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Alé Bulåggna! – Cmanda Barâba – 7 feb

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Ai vôl un bèl ståmmg, ci vuole un bello stomaco in una giornata come oggi a mettersi a scrivere qualcosa che dovrebbe strappare al lettore rossoblù un piccolo sorriso, un zriṡén. Al massimo salterà fuori un sorriso a denti stretti, quello che una volta si definiva un suriṡ da muròid.

Quante volte, a sentire i vecchi che dicevano che al pîz l è sänper drî dal óss, abbiamo pensato: sóccia ch’dû marón. Beh, stavolta a sän avanzè ed stupén in dimónndi, ci siamo rimasti male in parecchi, grandi e piccoli.

Comunque andän pûr d lóng. L’altro giorno il nostro ineffabile presidente ha usato un modo di dire, diffuso non solo a Bologna: «Qui [al BFC] comanda Barabba», al cmanda Barâba, per dire che siamo in una situazione di anarchia e sovvertimento del normale ordine delle cose ed ognuno fa quel che gli pare.

Sembra pacifico che lo abbia detto par tôrs in ṡdånndla, per prenderci in giro, cosa peraltro non nuova, perché l’ostinazione con cui ha perseguito i suoi obiettivi, in perfetta collaborazione con cl èter amîg dal giaguâro del nostro ex-capitano, non denotano certo subordinazione ai voleri altrui.

Tornando al nostro ladrone, Barâba, s intànnd, è abbastanza facile la spiegazione dell’origine del detto, dal rovesciamento della logica delle cose avvenuto quando il popolo volle la liberazione di un brigante in pòst ed nòster Sgnåur. C’è però un altro significato, diffuso in Romagna, per il periodo in cui “E cmanda Barâba” e si riferisce al tempo fra il giovedì santo e la Pasqua, quando le campane vengono legate e che a Bologna è detto al dżón däl canpèn.

Una brutta notizia a Bologna è chiamata anche una brótta canpèna, e allora oggi seguiamo il consiglio del poeta e non chiediamoci per chi suona la campana, ma tucän fèr, tocchiamo ferro e… bån viâż.

 Alé Bulåggna !!!    

                                                                               7 ed febrèr 2014

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