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Il Bologna, da sempre altalena di emozioni e misteri

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Foto: Damiano Fiorentini

Da anni circola un due aste, o forse addirittura uno striscione, che inneggia al “Tifoso del Bologna Santo subito”. E in effetti, bisogna ammettere che il tifoso rossoblù ne abbia davvero passate di tutti i colori. Dalle stelle alle stalle si potrebbe pensare, collegando “lo squadrone che tremare il mondo fa” con quello di annate più recenti.

Qualcuno potrebbe anche pensare che si stia esagerando, perché in fondo, quale squadra non vive momenti altalenanti, passando come già detto dalle stelle alle stalle? Si, è vero, tutte le squadre vivono queste ovvie dinamiche, e tutti i tifosi, passano dalla gioia alla tristezza, a volte nel corso della singola partita.

Però dai, ammettiamo, Bologna ha qualcosa di speciale per queste situazioni. Chi scrive non è così competente della storia di tutte le formazioni italiane, questo è vero, certamente quasi tutte le squadre avranno aneddoti clamorosi da raccontare, però il Bologna nella sua lunga vita si è impegnato molto, forse più di altri, per far saltare le coronarie ai propri tifosi. Questo è innegabile. Volete alcuni esempi? Bene, eccovene qualcuno.

Lo Scudetto del Bologna del 1963/64

Padre di tutte le annate assurde, è certamente la stagione 1963/64, quella del settimo ed ultimo scudetto rossoblù. Si dirà “una stagione magnifica da ricordare”. Beh, mica vero. Oppure, certo, è vero, ma non del tutto.

Il Bologna in quella stagione vanta il capocannoniere (Harald Nielsen con 21 reti), il minor numero di gare perse (solo 2), la miglior difesa (16 reti subite), la miglior differenza reti (+36) e rimase per 11 giornate primo in solitaria in classifica. Eppure come vinse il campionato? Con uno spareggio in campo neutro, perché alla fine rossoblù ed Inter erano a pari punti.

Beh, comunque si vinse, e si vinse bene, 0-2 ad una formazione decisamente forte, che pochi giorni prima si era laureata Campione d’Europa battendo il Real Madrid. Tutto meraviglioso se non fosse che quattro giorni prima della vittoria, fosse morto il Presidente Renato Dall’Ara.

Basterebbe questo drammatico lutto, un infarto durante una riunione per decidere i dettagli proprio di quello spareggio, per far capire che non sia proprio solo un momento di festa. Ma a Bologna mica si scherza, infatti una delle cose che minarono la salute del presidente e la stagione rossoblù, fu lo scandalo doping.

Cinque giocatori positivi alle anfetamine. Prima condannati, e poi completamente ristabiliti, perché con delle analisi successive fu evidente che i campioni di urina erano stati manomessi. Ma non si chiarì mai davvero se questo avvenne prima o dopo le prime analisi. Comunque sia, alla fine tutti assolti e Bologna giustamente campione.

Però dai, diciamolo, vincere uno scudetto in modo “normale” pareva brutto. Ci volle un caso doping, una penalizzazione data e poi tolta, uno spareggio e la morte del presidente.

Non solo 1963/64, c’è anche lo Scudetto del 1924/25 e quello 1926/27

La stagione 1963/64 è, come detto, emblematica, ma la tifoseria rossoblù vive di altalene incredibili da sempre. Non riesce mai a dare nulla per scontato e assodato. C’è poco da fare.

Si, perché sempre in ambito di scudetti, possiamo dimenticarci quello del 1924/25 che ogni tanto viene reclamato (in modo decisamente assurdo) dal Genoa? E’ il famoso “Scudetto delle Pistole”, quello che venne deciso da una doppia gara tra Bologna ed Alba Roma, ma che vide i rossoblù battere il Genoa nel Girone Nord dopo cinque controverse finali, e dopo uno scontro tra tifoserie avvenuto a Torino, in cui vennero esplosi colpi di pistola.

Ma siamo solo all’inizio dei suggerimenti di stagioni particolari ed incredibili, a tinte rossoblù. Infatti, come non ricordare un altro Scudetto, questa volta quello non assegnato?  Siamo nella stagione 1926/27 ed esplode il “Caso Allemandi”. Un altro episodio incredibile e poco chiaro del calcio italiano, il cui perimetro non fu mai davvero accertato con assoluta chiarezza.

