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Bologna

A tu per tu con Giovanni Gabrielli – 23 ott

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Delio e le storie tese. Giovanni Gabrielli, a suo avviso, a Rossi sta venendo a mancare la grinta per lottare?

“La situazione dell’attuale allenatore del Bologna non è certamente facile, da una parte è venuta a mancare la fiducia dei tifosi e della stampa (tale fiducia – a mio parere – non è mai stata data), situazione non sufficiente ad esonerarlo, dall’altra anche il rapporto con la società non è così semplice e rassicurante. Tutto questo chiaramente non aiuta la situazione psicologica del Sig. Rossi, una situazione che sarebbe difficile per qualsiasi allenatore”.

 

Conosce Rossi? 

“Non lo conosco personalmente, ma quello che posso dire analizzando il suo modello comportamentale è che non ci si può aspettare che cominci a spaccare tutto e tutti. Ricordiamoci l’unica volta che ha veramente  perso le staffe a Firenze cosa è successo. Il suo modo di comunicare può essere confuso con poca grinta o rassegnazione ma credo che non sia assolutamente così. Rossi si trova in una situazione complicata, una situazione che in qualunque altra società lo avrebbe portato all’esonero. Penso invece abbia ancora risorse per uscire da questa situazione. Essere un allenatore a tempo determinato non è una situazione facile da gestire – come già detto – non lo sarebbe per nessuno. Ma se la società ha deciso di proseguire con lui, continuare a criticarlo e a chiederne la rimozione non aiuta la squadra, che deve avere la possibilità di preparare la prossima partita col Carpi in maniera focalizzata e ottimale”.

 

Destro da soluzione a …problema?

“A Bologna si è maestri in questo: è successo per Acquafresca, Bianchi, Cacia e Mancosu. Arrivano preceduti da grosse aspettative, da trionfalismi generali e poi – dopo qualche partita – diventano il problema. E’ un gatto che si morde la coda. Destro non ha certo disimparato a giocare ma, vista la sua storia personale, non si può pretendere che nelle prime partite diventi il goleador che forse ancora non può essere. So che nessuno ne ha voglia e che tutti pensano che non ci sia tempo ma ‘diamogli tempo’, mettiamolo nelle condizioni di serenità che adesso non può avere. Non si disimpara a giocare, si può perdere il contatto con il meglio di se stessi specie se non si è tranquilli”.

 

E Mattia, ora, non è tranquillo?

“Io osservo gli occhi dei giocatori durante le partite, raccontano degli stati d’animo, negli occhi di Mattia nell’ultima gara ho visto un po’ di ansia da prestazione e di preoccupazione ma non di rassegnazione, così però non si gioca tranquilli, e si corre il rischio di sbagliare…”

 

Al pubblico rossoblù obiettivamente non si può dire nulla, anzi potremo definirlo “l’arma in più”

“Il pubblico e i tifosi del Bologna sono splendidi, criticano e rumoreggiano a  fine gara, ma durante la gara – indipendentemente dal risultato – sono sempre al fianco della squadra, e questo è molto importante. Importantissimo”.

 

“E’ colpa di tutti, serve autostima” , Mirante nel dopopartita col Palermo

“E’ colpa di tutti è una frase pericolosa, fa capire lo stato di non tranquillità di tutta la squadra, dividere le colpe non serve ad abbassarne l’impatto psicologico, anzi lo peggiora perché indebolisce il gruppo”.

 

Partiamo dal concetto di “autostima”

“Per quanto concerne l’autostima, nello sport si fa una grande confusione, non è una partita andata bene o male che ha impatto su questa, e non è nemmeno così importante. Non voglio fare un tratto di “mental coaching”, ma la cosa più importante su cui lavorare è l’autoefficacia, che rappresenta il conoscere i propri punti forti e le aree di miglioramento, credo che sia l’autoefficacia di questa squadra ad essere molto bassa: in realtà non esiste ne l’autostima di una squadra ne l’autoefficacia, ma esistono autostima e autoefficacia individuale di ogni giocatore che poi possono sommarsi”.

 

Bassa autoefficacia, può spiegarci il significato?

“Bassa autoefficacia significa poca possibilità di modificar i comportanti in partita a seguito di esigenze specifiche, ci si perde e si va in confusione, specialmente se manca un leader, io lavorerei anche sull’autoefficacia individuale. Posso dire una cosa?”

 

Dica, Gabrielli

“Io sono sicuro che il Bologna il prossimo anno giocherà ancora in serie A, bisognerebbe smettere di parlare di partite da ultima spiaggia, esame senza possibilità di errore, spareggio salvezza. Non bisogna ignorare la situazione, ma bisogna uscire da questo clima di pessimismo diffuso che non è certamente utile ad affrontare proattivamente la situazione”.

 

Ha mai pensato di mettere nero su bianco le sue teorie in un libro?

“Di libri di psicologia sportiva e di mental coaching ne esistono già tanti, alcuni straordinari, altri efficaci, qualcuno interessante, molti altri banali. E per finire ne esistono anche di pericolosi, applicando i modelli riportati si potrebbe fare danni invece che risolvere problemi. Non esiste quindi la necessità di un altro manuale. Io sto scrivendo quello che io chiamo un “manuromanzo”: racconterò la storia di un allenatore di calcio, della sua squadra e del rapporto di fiducia che sia lui che la squadra hanno in questa figura. La storia racconterà di vittorie e sconfitte, conflitti e gelosie, rapporti difficili fuori dal campo…ci sarà un lieto fine naturalmente. E il libro sarà pieno di riferimenti pratici su come lavorare con la mente e sul linguaggio di efficacia. Lo vorrei chiamare “Erba verde e cervello fino”…” 

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