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Basket

Virtus: vince ma non convince. Il finale è 79-75, ma quanta fatica. – 10 feb

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OBIETTIVO LAVORO BO: Pittman 6, Fabiani n.e., Vitali 5, Cuccarolo, Gaddy 18, Fontecchio 15, Mazzola 7, Oxilia n.e., Hasbrouck 11, Odom 11, Ray 6. All. Valli.

CONSULTINVEST PU: Basile 2, Shepherd 4, Gazzotti 4, Lacey 15, Christon 18, Daye 14, Solazzi n.e., Candussi 1, Lydeka 14, Ceron 3. All. Paolini.

 

Turno infrasettimanale per la Virtus, che ospita i marchigiani di Pesaro in uno scontro vitale in ottica salvezza. Clima incandescente sugli spalti ancor prima della palla due. Le due tifoserie non si risparmiano reciproci sfottò, contribuendo ad alimentare la pressione che già avvolge giocatori e staff tecnici. Da segnalare anche uno striscione di pacifica contestazione esposto dalla curva dei Forever Boys, a seguito del deciso confronto avuto in settimana alla palestra Porelli. La gara parte con il solito leitmotiv bianconero: palla a Pittman. Le prime scelte del gigante in maglia n°1 non producono nulla di buono, bensì aprono ai rapidi contropiedi ospiti. Esito: parziale di 0-6 con cui Pesaro tenta la fuga immediata sul 4-10. Le forzature sono ripetute, spinte dalla paura che pervade le V nere. Valli si gioca la carta Ray, e da subito pare vincente. Tripla a bersaglio più assist per la bimane di Fontecchio, con cui Bologna torna ad un solo possesso di svantaggio. Peccato per le sbavature sul finire della prima frazione consentano agli ospiti di chiudere al 10’ con la testa avanti sul 14-21. Gaddy guida l’immediata rimonta: 7-2 il parziale con cui i padroni di casa ritornano in corsa. Pesaro è costretta a rifugiarsi ai falli per fermare le offensive degli uomini di coach Valli, esaurendo presto il bonus. Odom segna il -1 (34-35) prima che alcune rivedibili fischiate penalizzino severamente il voglioso Ray, costretto alla panchina dopo il 3° personale. Il ferro aiuta gli ospiti a mantenere le distanze, ma il bombardamento made in Italy in rapida successione, produce un perentorio 9-2 con cui i bianconeri trovano il primo vantaggio nell’incontro con cui le squadre  giungono alla pausa lunga sul 43-40. Al rientro sul parquet va in scena il terzo quarto dal titolo “La storia infinita”. Succede di tutto nella frazione. Sorpassi e controsorpassi continui, con climax imprevisto a metà della stessa. Lo spigoloso Lydeka si rende protagonista di un fallo, ai quali si aggiungono un immediato antisportivo più un tecnico. Gara che subisce un improvviso stand by, durante il quale la terna arbitrale cerca di fare chiarezza sull’accaduto. Morale: tre liberi per capitan Ray (peccato ne segni solo due) più possesso Virtus. Sul ribaltamento di fronte ancora confusione totale da parte di tutti. Il capitano è costretto ad abbandonare anzitempo i giochi per raggiunto limite di falli. Gli stessi che condannano anche Pittman e Mazzola. Pesaro ne approfitta incrementando il vantaggio con i liberi del proprio centro Lydeka, ma i bianconeri non demordono. Gaddy impatta a quota 59 finalizzando un buon contropiede, seguito dal layup di Odom allo scoccare del minuto 30. OL nuovamente a condurre le danze, ma con distacco minimo: 61-60. Mazzola segna quattro punti in fila, costringendo coach Paolini al timeout. I padroni di casa continuano la propria marcia sospinti dalla verve di un sempre presente Odom. La fase difensiva accende la modalità “the wall”, costringendo Pesaro al misero bottino di soli quattro punti segnati. Le V nere tentano la fuga, raggiungendo massimo vantaggio sul +11 (75-64). Ma ecco che sul più bello, e con un avversario ormai alle corde, i soliti fantasmi tornano a spaventare la truppa di coach Valli. Scelte offensive inspiegabilmente frenetiche, e maglie difensive più larghe complice anche la stanchezza, offrono agli ospiti la possibilità di un recupero in cui, forse, non speravano più. Daye segna la tripla del -5 (77-72), parzialmente arginata dai liberi di Gaddy che ristabiliscono le distanze. Poi il gioco di Christon, ancora da tre punti, dimezza il gap. Hasbouck si rende protagonista in negativo, prima perdendo palla sulla pressione ospite, poi non eseguendo le consegne in uscita dall’ultimo timeout chiamato da Valli. Finisce 79-75.

Vittoria che dà morale, ma serve solo alla classifica. Il gioco mostrato non ha trovato modifiche alla solita ricerca servire il centro in maglia n°1, sempre raddoppiato. Ormai una costante delle difese avversarie. A tratti le trame orchestrate sono state anche piacevoli, ma, soprattutto nella prima parte, non sostenute dalle medie al tiro, in particolar modo quelli scoccati da oltre l’arco. Si salva la fase difensiva, granitica nel momento in cui i giochi si sono fatti duri. Un vero peccato infine, aver avuto in mano la possibilità di ribaltare anche la differenza canestri rispetto alla gara di andata. Purtroppo così non è stato, a causa di inspiegabili scelte di giocatori da cui non ti aspetti questo genere di errore (vedi alla voce Hasbrouck).

La speranza, ora, è che il rientro di capitan Ray possa proseguire senza intoppi ed in maniera graduale, poiché questa squadra necessita fortemente del suo talento. Il Lavoro per coach Valli non manca. Concentrarsi sull’Obiettivo è l’imperativo da non sbagliare, né dimenticare.

 

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