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Virtus Bologna

L’affascinante storia della Virtus Pallacanestro. Diciassettesima puntata.

Il terzo scudetto nel 1948. La Virtus fa anche poker l’anno dopo. La cronaca di Aldo Giordani.

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Virtus Pallacanestro Diciassettesima puntata. La Virtus 1947/48: Dino Zucchi, Ferriani, Dario Zucchi, Bertoncelli, Setti, Ranuzzi, Carlo Negroni, Marinelli, Rinaldi, Bersani.
La Virtus 1947/48: Dino Zucchi, Ferriani, Dario Zucchi, Bertoncelli, Setti, Ranuzzi, Carlo Negroni, Marinelli, Rinaldi, Bersani. (Foto Virtuspedia)

Nel campionato 1947/48 la Virtus è inserita nel girone B. Lo vince, precedendo la Ginnastica Roma e altre sei squadre. Dall’altro gruppo accedono al girone finale Reyer Venezia e Olimpia Milano. La Virtus vince a Milano, batte Venezia, ma perde a Roma. Nel girone di ritorno pareggio interno con i milanesi e vittoria in laguna, così a una giornata dal termine la Ginnastica Roma ha un punto di vantaggio sui bolognesi, le altre fuori corsa. Le due prime si sfidano in Sala Borsa il 2 maggio con la sperimentazione del doppio arbitro, su richiesta della squadra romana. A dirigere la gara Cenni di Trieste e Testa di Torino, cronometrista Briga di Firenze (lo storico cronista di Stadio, Roberto Fabbri commenterà l’esperimento sul giornale del giorno dopo: “Per uno sport veloce quale è la pallacanestro è apparso veramente indovinato ed utile”).

Festa per il terzo scudetto

Vince la Virtus 39-26 invasione festante e terzo scudetto per i bianconeri. La Virtus manda 5 dei suoi alfieri (Bersani, Ferriani, Marinelli, Ranuzzi e Rapini) a difendere i colori azzurri all’Olimpiade di Londra. Resta a casa Carlo Negroni, che aveva deciso l’incontro di Parigi a inizio anno. L’anno dopo si torna al girone unico a dodici squadre. La prima giornata è la classica Virtus – Reyer, finisce 16 a 11, punteggio più basso in assoluto nella massima serie. Forse ha inciso la nuova regola dei tre secondi, nessuno osava avvicinarsi al canestro. La squadra bolognese nel girone d’andata ha un solo passaggio a vuoto in dicembre con due sconfitte consecutive a Trieste con la Ginnastica e in casa con il Borletti Olimpia, ma intanto ha già colto due punti chiave (39-34) in casa del Varese che alla fine giungerà in seconda posizione. Nel girone di ritorno la Virtus non lascia scampo agli avversari, perde solo a Venezia in febbraio e all’ultima giornata a Roma, quando il quarto scudetto consecutivo è ormai conquistato.

Arriva anche il quarto titolo della Virtus

La matematica certezza arriva il 10 aprile, alla terz’ultima giornata, contro Pavia in Sala Borsa, 42-18. La gara successiva, contro Gallarate fu disputata alla Piscina dello Stadio la settimana dopo: un altro successo per le Vu nere, 35-25. L’ultima partita, in programma il 24 aprile, fu rinviata perché le V nere erano impegnate il giorno prima, in amichevole, contro il Royal IV Bruxelles a Lido d’Albaro, zona balneare di Genova. La partita di chiusura del campionato della Virtus fu recuperata l’8 maggio. Si trattava della trasferta nella Capitale contro la Ginnastica Roma al campo del Muro Torto, che la stagione avanzata rendeva già molto polveroso. Dopo un bruttissimo primo tempo, chiuso in svantaggio 17 a 6, i bolognesi rimontarono, ma uscirono sconfitti 21 a 20. Poco male, il tricolore era già in bacheca; la gara fu invece fondamentale per i capitolini che, grazie a quel successo, si salvarono dalla retrocessione.

La cronaca di Aldo Giordani

Non fu una partita memorabile nella storia bianconera, ma importante fu la cronaca che uscì su Stadio, perché a scrivere delle sorti della Virtus fu un venticinquenne nato a Milano ma la cui famiglia visse a Bologna fino al 1944, si chiamava Aldo Giordani che si dilungò anche in commenti tecnici, alcuni ancora attuali, come per esempio: “la Virtus poi si è vista togliere la palla per ben sei volte per presunti falli che erano viceversa correttissime partenze in palleggio all’americana”. Mentre la Ginnastica Roma si salvava, quello stesso anno arrivò il primo scudetto della pallacanestro a Roma, grazie alle ragazze dell’Indomita, il cui allenatore e direttore tecnico era proprio Giordani, che sarà figura fondamentale per promuovere la pallacanestro anche come giornalista. Una delle ragazze, Francesca Cipriani diventò sua moglie ed ebbero 3 figli, una delle quali, Claudia, è stata una grande sciatrice.

 

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