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14 maggio 2025 – Tratto da una storia incredibilmente vera

La giornata del 14 maggio 2025 suddivisa in tre atti. Si consiglia di accompagnare alla lettura l’ascolto delle tracce audio indicate

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14 maggio 2025, Stadio Olimpico di Roma

Curva Nord, Stadio Olimpico di Roma, 14 maggio 2025, ore 22.59, rumore del battito di 30 mila cuori…No, alt! Non arriviamo subito al dunque, torniamo indietro di qualche ora.

(Si consiglia di accompagnare la lettura cliccando sul player audio all’inizio di ogni rispettivo atto).

 

ATTO I – L’ESODO

Stazione Centrale di Bologna, 14 maggio 2025, mattino. Rumore di bandiere che sventolano e brusio emozionato di sottofondo

E’ proprio quel giorno, quello che molti, fino a un paio d’anni fa pensavamo di non vedere più, altri lo potevano solo sognare non avendolo mai vissuto. Stasera il Bologna si gioca la finale di Coppa Italia, mezzo secolo dopo l’ultima volta. Proprio a Roma, dove nel 64′ abbiamo vinto lo scudetto e nel 74′ la Coppa.

Basta questo ad inquadrare una situazione che quasi chiunque potrebbe definire surreale. Ma davvero stiamo per giocarci la Finale di Coppa Italia? Cosa, la Finale?
Tensione mista ad adrenalina con quel pizzico d’incoscienza di chi non ha capito cosa sta per succedere davvero.

Qualcuno stempera il climax bevendosi una birretta per colazione (un classico no?), altri lanciano un «Forza Bologna alé, un gollettino non basta più, ne voglio almeno tre e sono sicuro di vincere!». Molti hanno Stadio sotto l’ascella perché sarà anche vero che i giornali non vendono più ma i numeri da collezione non si lasciano in edicola e poi chi giocherà dall’inizio? Tornerà Castro? E Odgaard e Ndoye? ll treno sbuffa, si parte.

Trastevere, 14 maggio 2025, sole a mezzodì. Rumore di commensali a tavola, banda di musicanti romani

Trecento tifosi, forse anche di più, sono seduti a tavola presso il ristorante “Meo Patacca”, storico luogo di ritrovo del Bologna Club Roma 89′. E’ una festa, una marea di tavolate, ognuna con commensali vestiti di rossoblù che, forchetta alla mano a gustare il menù fisso della finale con tanto di cheesecake rossa e blu, cantano “L’anno che verrà” accompagnati dagli archi della banda. Si entra in una stanza, poi in un’altra, poi in un’altra ancora: tutte gremite di bolognesi, anzi bolognisti.

Perché l’appuntamento con la storia richiama tifosi da tutta Italia e da tutto il mondo.
«Oggi ospitiamo noi» dice Gianluca Burchi, figlio dell’indimenticato Corrado, fondatore del club capitolino. «Allo Stadio ci sarà la bandiera alle mie spalle, c’era nel 64′ al mitico spareggio scudetto e nel 74′ in finale con il Palermo».

Non solo a Trastevere, anche per le vie di tutto il resto del centro s’incontrano drappelli del grande esodo e i romani dalle finestre gridano: «Siamo tutti con voi, stasera ve la meritate, vincete per tutti!». Quante speranze. Ma noi soprattutto, abbiamo capito cosa stiamo andando a fare? Sì fare, perché la stiamo vivendo come se Italiano avesse scelto di schierarci tutti in campo e non vogliamo deludere le sue aspettative. Il tempo passa ed è ora di avviarsi verso l’Olimpico.

La bandiera del Bologna club di Roma, presente anche nello spareggio del '64

La bandiera del Bologna club di Roma, presente anche nello spareggio del ’64 (© Club Bologna Rossoblù Roma)

 

ATTO II – IL GIOCO

Ponte Milvio, 14 maggio 2025, ore 16.30. Passi in marcia, cori da stadio

L’onda rossoblù si sta radunando, tutti stanno lentamente confluendo a Ponte Milvio per poi dirigersi in corteo all’ingresso della Curva Nord. E’ il momento di scendere in campo, di cominciare a giocare, non ancora per i giocatori ma per i 30 mila da dovunque con la sciarpa del Bologna al collo. Serpentone che attraversa il ponte, si canta, si sventolano le bandiere e si tengono alti i “due aste”, alcuni sono immancabili altri creati forse ad hoc per l’appuntamento con la storia.

La marcia ha inizio. La distanza è di circa un chilometro, utile a riconoscere volti amici, abbracciarsi e caricarsi a vicenda. E’ un onda lunga, lunghissima, anche perché il fischio d’inizio è alle 9 di sera ma chi ha voglia di aspettare ancora?

Esterno Stadio Olimpico di Roma, 14 maggio 2025, tardo pomeriggio. Odore di paninaro, rumore di vetri di birra e musica da stereo

Ultimo step prima di entrare, non si torna indietro. E’ il momento della sosta dal paninaro, un’altra birretta, qualche altro coro. Il sole è ancora alto ma comincia a dorare i pini marittimi tipici romani e l’ansietta torna a salire ma la gioia la supera. Dagli stereo dei chioschi partono i grandi classici della musica italiana, su “Rewind” di Vasco è spontanea addirittura la sciarpata che sfocia in pogo.

