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Bologna, il calciomercato tra lista UEFA e necessità: la situazione

Il club emiliano affronta l’estate tra strategie di mercato e vincoli regolamentari: servono profili formati nei vivai per completare la rosa europea senza sforare i parametri

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Bologna Europa League (© depositphotos)
Europa League (© depositphotos)

In casa Bologna sono giorni importanti, questa prima parte di estate servirà per definire le strategie di calciomercato. E non solo per capire che cosa servirà alla squadra in senso strettamente tecnico. Ma anche per capire che cosa servirà “burocraticamente” parlando.

Il Bologna, in Serie A come in Europa League (e l’anno scorso in Champions) dove sottostare a dei (nel caso della UEFA rigidissimi) criteri per creare la rosa per la competizione. Gli organici devono essere di 25 giocatori over 21 o 22 più eventuali aggiunte under 21 e 22. All’interno della rosa dei venticinque però, la UEFA e la Serie A richiedono da tempo particolari condizioni.

Le regole tra campionato ed Europa

Va ricordato una volta di più queste liste di Serie A ed Europa League devono essere composte di 25 giocatori. Di questi, almeno 8 devono essere cresciuti in un “vivaio nazionale” e 4 di questi devono essere cresciuti nel vivaio del club di appartenenza. Due condizioni molto semplici quanto non comuni, soprattutto quando il tuo mercato spesso pesca il talento dall’estero.

Perché un calciatore diventi un elemento “cresciuto nel vivaio nazionale” deve aver giocato in un club italiano per almeno tre anni tra i 15 e i 21 anni. Lo stesso dicasi per i giocatori cresciuti nel vivaio del club: almeno tre anni tra i 15 e i 21 nel Bologna. Per fare un esempio: Federico Ravaglia è un giocatore cresciuto nel vivaio del Bologna; Giovanni Fabbian è cresciuto nel vivaio dell’Inter e quindi in un vivaio Nazionale. È anche in queste regole che bisogna fare rientrare le logiche che sottendono ad alcuni acquisti rossoblù dellultima stagione. Regole che, tranne qualche cavillo, coincidono sia in Italia che in Europa (sia per la Champions, sia per l’Europa League).

A questa lista principale, si affianca una cosiddetta lista B, nella quale il club può inserire quanti più giocatori vuole: in Serie A tutti gli under 22 che abbiano disputato almeno due anni nel club; in Europa gli under 21 che abbiano almeno due anni nel club.

La situazione lista Serie A del Bologna

Nel momento in cui vi parliamo, il Bologna al 1° luglio, una volta reso esecutivo l’addio di Bagnolini, esauriti i prestiti di Pobega e Calabria e rientrati alla base Ilic, Urbanski, Corazza e Raimondo avrà 26 giocatori in rosa (non stiamo ovviamente considerando i classe 2005 che avranno terminato il loro periodo in Primavera). Di questi 25, appena 8 di loro rispondono al criterio del “vivaio nazionale” e appena 4 di questi sono cresciuti nel vivaio rossoblù. Criteri rispettati di pochissimo e quindi ogni operazione di mercato andrà pesata anche in quest’ottica.

Una situazione problematica che un anno fa ha chiamato il club a fare scelte ben precise sul mercato sia in estate che a gennaio. Così si spiega la virata decisa su Erlic, croato ma già dall’adolescenza in Italia tra Parma e Sassuolo. E così si spiegano anche le scelte successive di Casale, Pobega, ma anche di Calabria a gennaio. Rientrare comodamente nei criteri delle liste senza patemi.

I problemi della lista UEFA del Bologna

Se in Serie A la situazione è facilitata dal fatto che la lista B ha un criterio di iscrizione molto più ampio, in Europa le cose sono un po’ più complesse. E il Bologna rischia di doversi presentare con una lista UEFA un po’ ristretta. Ma molto dipenderà nelle scelte di mercato.

Per quel che sappiamo dal mercato, i rossoblù saluteranno alcuni elementi che gli permettevano di rispettare i vari criteri. Bagnolini, Pobega, Calabria, Erlic, quest’ultimo in uscita ormai da mesi, ad esempio, ma oggi esiste anche il rischio di perdere Orsolini. Ecco perché è facile credere che Immobile (o Pinamonti) che è un giocatore ovviamente cresciuto in un vivaio italiano possa essere un’ottima soluzione, più di Dzeko. Motivo per cui il Bologna, allo stato attuale delle cose, prevedendo le scontate partenze di Urbanski, Corazza e Raimondo, rischia di presentarsi con uno o due giocatori in meno nella lista UEFA. Giovanni Sartori e Marco Di Vaio sono chiamati dunque a lavorare sul mercato per risolvere questa situazione. Ma anche evitare di portare via, magari, giocatori importanti alla Primavera come Massimo Pessina. Le necessità tecniche dovranno quindi trovare un compromesso con quelle burocratiche.

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