonista ai microfoni di Sport Club

Protagonista e per certi versi sorpresa della stagione di Virtus Bologna, Momo Diouf cresce di partita in partita. Il numero 35 bianconero è stato tra i migliori nella serie contro Milano e si proietta ora alla finale scudetto contro la Germani Brescia dove sfiderà l’Mvp Miro Bilan.
Il giocatore della Nazionale Italiana è stato protagonista di una lunga e interessante intervista ai microfoni della trasmissione Sport Club andata in onda ieri sera su E-Tv.
L’intervista a Momo Diouf
«Migliorare giorno dopo giorno è la chiave. Non ci si può accontentare di giocare ma bisogna lavorare per fare sempre meglio. Il lavoro extra paga sempre: arrivare prima, andare via dopo e lavorare sempre sul proprio gioco. Non è solo l’allenamento a farti migliorare ma anche il prima, il dopo e il durante».
Su Polonara:
«Un giocatore importantissimo per la squadra, sapere che ha avuto la mononucleosi ci fa male. cercheremo di fare bene anche per lui».
Compattezza come chiave di squadra, ma chi sono i più grandi trascinatori?
«Credo non ci sia qualcuno di preciso, c’è sempre qualcuno che tira fuori qualcosa di meglio dall’altro. La nostra cosa bella è che siamo compatti e non molliamo mai. Nei momenti difficili siamo sempre uniti e proviamo sempre a rifarci e ribaltare la situazione».
Come successo dopo Belgrado?
«Si, purtroppo io non ero in campo contro la Stella Rossa ma il fatto di non aver fatto quello che speravamo in Eurolega ci ha dato un motivo in più per far bene in campionato».
Hai contratto per il prossimo anno in Virtus?
«In teoria si – ride – sicuramente è una bellissima società. Dal punto di vista contrattuale è meglio però aspettare e non parlarne».
Il tuo sogno è l’NBA?
«Qualche anno fa ti avrei detto di si, ora il mio sogno è arrivare al massimo possibile delle mie capacità. Che sia in NBA o alta Eurolega, dove credo di essere già arrivato in quanto la Virtus è una grandissima squadra. Io voglio fare la miglior carriera possibile per non avere risentimenti alla fine».

Dusko Ivanovic (©Virtus Pallacanestro)
Come ti trovi con Ivanovic, che caratteristiche ha?
«Ivanovic è molto esigente, soprattuto in difesa a livello energetico. Per lui sono queste le cose fondamentali: mettere energia, difendere e aiutare i compagni. Questo l’ho capito subito e mi sta dando l’opportunità di giocare».
L’inserimento di Taylor:
«E’ stato importantissimo. Avevamo bisogno di un altro giocatore anche dopo la partenza di Holiday, uno che ci potesse aiutare a muovere la squadra cercare di dare energia. In questo ci ha dato molto».
Cosa non ha funzionato con Holiday?
«Ogni tanto ci sono periodi o stagioni buone o sbagliate. Lui era appena tonarto da otto mesi fermo e questo non ha aiutato. Purtroppo è successo quel che è successo e gli auguro un grosso in bocca al lupo. E’ stato un signor giocatore da 13 anni di NBA».
Quali sono state le chiavi a Milano?
«Sicuramente rimanere con i piedi per tentare senza pensare troppo. Andavi a Milano che è una signora squadra dove niente è dovuto. Avevamo l’obiettivo di rimanere insieme in qualsiasi momento. Milano è una squadra di campioni e non devi farti demoralizzare nei loro momenti di striscia».
Su Toko Shengelia:
«Lui ci tiene tanto, vuole giocare anche quando gli dicono che non può. Sto imparando tantissime cose da lui, da giovane guardavo tantissimi suoi video e ora ci posso giocare insieme, quindi perchè non rubargli qualcosa».

Shengelia (©Virtus Pallacanestro)
Alta intensità anche in allenamento per Toko, è vero?
«Durante gli allenamenti è una guerra tra macellai, io per primo. Diamo tanta intensità e questo lo portiamo anche in campo con testa bassa e lavoro».
Su Zizic:
«Come compagno di squadra è super, così come giocatore. Ha fatto l’NBA ha fatto Eurolega e anche da lui sto imparando tantissimo. Sono stupito da lui su come rimanga sempre calmo in ogni situazione senza far trapelare emozioni, un professionista. Sempre puntuale, sempre in tempo e lavora sodo. Quando gli si danno le possibilità fa molto bene. Questo è un tipo di giocatore che ci serve».
Preferisci iniziare in quintetto o dalla panchina?
«Che domanda – ride – la differenza comunque la fa finire le partite, è quello che conta».
Quanto hanno pesato le assenze di Polonara e Clyburn e cosa vi ha detto Ivanovic a riguardo?
«Non ha detto qualcosa in particolare, sicuramente la loro assenza è stata un bel colpo. Ci siamo rimboccati le maniche, ora mi tocca andare a difendere sui quattro e dall’altra parte questo da la possibilità di far vedere ancora di più che posso aiutare la squadra in altre maniere. Speriamo in un miracolo e che se dio vuole rientrino entrambi».
Sulla nazionale:
«Sempre bello andarci. Quest’estate spero di andare e di poter fare bene se il coach mi convocherà».

Momo Diouf (©1000 Cuori Rossoblù)
Come ti sei trovato con Banchi?
«Benissimo. Gli devo tantissimo, mi ha messo in campo è stato la persona che ha creduto di più in me mettendomi in campo contro l’Efes in Eurolega, gli sarà sempre grato. Se non fosse stato per lui adesso non saremo qua a parlare».
Come vivi la situazione politica legata ad alcune dichiarazioni alle volte strumentalizzate?
«Io sono molto grato. Sono venuto qua con la mia famiglia per motivi economici, non per il basket. Il fatto di esser riuscito ad ottenere la nazionalità italiana e aver giocato per la nazionale mi rende fiero. Sto vedendo altri ragazzi dell’Africa che stanno riuscendo a ripercorrere questi passi, questa è una cosa che fa bene all’Italia per mostrare la il livello d’integrazione».
Cosa temete di Brescia?
«Temete è un parolone. Diamo molta attenzione al fatto che hanno due giocatori veramente forti come l’Mvp Bilan e Della Valle. Ci sono poi tutti gli altri che stanno facendo una grande stagione. Hanno grande energia, non si fermano mai, su questo bisogna fare attenzione».
Su Bilan:
«E’ fortissimo. Si, può avere movimenti legati al gioco del passato ma è bravo nelle letture. Non ha l’atletismo del lungo moderno ma ha la visione e coinvolge i compagni mettendo in ritmo la squadra».
Come immagini lo sviluppo della serie?
«Molto difficile. Loro sono arrivati fino alla fine quindi sono in gas. Dovremo riuscire a tenergli testa, rimanere concentrati e giocare duro».
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