Davanti ai cancelli parte un coro: «E la Sabrina alé alé, e la Sabrina alé alé» all’indirizzo di Sabrina Orlandi, storica giornalista di ETV RETE 7, proprio in mezzo al pubblico alla caccia di pareri pre-partita e riempita d’affetto.

Curva Nord Stadio Olimpico di Roma, 14 maggio 2025, manca quasi 1 ora e mezza al fischio d’inizio. Movimento di persone che salgono i gradini, playlist musicale elettro-pop

Tutti cominciano a prendere posto, dove capita. Il numero del seggiolino non si guarda. Diciamoci la verità: in curva chi lo ha mai guardato? Su ogni posto c’è una baniderina, o rossa o blu. Servirà per la coreografia, spiegata su un foglietto che il tifo organizzato ha distribuito. Si leggono le istruzioni che avranno validità dalle 20.30, si chiacchiera e si fa il classico gesto di alzare una mano con il telefono all’orecchio per farsi vedere dall’amico che deve venire di fianco a te.

Il maxi spicchio bolognese si riempie in fretta, quello milanista a rilento ma poco importa. I giocatori si riscaldano e tra sfottò e cori arriva il momento delle formazioni e dell’intrattenimento in stile NBA. Spettacoli pirotecnici, gran ingresso del trofeo e gioco di luci.

Tutto spettacolare ma lo è ancora di più il momento in cui si mette in atto la coreografia tanto attesa. E a ottima ragione. Si sventolano le bandierine e si cerca di capire cosa è disegnato al centro, sporgendo un po’ la testa. Anche se non si può vedere da fuori, capiamo che sta venendo fuori qualcosa di pazzesco.

Curva Nord Stadio Olimpico, 14 maggio ore 21.03, fischio d’inizio. Cori

Sì, poi c’è anche la gara. Anzi quando inizia un pensiero sfiora più di un tifoso: «Noi il nostro lo abbiamo fatto, ora tocca a voi ragazzi!»

E’ una partita difficile, non spettacolare ma d’altronde è una finale, va bene così. A metà primo tempo, quella almeno è la percezione, si rischia grosso ma ci pensa Skorupski ad intervenire sulla linea.

Intervallo veloce, si riparte e al 53′ succede. Succede quello che poi, quaranta minuti dopo varrà quell’altra cosa che nessuno vuole ancora dire. Da quel momento in poi si continua a cantare ma la tensione sale alle stelle. Sarà mica paura di vincere? Forse, o forse è la paura di vanificare tutto come accaduto tante di quelle volte negli ulitmi 25 anni che nemmeno si ricordano.

No stavolta no! Questa volta è diverso. Da un anno e mezzo è diverso. Il Bologna è diventata un big e il momento di dimostrarlo è questo. Scocca il 70′ poi l’80’ poi il 90′. 6′ di recupero, cronometri degli smarphone alla mano: «Sei da quando riparte il gioco».

«Quanto è passato? Per ora 1 e mezzo. Ora? Tre e mezzo…50 secondi…30…fischiaaaa!»

Dan Ndoye (© Bologna FC 1909) Milan

Dan Ndoye (© Bologna FC 1909) Milan

 

ATTO III – LA STORIA

 

Adesso sì. Curva Nord dello stadio Olimpico di Roma, 14 maggio 2025, ore 22.59, rumore del battito di 30 mila cuori. Triplice fischio

Non è successo davvero dai. Un’intera generazione è stata abituata a elencare così il palmares del Bologna: 7 scudetti e 2 Coppe Italia, schieramento “classico”. Non è una cosa che cambia, cioè i numeri sono questi. Cosa significa 3 Coppe Italia? Cosa vuol dire?

Eppure stiamo esultando, stiamo piangendo. «I miracoli esistono! I miracoli esistono!» continua ad urlare una un signore non troppo giovane. Allora forse è successo, i ragazzi che corrono sotto la Curva stanno davvero festeggiando e un intera città, all’Olimpico o in Piazza Maggiore o da qualsiasi altra parte, lo sta facendo con loro.

Allora è vero, ma questo lo realizzeremo tra un po’, nenche domani ma tra qualche giorno perché la razionalità viene dopo l’euforia e quella rossoblù si prolunga in una festa senza fine.

“La storia siamo noi” cantava De Gregori e a noi toccherà raccontarla alle generazioni, proprio come hanno fatto i nostri nonni e i nostri genitori con noi.

«Io ho visto il Bologna vincere la Coppa Italia del ’25.  Festeggiammo allo Stadio, festeggiamo in Piazza, festeggiammo tutta la notte». 

Se fino a pochi giorni fa nessun tifoso nato dopo gli anni 80′, ma forse anche prima, poteva nemmeno contemplare l’idea di vedere il Bologna vincere un trofeo, da mercoledì sera quest’idea c’è perché sì, il 14 maggio 2025 il Bologna ha vinto la Coppa Italia.

Vincenzo Italiano portato in trionfo dalla squadra (© Damiano Fiorentini)

Vincenzo Italiano portato in trionfo dalla squadra (© Damiano Fiorentini)

Tratto da una storia incredibilmente vera

 

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1 Commento

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  1. Luigi

    17 Maggio 2025 at 18:21

    🤎💜🤎💜🤎💜🤎💜🤎💜👏👏👏👏👏👏👏

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