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Christmas Tale: 14 Maggio 2025, il Natale è arrivato in anticipo

Il Natale 2025 per me è arrivato in anticipo, anzi, è arrivato due volte. Il primo è stato il 14 maggio, e queste sono le sensazioni che oggi ho intesta dopo quella giornata.

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Lewis Ferguson, Lorenzo De Silvestri e Riccardo Orsolini alzano la Coppa Italia vinta dal Bologna (© Damiano Fiorentini)
Lewis Ferguson, Lorenzo De Silvestri e Riccardo Orsolini alzano la Coppa Italia (© Damiano Fiorentini)

C’è una storia di Natale a tinte rossoblù più fresca e straordinaria rispetto a quello che è successo il 14 maggio 2025? Possiamo davvero passare il giorno di Natale senza parlare o pensare al regalo più bello che il Bologna ci ha fatto quest’anno? In fondo, come avevo già scritto anni fa, “Il Natale quando arriva arriva” e in questo 2025 è arrivato due volte, la prima il 14 maggio e la seconda oggi.

Basterebbe il meraviglioso cortometraggio fatto dal Bologna intitolato “Gli occhiali” per fare capire cosa sia significata quella Coppa Italia. Il bambino che va a Roma con il padre e gli occhiali rotti e che poi da anziano porta nuovamente a Roma la nipotina, guardando quel trofeo con i medesimi occhiali.

Emozione allo stato visivo. Capolavoro totale che mi emoziona ogni volta. Ma dicevamo del Natale. Quest’anno il 14 maggio è stato Natale.

Il primo Natale del 2025: il 14 Maggio

Vado allo stadio da anni con un gruppo di amici che purtroppo, per una serie di motivi, è diventato sempre meno folto. I figli, il lavoro, altre passioni, la difficoltà di trovare un abbonamento in curva dopo un anno o due in cui non si era potuto rinnovare per mille motivi… insomma, alla fine siamo sempre di meno in presenza, ma ci siamo comunque con la mente. E a volte, soprattutto in questi due anni, magari ci si vede fuori dallo stadio perché, appunto, non si è più nel medesimo settore. E magari ci si rivede in trasferta. Ma difficilmente ci si ritrova tutti assieme.

A Roma no. A Roma c’eravamo tutti. Beh, quasi. Mancava chi in qualche modo è uscito dalla compagnia e chi oggi vive all’estero. Gli altri c’erano tutti, come quando al pranzo di Natale si riunisce la famiglia (quasi) al completo.

Qualcuno è già sul posto perché ha approfittato per fare qualche giorno di vacanza con la famiglia, qualcuno è partito in auto la mattina, io e altri partiamo in treno.

L’arrivo a Roma con la festa ancora lontana

Non siamo ancora scesi dal treno che ci telefonano quelli parti in automobile. «Dove siete, noi abbiamo parcheggiato in via…». Non ricordo la via, ma tanto chi la conosceva neanche allora? Noi stiamo entrando a Termini, ma la strada è lunga. Dobbiamo mangiare e andare a sistemare lo zaino in camera. Insomma, calma e sangue freddo.

In stazione recuperiamo un amico che arrivava dal confine tra Veneto e Trentino, dove si è trasferito per lavoro. Andiamo a mangiare, costantemente aggiornati e insultati perché non abbiamo “la fotta” di essere già in zona stadio. Arriviamo all’appartamento che è a cinque minuti da Ponte Milvio, scarichiamo e ci cambiamo, ed eccolo, il raduno dei tifosi. Una marea rossoblù già in festa. Come se bastasse il nostro entusiasmo per vincerla.

Tifosi del Bologna a Ponte Milvio

Tifosi del Bologna a Ponte Milvio (@ 1000 Cuori Rossoblù)

Da Ponte Milvio all’Olimpico sembra via Andrea Costa…

Col senno di poi, anche quello era un segnale forse. A pranzo abbiamo visto bolognesi e milanisti, abbiamo parlato anche con i tifosi rossoneri e si percepiva una differenza: giorno da vivere fino in fondo e da ricordare per i primi, ultima spiaggia di una stagione così così per i secondi. Tutti fiduciosi e speranzosi, ma noi avevamo qualcosa di diverso negli occhi. Sapevamo di non partire sconfitti, ma prendevamo la sconfitta come una possibilità senza che questa ci schiacciasse. Loro no, sembravano aver qualcosa da perdere più che da vincere.

