Bologna FC
Bologna, cinque anni nel segno del “più”
Cinque anni di scelte mirate sul fronte calciomercato portano al bilancio in attivo: così il Bologna è tra i club più virtuosi della Serie A.
In Serie A non è semplice restare in equilibrio tra risultati sportivi e sostenibilità economica. Questo è chiaro.
Negli ultimi cinque anni, tra le squadre attualmente in Serie A, solo nove hanno chiuso il mercato in attivo, e il Bologna è una di queste: +24,3 milioni di saldo positivo, secondo la classifica stilata da Transfermarkt. Numeri che potrebbero sembrare il frutto di rinunce, ma che in realtà raccontano una storia diversa: quella di un club che ha imparato a trasformare le partenze in opportunità.
Calciomercato Bologna: quando cedere non significa perdere
Estate 2024. In un’estate, il Bologna cede Riccardo Calafiori all’Arsenal e Joshua Zirkzee al Manchester United. Due pilastri, due tra i giocatori più amati. Per molti era l’inizio di una stagione in salita, un ridimensionamento inevitabile. E invece, sotto la guida di Vincenzo Italiano, la squadra ha trovato una nuova identità: gioco brillante, entusiasmo e, soprattutto, una Coppa Italia alzata al cielo dopo 51 anni di attesa. Il successo, conseguentemente, ha portato anche alla qualificazione in Europa League.
Il messaggio è passato: a Bologna si può vendere bene e vincere lo stesso.
Quest’estate sembra seguire lo stesso copione: Sam Beukema accetta l’offerta del Napoli, mentre Dan Ndoye vola al Nottingham Forest. Non è un “piano segreto” della società, ma un meccanismo ormai collaudato: i giocatori crescono, attirano attenzioni, vengono ceduti al momento giusto e a cifre importanti.
Il metodo Sartori
Dietro questa strategia, si sa, c’è la mano esperta di Giovanni Sartori, uno che già all’Atalanta aveva dimostrato come si possa competere partendo dalle plusvalenze. Infatti anche la squadra Bergamasca si piazza prima nella classifica di Transfermarkt: un caso?
Il suo approccio è uno schema: scouting attento, acquisti mirati, valorizzazione tecnica, cessione programmata. E il ciclo non è fine a se stesso: ogni partenza libera risorse per puntellare la rosa, senza inseguire colpi da copertina ma senza nemmeno svendere il futuro.
Una domanda aperta
Il Bologna, oggi, è un caso raro in Italia, un modello, un club che negli ultimi cinque anni ha chiuso sempre con un segno “più” sui conti, senza mai dare l’impressione di voler tirare i remi in barca. L’attivo di 24,3 milioni in cinque anni, quindi, non è solo un numero: è il segno che competitività sportiva e solidità finanziaria viaggiano insieme. In un’epoca in cui, nel calciomercato, il comprare tanto e subito sembra la scorciatoia più facile, il Bologna dimostra che si può vincere anche seguendo la via fatta di programmazione.
Ora, fino a che punto si può continuare a cedere pezzi importanti senza compromettere il rendimento sportivo? La risposta, forse, arriverà già in questa stagione. Ma se la storia recente insegna qualcosa, è che sotto le Due Torri sanno trasformare le uscite in una spinta, non in un freno.
Il Bologna di oggi non è un club che subisce il mercato: adesso, lo governa.
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Doc
14 Agosto 2025 at 21:40
ricordiamoci che da quinti siamo arrivati noni e sono due anni che vendiamo i migliori per prendere dei giocatori mediocri. Col bilancio non ci vinci i campionati, ma forse vai in B.
Mili
15 Agosto 2025 at 12:11
Doc,non sarei così pessimista aspetta di vedere come vanno le cose quest’anno poi ne riparliamo. Ti ricordi lo scorso anno? Allenatore nuovo gioco nuovo per ripartire ci son voluti 2 mesi,quest’anno le cose dovrebbero essere diverse