Bologna FC
Il Dato della Settimana – Possesso palla
Il Bologna chiude con il 50,6% di possesso palla contro la Juventus, segno di coraggio e identità anche in inferiorità numerica, in una sfida equilibrata e tatticamente ricca
In Bologna-Juventus ha regnato l’equilibrio. La vittoria di misura degli ospiti al Dall’Ara, domenica 14 dicembre, ha premiato la voglia e l’atteggiamento dei bianconeri. Probabilmente la loro miglior uscita stagionale. Ma il Bologna ha continuato a giocare a calcio, anche dopo l’espulsione di Heggem, cercando di non lasciare il possesso alla Juventus e recuperare lo svantaggio: il 50,6% di possesso palla del Bologna è il Dato della Settimana.
Il Dato della Settimana: 50,6% vs 49,4% di possesso palla in Bologna-Juventus
Il dato che emerge dal confronto del Dall’Ara non è soltanto una percentuale, ma il segnale di una partita giocata a viso aperto, in cui il Bologna ha saputo mantenere il coraggio e la propria identità anche contro una Juventus in grande condizione. Il 50,6% di possesso palla rossoblù racconta di una squadra che, pur ridotta in dieci uomini dopo l’espulsione di Heggem, ha continuato a cercare linee di passaggio, a costruire dal basso e a non rinunciare alla propria filosofia.
È un dato che fotografa la resilienza di Italiano e dei suoi ragazzi, capaci di non lasciare il pallino agli avversari e di restare protagonisti fino al fischio finale. In un campionato dove spesso il possesso palla è sinonimo di dominio, il Bologna ha dimostrato che anche contro una big, e persino in inferiorità numerica, può imporre il proprio ritmo e la propria idea di calcio.
Vincenzo Italiano durante Bologna-Juventus (© Bologna FC)
Accenni di moduli
Italiano ha provato a sorprendere Spalletti abbandonando il consueto 4-2-3-1 per affidarsi a un 4-3-3 più verticale e dinamico. Moro in cabina di regia e la coppia Pobega-Ferguson a garantire intensità e inserimenti dalle mezzali. Una scelta che ha permesso al Bologna di avere più linee di passaggio e di consolidare il controllo del centrocampo.
Dall’altra parte, Spalletti ha iniziato con il suo 3-4-2-1, ma ha poi rimodellato la Juventus in corso d’opera, passando al 4-2-3-1 grazie all’ingresso di Bremer e al riposizionamento di Cabal e Kalulu come terzini. Questa doppia trasformazione ha reso la partita un laboratorio tattico, dove il possesso palla è diventato il riflesso di due filosofie diverse: quella di Italiano, che ha cercato fluidità e coraggio, e quella di Spalletti, che ha puntato su equilibrio e solidità difensiva. È proprio in questo incrocio di idee che si spiega il dato finale, simbolo di una sfida equilibrata e di un Bologna che, pur sconfitto, ha confermato di poter reggere il confronto con le grandi.
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