Ma pensiamo a noi. Il corteo è partito un minuto o due prima che noi arrivassimo, sempre insultati dai nostri amici che invece erano partiti forse ancora prima del corteo stesso, smaniosi di arrivare a vedere l’Olimpico. Come se non lo avessimo mai visto prima.

Li raggiungiamo, ci ritroviamo ed è una nella festa nella festa. Non ci siamo tutti, ma quasi. C’è mezza Bologna d’altra parte. Anzi, in realtà c’è anche chi non è presente fisicamente, perché mai come in questi anni il Bologna è più una comunità che una sola squadra, e c’è posto anche per i ricordi. Ma noi ci siamo, ed è già incredibile, anche se manca il passo decisivo.

Il corteo è magnifico. Un popolo in festa che non ha altro in testa: farsi sentire e spingere la squadra alla vittoria. Già da ore e ore prima dell’incontro.

Immagine del corteo dei tifosi del Bologna prima della finale di Coppa Italia 2025

Immagine del corteo dei tifosi del Bologna prima della finale di Coppa Italia 2025 (© Alessandro Bertoncelli)

I colori del Natale diventano il rosso e il blù

Ragazzi si affacciano dalle finestre di una scuola. Un’insegnate si affaccia e ci applaude. Le viene subito consegnata una bandiera, che lei prontamente sventola. Sciarpe vengono passate ai ragazzi. Qualcuno l’accetta. Partono cori per l’insegnante e i ragazzi. Rossoblù ovunque.

Si arriva allo stadio e ci si deve separare. Non abbiamo trovato tutti i biglietti nel medesimo settore. Poco male. Conta esserci ed essere assieme a quella bolgia bolognese.

Tra la sfilata, l’ingresso allo stadio e la zona in cui mi siedo, incontro persone che a Bologna non vedo da anni. Compagni di scuola, amici, ex compagni di calcio, ex colleghi, vicini di casa. Inutile, si è mossa la città, c’è poco da dire.

L'Olimpico si riempie in anticipo Milan-Bologna Coppa Italia 2025

L’Olimpico si riempie in anticipo Milan-Bologna Coppa Italia 2025 (@ 1000 Cuori Rossoblu)

L’Olimpico come l’albero di Natale: tutti pronti prima del tempo

Il settore rossoblù si riempie ore e ore prima, e inizia a farsi sentire. Anche questo, col senno di poi, è un segnale. Una carica emotiva che fortunatamente solleva la squadra e non la schiaccia. Una fiducia che avvolge e coccola.

La coreografia stratosferica ci ricorda chi siamo, e perché siamo lì. Ci ricorda chi siamo e chi c’è stato prima di noi. Ci ricorda anche che a Roma una finale non l’abbiamo mai persa, e richiede oltre alle lacrime, un gesto scaramantico.

La partita è combattuta, come ci si aspettava. Il Milan potrebbe andare in vantaggio ma Fortuna e Skorupski dicono che no, non è tempo per il Diavolo. Al 53° minuto la sblocca Dan Ndoye. Non riesco neanche a esultare troppo. Ormai nelle gare che contano, ho sempre paura che VAR o guardalinee ci facciano lo scherzo.

Dalla rete alla fine della partita in realtà passa una vita intera. Il tempo si ferma. Il Bologna in realtà è abbastanza in controllo, ma l’ansia di non farcela prende più noi sugli spalti che i giocatori in campo. Bene così. Dal punto di vista del tifo non c’è stata partita. Si arriva però alla fine senza accusare la stanchezza, l’adrenalina è troppa.

