Seguici su

Bologna

Il Bologna visto da Voi – I luoghi della memoria rossoblù – Le Langhe

Pubblicato

il


Le Langhe sono bellissime, quelle di S. Stefano Belbo particolarmente e, quasi dappertutto, si mangia da Dio…fino a qualche anno fa anche a buon prezzo. I tanti e generosi antipasti, i tagliolini al tartufo e l’impareggiabile vino rosso sono la delizia per gli occhi e per i palati anche più sopraffini. Le colline e le sue strade sono un su e giù di emozioni che ti riempiono…le “orecchie!?”

Quella del 1982 sarebbe stata l’estate di Paolorossi e C. ma io non potevo saperlo e sinceramente della Nazionale non mi fregava niente, e poi al Mundial ci avrebbero fatto fuori subito. Avevamo cose ben più importanti ed imminenti a cui pensare noi rossoblù: la prima possibilissima retrocessione in B del Bologna. Nei giorni e nelle ore precedenti la partita di Ascoli – 16 maggio – ogni tifoso bolognese affidava le flebili speranze a tutto ciò che non fosse il razionalissimo calcio. Io, ad esempio, toccavo ferro da una settimana ed insieme ad un amico, anch’egli “malato” del Bologna, feci una serie di fioretti tra cui:

 

  • il pellegrinaggio a piedi – A/R – al Monte Musinè (20 km. di statale da casa mia più la scalata con 750 metri di dislivello);
  • un mese di pastina in brodo;
  • la lettura – in 48 ore  – dei “Fratelli Karamazov”.

 

Nonostante la drammaticità del momento, quel caldo pomeriggio lo trascorsi a pasteggiare con gli amici in un’accogliente locanda “langarola” proprio nel paese natio di Cesare Pavese. Fu la più difficile digestione della mia vita: il vitel-tonnè, i funghi, la fonduta al tartufo litigavano con il mio stomaco e nemmeno il “pusacafè” – l’immancabile grappa al nebiolo – riuscì a metterli d’accordo; non sopportavo chi a tavola osasse scherzare, chi considerasse quella una domenica qualunque. Ad un tratto ebbi anche la netta sensazione di essere diventato, a mia volta, una peso sullo stomaco per gli altri commensali. Era così! Me ne uscii  dal ristorante, ma la tensione aumentò nel sentire il suono gracchiante di una radiolina dove un radiocronista annunciava risultati orrendi e dai quali tentai di fuggire percorrendo le “sinuose-strade-langarole”, scalciando sconsolato tutti i sassolini che trovavo a portata di piede.

Non so per quale maledetto flusso di correnti, ma le onde di quel maledetto “transistor” – di proprietà di un ragazzino milanista – mi seguivano, nonostante avessi messo tra me e “lui” una semicurva, una cunetta e circa 150 metri di distanza. Dopo un po’ tornai sui miei passi e, con tutta la tristezza che avevo dentro per la retrocessione del mio Bologna, mi trovai persino costretto a consolare quel giovanissimo tifoso rossonero anch’esso in B, che con le sue lacrime stava inondando la fertilissima terra della “provincia granda”. Da quel giorno non riuscì più a leggere un libro di Cesare Pavese che avesse sullo sfondo le dolci ma per me“tristissime” colline delle Langhe. 

 

Maurizio gestisce un suo blog, che potete trovare a questo indirizzo: http://mauriviet.wordpress.com/

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

adv
adv

Facebook

adv