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Bologna-Torino (0-0): non bastano numeri solidi

Una partita a senso unico nel possesso, ma non nel risultato: ecco cosa raccontano i numeri della sfida.

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Charalampos Lykogiannis - Bologna FC Calciomercato
Charalampos Lykogiannis (© Damiano Fiorentini)

Dopo il boccone amaro mandato giù a Firenze, il Bologna torna al Dall’Ara con la voglia di cancellare i ricordi. La curva spinge fin dal primo minuto una squadra che prova a rispondere nel modo che conosce meglio: con il pallone tra i piedi, costruendo, insistendo, cercando di imporre il proprio calcio. Ma alla fine, come a Firenze, lo sforzo non basta. Contro un Torino attento e solido, lo 0-0 racconta una partita dove l’estetica del gioco rossoblù non ha trovato sbocco nel gol.

Dominio nel possesso, con l’assenza del colpo decisivo

Bologna-Torino 0-0 (© Damiano Fiorentini x 1000cuorirossoblù)

Bologna-Torino 0-0 (© Damiano Fiorentini x 1000cuorirossoblù)

I numeri, come spesso accade con il Bologna di Italiano – sostituito in panchina da Niccolini -, confermano l’impressione visiva: 71% di possesso palla e oltre 630 passaggi completati, quasi il triplo rispetto ai 254 del Torino.
Una squadra che comanda il ritmo, che occupa stabilmente la metà campo avversaria. Ma che si scontra con una certa sterilità offensiva: solo 0.44 di expected goals, in confronto allo 0.55 granata, che con il suo ridotto possesso ha creato pericoli più concreti.

Il Bologna ha cercato la via del gol soprattutto da fuori, con ben 7 tiri dalla distanza e solo 4 in area di rigore, segno di un assedio che si è fermato sempre a un passo dalla difesa piemontese. Lykogiannis e Bernardeschi ci hanno provato con conclusioni potenti ma imprecise. Solo 2 tiri nello specchio, come il Torino, ma senza mai dare la sensazione di poter realmente sfondare.

Bologna-Torino all’insegna dell’ordine difensivo

Bologna - Torino (© Bologna FC 1909) Eppure, nonostante la fatica offensiva, il Bologna ha mostrato una crescita nella maturità gestionale. Il pressing del Torino è stato disinnescato grazie a una circolazione pulita del pallone: 76% di passaggi riusciti in zona d’attacco e un totale di 22 tocchi nell’area avversaria. Non è mancata la pazienza, è mancata la scintilla.

Dietro, Lucumí e Vitik hanno offerto una prova solida: pochi rischi, grande ordine, solo un errore significativo che ha portato al tiro. Il Bologna ha vinto meno contrasti (28%) e duelli aerei (34%) rispetto agli avversari, ma ha compensato con un buon lavoro di riaggressione e 35 palloni recuperati.

Tra i pali, Skorupski ha vissuto una serata tranquilla ma non banale: due parate, una gestione accorta del possesso e un’uscita alta imperfetta che ha fatto tremare per un istante il Dall’Ara. Di fronte, però, Paleari è stato un eroe in silenzio, con 0.90 gol evitati e due interventi da applausi che hanno attenuato la pericolosità rossoblù.

Una squadra riconoscibile, ma che deve imparare a ferire

Santiago Castro © Damiano Fiorentini

Santiago Castro (© Damiano Fiorentini)

Nel finale, la squadra ha cercato l’ultimo guizzo con i cambi — Orsolini, Castro, Domínguez — ma la spinta non è bastata a cambiare il risultato. Più di 20 falli subiti dai granata, un dato che parla di per sé della frustrazione del Bologna.

Al triplice fischio, resta l’immagine di un gruppo che sa cosa vuole fare, ma che non sempre trova la chiave per tradurre l’idea in gol. Il Bologna di ieri sera è una squadra che domina il campo ma non ancora il risultato. La qualità del gioco non è in discussione; la differenza, però, la fa la cattiveria negli ultimi venti metri. Alla fine, basta un’episodio e la giusta energia per trasformare il possesso in vittoria.

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