Il Natale appena arrivato e ha portato un dono magnifico

L’arbitro fischia e io abbraccio chiunque sia possibile abbracciare e mi si faccia vicino. Avrei sempre pensato di crollare in lacrime al fischio finale, e invece no. Vedo tanti piangere, anche i miei amici, ma io non riesco. Succederà dopo. Succede ora. Ma in quel momento la gioia mista all’incredulità mi fanno solo essere felice. Felice come quando tra gioia e incredulità scartavi il regalo che avevi chiesto a Babbo Natale e che era comparso sotto l’albero. E tu non sapevi neanche come. Mi sono sentito di nuovo così.

Sembrava ieri che sostenevo una squadra che era in Serie C, che faticava su campi mai sentiti. E di colpo, una Coppa Italia. Un sogno. Un sogno soprattutto dopo che pochi mesi prima ero stato addirittura ad Anfield a vedere Liverpool-Bologna. E pace se lì abbiamo perso. Oggi vinciamo. Oggi il Bologna alza la terza Coppa Italia. Oggi è il 14 maggio ma è anche Natale.

Tutto troppo bello, eppure è vero. I festeggiamenti, la premiazione, i sorrisi, le lacrime, tutto bellissimo.

L’anno che verrà, subito appresso al Natale. Ma sempre festa rimane…

“L’anno che verrà” risuona all’Olimpico ed è talmente bello che sei quasi contento di aver sofferto una vita pur di arrivare fino lì. Che se uno non era a vedersi Bologna-Palazzolo, cosa cavolo può capire dell’estasi di vedere quella Coppa alzata al cielo. Cosa puoi capire del Natale se tutti i giorni sono una festa?

Finita la festa sugli spalti, è iniziata quella fuori dallo stadio. Ci siamo trovati tutti assieme per abbracciarci, piangere, gioire, raccontarci cosa voleva dire quel momento. E farci la foto di famiglia fuori dall’Olimpico, con la Coppa Italia in bacheca.

E poi, lentamente, ognuno è andato via. Chi all’auto, chi all’albergo, chi all’appartamento. Tutti parlando, cantando e guardando ancora quelle immagini, qui video, ripresi prima durante e dopo. Ma chi ha dormito quella notte, se non solo poche ore?

I messaggi degli amici, le immagini dei festeggiamenti, sia a Roma che a Bologna, l’adrenalina ancora in circolo e una sensazione indescrivibile. “Il Bologna ha fatto la storia del calcio” disse una volta, non sbagliando, Joey Saputo, e in quel giorno anche noi eravamo parte di quella storia, anzi Storia, perché una Coppa Italia a Bologna non è cosa da tutti i giorni. È cosa da Natale.

Joey Saputo unico vero Babbo Natale.

Saputo in versione Babbo Natale

Saputo in versione Babbo Natale (Foto di Damiano Fiorentini modificata con IA)

14 Maggio 2025, Natale in anticipo, e poi Santo Stefano e San Silvestro…

L’unico dispiacere di essere stato a Roma quel 14 maggio è quello di non essere stato in Piazza Maggiore quella stessa sera, per festeggiare in casa nostra. Pazienza, non mi lamento di certo.

Il giorno dopo colazione al bar. Il barista si congratulò con noi dicendo che chiaramente tifava Bologna e non Milan. Perché? Perché a Bologna aveva un amico vero.

«Con Lollo siamo amici di famiglia. Era del quartiere Da ragazzino lasciava al mio bar la borsa quando andava a scuola e poi scambiava libri con borsone per andare ad allenamento».

Qualche aneddoto su De Silvestri e su come in qualche modo conoscesse anche il padre di Di Vaio, e poi via verso Bologna. Non so se ci abbia detto la verità, ma in quel momento quei racconti erano la favola perfetta per quella mattinata. Defaticamento post vittoria. Come Santo Stefano dopo Natale. E poi via verso San Silvestro: la parata per la vittoria.

Il Bologna mostra la Coppa Italia ai tifosi in Piazza Maggiore (©Bologna FC 1909)

Il Bologna mostra la Coppa Italia ai tifosi in Piazza Maggiore (©Bologna FC 1909)

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