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Il passaggio di consegne

La sfrontatezza degli albori di Conte allenatore rivive oggi nel Bologna di Vincenzo Italiano, e la partita di domenica lo ha ricordato

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Vincenzo Italiano durante Napoli-Bologna
Vincenzo Italiano e Antonio Conte durante Napoli-Bologna (Fonte immagine: Bologna FC 1909)

«Io vedo in Vincenzo Italiano un Conte di 15 anni fa, un allenatore straordinario, che fa dare alla squadra il 110% e lo fa dare dal punto di vista atletico, tecnico e tattico, e ieri (domenica, ndr.) è stata surclassata la squadra di Conte sotto tutti questi punti di vista pur avendo una rosa nettamente migliore di quella del Bologna.» Parole di Riccardo Trevisani che, forse, si sono perse nella marea di complimenti fatti al Bologna e ad Italiano per la partita col Napoli. Parole che, però, legittimano un passaggio di consegne tra i due allenatori e premiano, finalmente, il coraggio dei Rossoblù di puntare su chi il calcio lo fa con le proprie idee, senza scendere a compromessi con nessuno.

Bologna, Vincenzo Italiano (© Damiano Fiorentini)

Bologna, Vincenzo Italiano (© Damiano Fiorentini)

Più simili di quel che sembra

Prima di addentrarci in discorsi troppo complessi da sviscerare, però, fermiamoci alle semplici parole di Riccardo Trevisani. Italiano e Conte sono veramente così simili? Beh, a pensarlo ad oggi viene difficile, visto che le idee di calcio sono molto distanti. Tuttavia, ci fu un tempo il cui l’allenatore salentino, agli albori della sua carriera, era proprio una reincarnazione dell’Italiano di oggi. Calcio offensivo, super propositivo, fatto di intensità, duelli e ritmi altissimi, un po’ come i suoi durante le stagioni da calciatore alla Juventus. Il tutto racchiuso in un modulo, il 4-2-4, simbolo di sfrontatezza e voglia di dimostrare agli altri che lui un palcoscenico importante lo meritava. Palcoscenico che poi arrivò, nel 2011, con una Juventus in piena rifondazione, e che lui stesso trasformò nella seconda squadra della storia della Serie A capace di vincere lo scudetto senza mai perdere.

Caratteristiche che, a ripensarci, ricordano un po’ il percorso avuto fin qui da mister Italiano a Bologna. Una squadra in rifondazione, priva delle stelle Zirkzee, Calafiori e Saelemaekers, e reduce da una gestione, quella di Motta, che per la prima volta dopo anni aveva riportato risultati in Emilia. La risposta del tecnico? Sfrontatezza, ritmo e voglia di affrontare tutti alla stessa maniera, incurante del pericolo e dedita allo spettacolo. Il risultato? Un trofeo, proprio come Conte.

Vincenzo Italiano con la Coppa Italia, sfiderà il Parma a Dicembre(© Damiano Fiorentini per 1000 Cuori Rossoblù)

Vincenzo Italiano con la Coppa Italia (© Damiano Fiorentini per 1000 Cuori Rossoblù)

Bologna-Napoli: il passaggio di consegne

Gli ultimi due Bologna-Napoli, però, hanno aggiunto qualcosa in più a questa curiosa somiglianza. Ci hanno mostrato, infatti, un Conte diverso, in balia di quello che è stato il suo passato. In entrambi i casi, il suo Napoli è stato chiuso, schiacciato ed addirittura surclassato in alcune fasi della partita da un Bologna veloce, dinamico e ritmato, capace di far girare la testa agli azzurri. E la cosa più curiosa, però, è che Italiano l’ha fatto con gli stessi principi che hanno contraddistinto gli albori del Conte allenatore: 4-2-4 (con Odgaard spesso vicino a Dallinga), ritmo alto e aggressività.

Ora il Bologna sogna un altro trofeo sotto la guida di Italiano, e se è vero che il passaggio di consegne tra lui e Conte c’è stato ai Rossoblù non resta che sognare.

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