Bologna FC
Amarcord – Felice Gasperi, bandiera rossoblù
Felice “Gisto” Gasperi, uno dei migliori terzini che abbia mai vestito la maglia rossoblù. Diciassette stagioni con il Bologna e tanti trofei conquistati nel momento in cui il Bologna dominava in Italia e in Europa
Nel nostro amarcord di oggi, parliamo di una bandiera rossoblù dei tempi in cui i colori del Bologna facevano subito pensare ad una squadra vincente, ad uno “squadrone che tremare il mondo fa”; oggi parliamo di Felice Gasperi.
Nato a Bologna il 26 dicembre del 1903, fiero prodotto bolognese, si appassiona al calcio fin da piccolo e dimostra di avere un potenziale molto elevato, esordendo in prima squadra nemmeno diciottenne, nel 1921. Diviene col tempo un pilastro della squadra, che non abbandonerà mai. Va detto che a quel tempo era normale restare una vita nella medesima squadra e che, a ben guardare, giocare nel Bologna di quegli anni non era certo una condanna. Anzi.
La carriera di Felice Gasperi
Di carattere focoso, metteva tutta la propria energia in una carica agonistica eccezionale. Eccellente nel gioco aereo, aveva la consuetudine, più che il vezzo, di giocare con un fazzoletto annodato sulla fronte per diminuire l’impatto delle cuciture del pallone. In epoche in cui il pallone non era leggero come oggi.
Iniziò nel ruolo di mezz’ala ma Hermann Felsner ne capì il vero ruolo abbastanza in fretta, spostandolo già dall’anno dopo. Felice Gasperi era un terzino, ed era uno dei migliori. Felsner ci aveva visto giusto. La grinta e la potenza lo rendevano un osso durissimo da superare. Gasperi e Monzeglio saranno i due migliori difensori rossoblù dell’epoca, formando col portiere Mario Gianni un trio difensivo mitico se non addirittura mitologico.
Non è un caso, in fondo, se nei 17 anni in rossoblù, Felice Gasperi potrà mettere in bacheca 4 Scudetti (1924/25, 1928/29, 1935/36 e 1936/37), 2 Coppe dell’Europa Centrale (1932 e 1934) e il Torneo Internazionale dell’Expo Universale di Parigi (1937).
Gli vengono attribuite 382 gare ufficiali, sebbene le fonti gliene attribuiscano oltre 400, ed è quindi in ogni caso il sesto rossoblù per presenze ufficiali. Segnò anche quattro reti, due delle quali decisive per la vittoria e, suo malgrado, anche tre autoreti.
Bologna 1928/29: Felice Gasperi è il primo a destra in basso (© Wikipedia)
Gisto e il suo carattere schietto e irascibile
Detto Gisto, era una persona che si fidava del proprio istino, che spesso lo aiutava anche in campo. Era anche soprannominato “Tubo di gelatina”, sempre per via del proprio carattere focoso che gli procurò anche qualche problema.
Memorabili, come racconta il descrittivo de “il Museo di Pignaca”, le lotte con lo juventino Varglien, altro giocatore estremamente irascibile. I due erano soliti darsele di santa ragione, ed era difficile veder finire ad entrambi la partita quando si trovavano uno di fronte all’altro.
Altri aneddoti sul carattere di Felice “Gisto” Gasperi, sono quelli relativi a Pagotto e Cappello. Quando Gasperi si accorse di essere ormai giunto a fine carriera, e di non essere più competitivo come in passato, nel 1937, suggerì al tecnico Arpad Weisz di sostituirlo con Pagotto, altro giocatore di grande qualità.
Per quanto riguarda invece l’inconveniente con Cappello, si racconta che dopo una sconfitta contro il Milan Gasperi accusò l’attaccante di non aver messo in campo abbastanza agonismo, e arrivò quasi sul punto di mettere le mani addosso al compagno.
Il suo carattere venne alla luce anche negli ultimi attimi della sua vita. Ricoverato in una clinica di Città Sant’Angelo, non volle morire in ospedale. Uscì quindi dalla struttura e venne trovato morto in una strada di campagna vicino alla clinica. Era il 23 maggio 1982, e aveva 79 anni.
Felice Gasperi
Italia: un rapporto non semplice tra Gasperi e la Nazionale
Nonostante il talento da vendere, la forza fisica e l’agonismo, faticò a trovare spazio in nazionale. Dopo l’esordio del 1928, si trovò in parte chiuso da Umberto Caligaris e il blocco difensivo della Juventus.
In Azzurro ottenne meno di quanto avrebbe potuto, che comunque non fu poco. Nelle poche apparizioni conquistò il bronzo alle Olimpiadi di Amsterdam 1928 e l’argento nella Coppa Internazionale del 1932.
Ma probabilmente, la vera motivazione delle poche presenze in nazionale fu dovuta al suo carattere e alla sua personalità. Solo dopo la morte di Gasperi, Schiavio si sentì in diritto di svelare quello che era fino ad allora grosso modo un segreto.
Per i Mondiali del 1934, Pozzo avrebbe convocato anche Gisto, ma fu lui a rifiutare. Perché? Perché pensando che la nazionale avrebbe vinto e che sarebbe stata strumentalizzata dal Partito Fascista, Gasperi si rifiutò di fare parte della spedizione.
Il saluto fascista non effettuato da Felice Gasperi
È credibile come ricostruzione? Per chi lo ha conosciuto sì. Ed è in linea con i principi di Felice Gasperi. Ideali e ribellione che si vedono nell’immagine che segue, condivisa sul proprio sito e poi su Repubblica da Umberto Martinelli, Presidente dell’Università Primo Levi e nipote di Gisto.
Felice Gasperi e il mancato saluto con la maglia dell’Italia (Facebook di Umberto Martinelli)
La foto risale a una gara della Nazionale italiana negli anni ’30, e mostra Gasperi, ultimo in fondo a destra, salutare con braccio basso e non con il classico saluto romano. E no, non è semplicemente che alzò la mano in ritardo, prima che qualcuno lo suggerisca.
Felice Gasperi, con il proprio carattere schietto, la sua voglia di ribellione e la sua istintività, non poteva forse definirsi, visto il tempo in cui visse, un antifascista nell’accezione che intendiamo oggi, ma certamente non era fascista. E, forse, fu anche questo oltre alla presenza di altri difensori di qualità a tarpargli le ali in Azzurro.
Poco male, a Bologna Felice Gasperi sarà sempre considerato una bandiera. Un grande dell’Olimpo Rossoblù che ha scritto pagine indimenticabili della storia del Bologna ed è nostro dovere mantenere memoria di giocatori e persone di questa caratura.
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