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Corriere di Bologna – Coronavirus, una ventata d’ossigeno grazie al doppio ventilatore

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Fiere Healthcare

Ormai è risaputo, l’eccellenza della sanità italiana è riconosciuta in tutto il mondo e quella emiliano-romagnola rappresenta la punta di diamante. Lo dimostra l’invenzione di due rianimatori che, preoccupati dalla mancanza di respiratori, ideano un circuito che consenta ad una stessa macchina di far respirare due degenti con difficoltà respiratorie. In poche ore un’azienda di Mirandola intravede la potenzialità, realizzando il macchinario che, a tutti gli effetti, funziona. 

Sergio Venturi, commissario all’emergenza Coronavirus in Emilia-Romagna, l’ha definita una «notizia formidabile». Marco Ranieri, direttore dell’anestesia e terapia intensiva del Sant’Orsola e protagonista principale di questa intuizione racconta: «Due giorni fa in Lombardia erano esauriti i ventilatori, mi sono sentito al telefono con il mio corrispondente lombardo Antonio Presenti. Eravamo disperati di fronte a questa situazione, abbiamo lavorato tutta la notte cercando all’estero cos’era stato fatto, consultando altri colleghi. Avevamo bisogno di trovare una soluzione in tempi rapidi e abbiamo pensato ad un circuito che consentisse ad una sola macchina di ventilare due persone contemporaneamente. – spiega Ranieri – Abbiamo chiamato l’azienda Intersurgical di Mirandola, gli abbiamo raccontato la nostra idea e loro, senza neanche un disegno sotto mano, hanno realizzato un prototipo.» Prototipo che è funzionante ed operativo. 
Così Stefano Bellarmi, ad di Intersurgical : «La nostra parte è stata solo di fornire i componenti che ci hanno chiesto, l’idea è tutta loro.» «Ne abbiamo subito ordinati 1000 che speriamo di non dover mai utilizzare» auspica Ranieri, confermando la possibilità di trasferirli anche in Lombardia, dove la situazione è catastrofica. 
«I primi andranno a Piacenza e a Parma dove abbiamo qualche difficoltà», sentenzia Venturi, «è una notizia che ci riempie di orgoglio, con quel circuito si può dare ossigeno a due persone anziché uno.» 

Anche ieri la macchina del Sistema Sanitario non si è mai arrestata, seguendo il piano della Regione Emilia-Romagna che prevede l’aggiunta di altri 322 posti letto per i pazienti Covid-19: sono 3023 i posti aggiuntivi già allestiti di cui 416 in terapia intensiva. Più nello specifico sono 578 i posti letto a Piacenza (40 per la terapia intensiva) 675 a Parma (58 per la terapia intensiva), 550 a Reggio Emilia (48 per la terapia intensiva), 280 a Modena (74 per la terapia intensiva), 453 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (105 posti di terapia intensiva), 58 a Ferrara (22 intensivi), 416 in Romagna (189 a Rimini di cui 26 per la terapia intensiva, 77 a Ravenna di cui 12 per la terapia intensiva, 47 a Forlì che conta 8 posti per la terapia intensiva, 95 a Cesena di cui 17 intensivi, 12 a Lugo di cui 6 intensivi, 9 a Faenza). 

Ma non basta: a Piacenza, l’area dell’Emilia Romagna più colpita dal Coronavirus, l’Esercito e la Protezione Civile stanno allestendo un ospedale da campo che vedrà impiegato personale medico militare e che offrirà altri 40 posti letto. Sempre a Piacenza sono stati emanati dei bandi straordinari per l’assunzione di medici e infermieri, compresi i laureandi di queste settimane che si sono subito messi a disposizione della comunità. Oggi più che mai, c’è bisogno di tutti. 

Marina Amaduzzi – Corriere di Bologna 

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