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Conti in ordine, sogni in grande: la lezione del Bologna

Il Bologna chiude il mercato con un saldo in attivo di +32 milioni, ma senza indebolirsi: la rosa di Italiano è davvero più completa che mai?

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Sartori sul pullman per la BFC Parade 2025 (© Bologna FC 1909) calciomercato
Sartori sul pullman per la BFC Parade 2025 (© Bologna FC 1909) calciomercato

Il Bologna – ormai lo sappiamo bene – guadagna, ma non svende. E vince, senza comprare a peso d’oro.
Infatti, guardando la classifica dei saldi di mercato stilata da Transfermarkt, salta subito all’occhio un dettaglio che dice molto più di quanto sembri: il club rossoblù è terzo, con un attivo di +32 milioni di euro. Un dato contabile, certo, ma dietro quei numeri c’è una storia di visione.

Perché se è vero che a guidare la graduatoria ci sono Genoa e Parma – club che hanno scelto di monetizzare – il Bologna è un caso a parte nel mercato estivo: non ha semplicemente venduto bene, ha costruito. Ogni cessione è stata calcolata, ogni acquisto è arrivato con una logica precisa: ampliare la rosa senza intaccare la qualità media. Il risultato è una squadra che oggi può guardare negli occhi le big, pur avendo messo in cassa decine di milioni.

La geografia del mercato della Serie A

La formazione titolare di Bologna-Como con Freuler capitano (© Bologna FC 1909)

La formazione titolare di Bologna-Como (© Bologna FC 1909)

Quella che emerge dalla classifica economica è una sorta di geografia del nostro calcio. Le big tradizionali, come Juventus e Inter, restano intrappolate in un modello costoso e rischioso, costrette a spendere molto più di quanto incassano per reggere le proprie ambizioni. Al contrario, le realtà emergenti – con il Bologna in prima fila – hanno saputo muoversi con razionalità, trasformando vincoli e limiti di budget in opportunità per crescere. E così si ribalta la prospettiva: chi un tempo inseguiva, oggi detta la linea della sostenibilità.

Una rosa da big, senza spese folli

Vincenzo Italiano portato in trionfo dai giocatori del Bologna (© Bologna FC 1909)

Vincenzo Italiano portato in trionfo dai giocatori del Bologna (© Bologna FC 1909)

Qui sta il vero progetto: nonostante un saldo attivo, Vincenzo Italiano si ritrova con una rosa che non ha molto da invidiare alle prime della classe. Non solo per la qualità, ma per l’ampiezza e l’equilibrio tra i reparti.
Sembra un paradosso, ma non lo è: significa che dietro le quinte esiste una macchina perfettamente consolidata, capace di trasformare risorse limitate in valore tecnico.

Il Bologna, in sostanza, ha dimostrato che non servono colpi da copertina per diventare grande. Servono idee chiare, un progetto condiviso e il coraggio di percorrere strade diverse.

Un messaggio al calcio italiano

Il +32 milioni ottenutio dal mercato del Bologna è la dimostrazione che si può essere competitivi senza vivere al di sopra delle proprie possibilità. È la filosofia di un club che ha capito come i successi sportivi e la sostenibilità economica non siano due strade parallele, ma possano correre insieme.

E se il calcio italiano vorrà davvero rilanciarsi, forse dovrà guardare a Bologna non solo come a una delle sorprese della Serie A, ma come il laboratorio di un futuro possibile.

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