Senza tirarla troppo per le lunghe, forse il primo scandalo del calcio italiano che svelò una ipotetica combine, e che alla fine determinò la revoca dello Scudetto al Torino, ma per volontà di Arpinati (dirigente federale e Podestà di Bologna) il titolo non venne assegnato ai rossoblù, secondi classificati. E’ il solo titolo non assegnato della storia d’Italia. In quell’occasione, il Bologna fu vittima di un problema poco chiaro con un arbitraggio. Anche in quel caso il Bologna venne ritenuto “pulito”, ma probabilmente Arpinati non volle sembrare di parte e per evitare dicerie o malevolenze, evitò di consegnare al Bologna il tricolore.

Scudetto o meno, il Bologna è sempre in altalena…

Beh, due Scudetti con due misteri, ed il Bologna in qualche modo sempre nel mezzo. Un tricolore assegnato e uno no. Non male eh? Però non abbiamo ancora finito. C’è dell’altro.

Passiamo ad esempio ad un altro spareggio, quello del 1999. Anche in quell’occasione il Bologna incontrò l’Inter (vincendo), stavolta per qualificarsi alla Coppa Uefa. Anche qui, per finire la stagione ci vollero altre partite, non bastavano quelle canoniche. E sempre a proposito di spareggi (stavolta perdendo col Parma), va citata la retrocessione in Serie B del 2005, arrivata dopo un girone di ritorno a dir poco deludente, mentre in quello di andata si era a ridosso dell’Europa. Anche in quel caso però, c’è dietro un scandalo del calcio italiano. Mica ce lo vorremo far mancare vero?

Si, perché se indubbiamente il Bologna perse posizioni in classifica per propri demeriti, facendo un girone di ritorno quasi demenziale più che deludente, bisogna ricordare che la quota salvezza si era alzata in modo anomalo: si retrocesse con 42 punti in un torneo a 20 squadre. La stagione e quindi anche la retrocessione venne in parte pilotata dallo scandalo di Calciopoli. Inutile negare questa verità, così come sarebbe inutile dare tutta la colpa solo a questo avvenimento: il Bologna poteva salvarsi e non ce la fece, ma non tutte le colpe possono essere assegnate alla squadra…

Ma andiamo avanti, ed arriviamo alla stagione 2010/2011. Ve la ricordate?  Menarini, Porcedda, Zanetti, Pavignani e Guaraldi si alternano nell’arco di poco più di un anno alla presidenza rossoblù, con una squadra che si riuscì a salvare sul campo giocando a volte anche molto bene, ma con una società che per mesi non riuscì a pagare gli stipendi, che venne penalizzata in classifica e che rischiò il fallimento. Oltre ad altre situazioni non ben chiarite definitivamente e su cui è meglio sorvolare.

Il 5 Maggio 2002 e Sinisa Mihajlovc

E cosa dire del 5 Maggio 2002? Tutti ricordano questa data perchè l’Inter perse lo scudetto all’ultima giornata. E’ vero. Ma un tifoso del Bologna non può dimenticare quello che persero i rossoblù di Guidolin nel medesimo giorno. Dopo uno splendido torneo, in cui i felsinei lottano nei posti di vertice, si arriva all’ultima gara in cui si giocano, clamorosamente ma meritatamente, il quarto posto e l’accesso alla Champions Leauge. Solo che per il Bologna vincere o pareggiare e andare in Europa, sarebbe stato troppo facile. E così i rossoblù perdono 3-0 a Brescia, e per una mirabolante serie di risultati, non solo non arrivano quarti, sopravanzati dal Milan e salutando la Champions League, ma non riescono neppure a qualificarsi per la Coppa Uefa perché Chievo Verona e Lazio vincono e li superano a loro volta.

Ricapitoliamo: Vincendo contro una squadra in lotta per non retrocedere, e che alla fine si sarebbe salvata anche perdendo, si accederebbe alla Champions League, e invece la sconfitta condanna il Bologna a passare daddirittura dall’Intertoto, in cui venne eliminato in finale dal Fulham non accedendo alla Coppa Uefa. Non male.

E finiamo con i casi che volevamo sottoporvi, arrivando all’epoca di Sinisa Mihajlovic. Il Bologna di Filippo Inzaghi rischia decisamente la retrocessione, Saputo aspetta un po’ troppo e il tecnico viene esonerato in ritardo, col rischio che il subentrante Sinisa Mihajlovic non possa compiere il miracolo sportivo sperato. E invece con una serie incredibile di vittorie consecutive il serbo porta i rossoblù non solo alla salvezza, ma addirittura al decimo posto. La stagione successiva si pensa al salto di qualità, ma purtroppo, il tecnico scopre di avere la leucemia, e la stagione sportiva rossoblù passa ovviamente in secondo piano. L’anno rimane drammatico fino al momento in cui Sinisa sconfigge la propria malattia.

Ennesima altalena. Avanti la prossima…

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