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Bologna

Canta che ti passa: Walk of life

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E così, come (quasi…) nessuno si aspettava, l’Ajax ha battuto la Juve. Non serve specificare come, che tanto tutti l’hanno visto, tutti ne hanno scritto, tutti lo pensano: insomma, tutti lo sanno.
Quella di martedì, però, è stata una serata di “giustizia” anche per i tifosi bolognesi: quante gliene hanno dette, ad Allegri, dopo la sconfitta della sua squadra contro la Spal, ora 13esima, a +4 lunghezze dai rossoblù? Qui, tuttavia, non voglio riaprire un discorso che si è già chiuso: per mettere tutti d’accordo, diciamo che ha ragione (morale) chi dice che è una mancanza di rispetto falsare il cammino delle squadre in cerca di salvezza; ma hanno ragione (concreta) anche coloro che sostengono i “conti” di Allegri. Appunto, il discorso si è chiuso perché non sapremo mai che cosa sarebbe successo nel caso in cui i titolari non indisponibili avessero giocato a Ferrara.
Fatto sta che l’allenatore della Juve ha preso delle decisioni, con le quali ha cercato di modificare il suo walk of life, il suo percorso di vita.

Mark Knopfler, leader dei Dire Straits, in Walk of life cantava di Johnny, un cantastorie-tipo, che –spostandosi di città in città – cerca di guadagnarsi da vivere nei sotterranei della metro, cantando le sue canzoni. Nel gergo popolare diremmo: si fa sé.
Ora direte “Cacchio c’entra Johnny con Allegri in un articolo che dovrebbe parlare di Bologna?”. È tutto collegato: partendo dal fatto che ogni allenatore, a inizio stagione, traccia il suo percorso, sa che comunque – a un certo punto – incontrerà degli ostacoli (sempre più grossi) da superare. Serve una strategia per arrivare fino in fondo, che a volte può funzionare e a volte no, ma il punto è che, allo stesso tempo, il destino è nelle proprie mani, nonostante si debba lottare su più fronti: Allegri non è riuscito a sfruttarlo, mentre Mihajlovic – venendo a noi – dopo aver preso per mano il Bologna, è riuscito a prendere e portare, sotto le Due Torri, il proprio destino. Detto in parole povere: con Inzaghi era obbligatorio sperare che Frosinone e altre 2-3 squadre rallentassero, per uscire dalla zona calda, mentre con il tecnico serbo il quart’ultimo posto permette di guardare solamente cosa passa nel convento felsineo. Poco importa, in termini di punti in classifica, se la Spal vince: in un’annata come questa, al Bologna basta salvarsi.
Certo, visto l’andazzo dei rossoblù e la classifica dal 17esimo al 13esimo posto, fare quest’annotazione potrebbe non esaltare esattamente la folla, ma bisogna pensare da dove si è partiti e – soprattutto – da dove si è ripartiti.

Non serve notare che il Chievo debba ancora giocare con Parma, Spal e Frosinone: il “cantastorie” Mihajlovic ha portato il Bologna dai sotterranei della metro al circolo anziani. Ora, per arrivare ai palchi di maggior caratura, bisognerà continuare con questa dedizione, anzi devozione:

And after all the violence and double talk,
there’s just a song in the trouble and the strife:
you do the walk, you do the walk of life.


Walk of life – Dire Straits

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