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Bernardeschi e un destino incrociato: da Italiano a Italiano

Dal congedo con la Juve al ritorno con il Bologna: Bernardeschi cerca una seconda vita, ma prima dovrà passare dal “martello” Italiano.

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Federico Bernardeschi nell'amichevole contro la Vis Pesaro (©Bologna FC 1909)
Federico Bernardeschi nell'amichevole contro la Vis Pesaro (©Bologna FC 1909)

Il sipario sulla sua avventura in Serie A si era chiuso il 21 maggio 2022, con una sconfitta allo stadio Franchi. Fiorentina-Juventus 2-0: da una parte l’esultanza di Vincenzo Italiano che riportava i viola in Europa, dall’altra l’ultima immagine di Federico Bernardeschi in maglia bianconera. Un addio quasi silenzioso, senza clamore, prima del volo oltreoceano verso Toronto e la MLS.

Due anni e mezzo più tardi, il destino ha rimesso sulla stessa scena proprio quei due protagonisti. Italiano, che allora lo aveva salutato da avversario, oggi gli ridà il palcoscenico della Serie A, concedendogli minuti preziosi contro la Roma. Una sorta di passaggio di testimone, ma a parti invertite: stavolta è l’allenatore a offrire a “Berna” la possibilità di rinascere.

Un percorso interrotto e ricucito

Federico Bernardeschi all’esordio in Serie A con il Bologna (© Bologna FC 1909)

Federico Bernardeschi all’esordio in Serie A con il Bologna (© Bologna FC 1909)

La carriera italiana di Bernardeschi si era sviluppata in due capitoli intensi: la crescita alla Fiorentina e i successi, ma anche le critiche, con la Juventus. Poi la rottura, la scelta di emigrare in Canada – una parentesi fatta di luci e ombre – e infine la decisione di rimettersi in gioco. Oggi, a 31 anni, il talento toscano ha ancora fame: il suo obiettivo è riprendersi un ruolo da protagonista in un campionato che lo conosce bene, ma che non lo aspetterà.

Bernardeschi: l’arma in più per il Bologna

Per Italiano, Bernardeschi può diventare un’arma tattica versatile: alternativa di qualità a Orsolini sulla fascia destra, ma anche seconda punta o trequartista capace di inventare tra le linee. Non è un allenatore che ama schemi rigidi: ha provato il doppio centravanti in estate, salvo accantonarlo per gli infortuni. Ciò che conta è avere soluzioni, e Bernardeschi porta l’esperienza e la giusta fantasia in attacco, qualità rare in un campionato che spesso si inceppa davanti alle difese chiuse.

Il banco di prova con Vincenzo Italiano

Vincenzo Italiano crediti Damiano Fiorentini

Vincenzo Italiano crediti Damiano Fiorentini

Il calendario non concede sconti: al rientro dalla sosta, al Meazza c’è il Milan. Un test importante, per capire quanta fiducia l’allenatore voglia concedergli e quanto il giocatore sia pronto a reggere la pressione. Quella pressione che lui stesso ha detto di desiderare, perché il calcio italiano – con i suoi ritmi e la sua durezza – non ha paragoni con la MLS.

Pressione significa anche sacrificio: rincorrere l’avversario, sudare nella fase difensiva. In Nord America, questo aspetto del gioco era spesso marginale; in Serie A, invece, è imprescindibile. Italiano lo sa bene e glielo ricorderà ogni giorno, da buon “martello”.

Fonte: Il Resto del Carlino

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