Bologna FC
Bologna, ricostruire una difesa da Champions
Dopo una serie di cambiamenti, il reparto arretrato rossoblù cerca continuità e stabilità in vista di una stagione ricca di aspettative.
Il Bologna degli ultimi anni ha abbagliato tutti per la sua qualità offensiva, spesso tralasciando l’importanza del reparto difensivo. Nei due anni in Emilia, però, Thiago Motta ha fatto fare un salto di qualità alla difesa del Bologna, aiutato dalla dirigenza con investimenti mirati per il suo stile di gioco. Oltre alle azioni di Zirkzee e compagni, infatti, ha Calafiori e Lucumí in ogni dettaglio. Nella stagione 2023/24, il lavoro minuzioso del tecnico italo-brasiliano ha portato al miglior risultato dell’era-Saputo in quanto a gol subiti, 32. Solo Juventus (31) e Inter (22) hanno fatto meglio. Considerando che il peggior risultato equivale a 65 reti subite nel 19/20, possiamo concludere che è stato fatto un gran salto in avanti.
Sarà compito di Vincenzo Italiano tornare a quei livelli, dopo i 47 gol subiti nell’ultima stagione e nono posto in classifica. Il posizionamento in classifica passa anche da qui: se Orsolini e compagni vogliono vivere ancora la sensazione della Champions League, bisogna stare attenti a non “aprire le porte” troppe volte.
Un nuovo Italiano alla guida della difesa del Bologna
A Firenze, non mancavano le critiche della tifoseria per la gestione del reparto difensivo. Un baricentro troppo alto – spesso rivelatosi fatale – era una caratteristica identificativa dei viola guidati dall’allenatore di Karlsruhe. Nonostante le due finali di Conference League raggiunte (quella contro il West Ham persa proprio per un lancio alle spalle della difesa) e buoni posizionamenti in campionato, la nomea dell’allenatore con una baricentro difensivo troppo alto non è riuscito a togliersela.
Quest’anno, però, il cambiamento era sotto gli occhi di tutti. Con il Bologna, baricentro di difesa più basso e risultati migliorati. Nella prossima stagione, sarà chiamato a gestire i molteplici impegni e l’inserimento dei nuovi arrivati: Vitik ha già dimostrato di poter gestire l’eredità lasciata da Sam Beukema, pur con qualche accortezza. Ma siamo solo all’inizio.
Martin Vitik (© Bologna FC 1909)
Difesa in evoluzione
Nel corso degli ultimi anni, il Bologna ha visto mutare radicalmente volto e sostanza del proprio reparto difensivo. Un tempo, nomi come Filip Helander, Domenico Maietta, Arturo Calabresi e Sebastien De Maio rappresentavano il meglio che la piazza di Bologna potesse offrire. Un miglioramento si notò con l’arrivo di Lyanco, perno della difesa di mister Mihajlovic, ma soprattutto con Takehiro Tomiyasu, venduto all’Arsenal nelle ultime ore della sessione estiva di calciomercato nel 2021 per 18,6 milioni più bonus. Un’offerta irrinunciabile in quegli anni, per la società, tanto da accettare di venderlo senza un vero sostituto. Altri due affari in uscita hanno i nomi di Arthur Theate e Aaron Hickey, andati rispettivamente a Stade Rennes e Brentford. La scorsa estate, probabilmente la colonna della difesa di Thiago Motta, Riccardo Calafiori, ha conquistato anche Mikel Arteta con le sue prestazioni e la sua duttilità tattica, guadagnandosi il trasferimento all’Arsenal.
Riccardo Calafiori (© Damiano Fiorentini)
La difesa rossoblù ha subito un ulteriore scossone con la recente partenza di Sam Beukema, passato al Napoli. Un’uscita che ha costretto il nuovo tecnico Vincenzo Italiano a ridisegnare lo scacchiere arretrato. In un campionato che sta diventando sempre più competitivo, la solidità difensiva sarà fondamentale per assicurarsi l’accesso. Ora spetterà proprio a Italiano trovare soluzioni credibili per colmare le lacune lasciate dal mercato e mantenere alta l’ambizione della piazza.
Fonte – Sebastiano Moretto, Più Stadio
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