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Auguri Rossoblù: Pantaleo Corvino – 12 dic

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Il Portafoglio Pieno

Su Pantaleo Corvino ci si potrebbe, ne sono pienamente convinto, scrivere un romanzo. Di formazione, per chiunque voglia approcciarsi in un certo qual modo al mondo del pallone nel quale l’ex DS rossoblù viveva e vive ancora, ma anche di informazione, per far comprendere a tutti la materia che tocca ogni giorno con mano. Le vedove di Corvino, capitolo conclusivo di una storia iniziata bene, continuata, a mio parere meglio, conclusa con incontrovertibile decisione di separarsi, facendo il bene di entrambe le parti. Quando Corvino mise piede a Bologna per la prima volta nel 2014 faceva freddo, sotto i portici. Era dicembre, e da lì a poco si intuì presto che quel vento era aria di cambiamento, pronta a soffiare forte in Piazza Grande, giungere fino a San Luca e poi scendere giù in picchiata, percorrere Lo Stradone e fermarsi a Casteldebole, meta ultima di quel lungo viaggio. E, da lì a qualche giorno, a tutti fu chiara la strada che il dirigente di Vernole volle intraprendere: forte di una stabilità economica impressionante (si pensi che il Bologna era in Serie B in quel momento) mise a segno colpi importantissimi per la categoria, quali Sansone, Gastaldello, Da Costa, Mancosu e Mbaye (senza scordarci del buon Krsticic, passato in sordina). A salvezza sudata ma raggiunta, concentrò, come era solito fare, l’attenzione su giovani interessanti, vecchi naviganti in attesa di ritrovare il porto, una punta che fomentò i tifosi e un ragazzino guineano, pronto per la Primavera allenata, ai tempi da Leo Colucci. Storie diverse, dai destini intrecciati, con esiti tragici, felici e inaspettati: non tocca a me ripercorrere passo passo ciascun fatto precedentemente citato, né nominare i protagonisti in modo esplicito. Fate correre i ricordi, l’immaginazione, pensate a scenari alternativi che potevano svilupparsi e gioite, solo il Calcio è capace di tali ragionamenti. Torniamo ora all’ultimo capitolo: dopo l’addio, ovvio viste le divergenze e visto un protagonismo che, giorno dopo giorno, diventava sempre più ingombrante, molti si sono chiusi in casa, pensando non sarebbe mai più giunto qualcuno capace di mettere a segno buoni colpi (dimenticandoci però dei soldi scialacquati per calciatori quasi mai impiegati qui a Bologna). Oggi, dopo parecchi mesi, i veli neri sono stati finalmente tolti e lasciati in un cassetto, sperando che non si debbano mai più tirare fuori. Oggi Pantaleo, attualmente alla Fiorentina, compie 67 anni e vogliamo, nonostante la burrascosa estate, augurargli un sereno compleanno.

 

Sognando Quintero.

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