Diventare grandi non è mica facile

Quante volte, da piccoli, abbiamo sognato di diventar grandi. Così, tutto d’un colpo, per vedere in prima persona quanto dev’esser bello vedere il mondo dall’alto, senza bisogno di chiedere permesso o di essere sempre accompagnati qualcuno. E poi? Poi succede che, quando meno te ne accorgi, sei grande e grosso, da solo, a dover crescere e maturare in un mondo nuovo, che nessuno prima ti aveva mai fatto vedere. E potete star tranquilli, succede a tutti, anche a quelle star inarrivabili che chiamiamo calciatori. Anzi, loro, spesso, sono costretti a crescere prima del tempo prestabilito, se questo esiste veramente, lontano da casa e circondati, purtroppo, da persone che sempre più mettono davanti i propri interessi al bene di un ragazzino inerme col solo desiderio di giocare a pallone. Una storia che ci ricollega a diversi giocatori, ma che oggi ha due protagonisti in particolare: Kacper Urbanski ed il Bologna.

Kacper Urbanski in Champions con la maglia del Bologna (©Damiano Fiorentini)

Urbanski saluta Bologna, quattro anni dopo

É il 2021 quando il giovane e talentuoso trequartista polacco, neanche maggiorenne, arriva a Bologna. Con sè una valigia piena di speranze, un look da scolaretto e il sogno, un giorno, di arrivare in Serie A. Nel mentre, un po’ di adattamento con la formazione Primavera, sempre, però, sotto gli occhi attenti di Sinisa Mihajlovic, uno che di ragazzini se ne intende. Neanche a dirlo, tempo 3 mesi ed eccolo, il diciassettene Kacper Urbanski, esordire in Serie A in Bologna-Genoa. Da lì in poi, però, le cose non cambiano di molto. Certo, Urbanski è sempre aggregato alla prima squadra nei ritiri, ma continua a giocare in Primavera, con ottimi risultati, ma con una sola altra presenza in A, sempre contro il Genoa.

Ed arriviamo alla stagione 2023/2024. In panchina, questa volta, siede Thiago Motta, altro allenatore che, come si è potuto evincere, con i giovani ci sa fare, ma soprattutto non ha paura di osare. E allora ecco che, complice anche qualche infortunio degli altri giocatori, Kacper riesce ad entrare nelle gerarchie di Motta, che lo apprezza e difficilmente fa a meno di lui. Una stagione in cui Urbanski gioca, sbaglia, impara e, soprattutto cresce sotto tutti i punti di vista. Arriverà, pensate, addirittura a guadagnarsi la chiamata della nazionale polacca, con cui parteciperà anche all’Europeo estivo.

Kacper Urbanski esulta per il suo primo gol in Serie A (© Bologna FC 1909)

Ma ci vuole anche altro

Cos’è successo dopo, tutti ce lo ricordiamo. Thiago Motta nell’estate saluta il Bologna e si accasa alla Juventus, liberando il posto per Vincenzo Italiano, allenatore che punta tanto sull’intensità. Già, proprio una caratteristica su cui Urbanski effettivamente pecca. Nulla che, però, non si possa migliorare.

Un miglioramento che, alla lunga, fatica ad arrivare. Nonostante il gol al Monza, primo in Serie A, ed un inizio di stagione promettente, più si va avanti più Urbanski fatica a trovare spazio, rimanendo spesso in panchina ed inutilizzato. Ed ecco che, come normale, il desiderio di giocare prende il sopravventom, la trattativa per il rinnovo si complica e Urbanski manifesta la volontà di andare via. Subito accontentato con un prestito di 6 mesi direzione Monza. L’ambiente difficile, unito al bisogno di salvarsi, però, non aiutano Kacper, che non incide e fatica ad entrare nelle gerarchie.

Ora, dopo un’estate passata fuori rosa e decine di offerte non andate a buon fine, il giovane Urbanski, alla soglia dei ventun anni, ha scelto di tornare a casa. Il Legia Varsavia è pronto ad accoglierlo, e lui è pronto a diventare grande, con meno pressioni e più affetto.

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