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Il Rosa del Calcio – Melania Gabbiadini

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MELANIA GABBIADINI, SORELLA DI MANOLO…SI RACCONTA A 1000CUORI

 

Di Valentina Cristiani

 

 

Melania Gabbiadini, classe ’83, sorella dell’attaccante rossoblù Manolo, è la punta di diamante del Bardolino Verona e della Nazionale Femminile.

 

Melania, raccontaci come è iniziata in casa Gabbiadini la passione per il calcio.

“Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 9 anni. In famiglia già tutti giocavano, papà, zii, cugini..quindi diciamo che è un po’ una passione ereditaria. Ho iniziato a tirare calci ad un pallone ed oggi sono ancora qui con la stessa passione che mi ha spinta ad iniziare questo sport. Mio fratello Manolo, più piccolo di me di 8 anni ha avuto la mia stessa fortuna. Ricordo che da piccoli eravamo inseparabili, lo portai io a scuola calcio e da lì è iniziata la sua avventura: ha fatto tutte le giovanili con l’Atalanta ed ora con tanti sacrifici è arrivato nel “grande calcio”.

 

Te e Manolo vi date consigli e suggerimenti prima delle partite?

“Io e mio fratello diciamo che ci sentiamo per sapere come è andata la partita, hai giocato, hai segnato, queste cose qui..consigli e suggerimenti credo che ora servono poco. Io ho tanta esperienza alle spalle e lui ha la testa sulle spalle, sa quello che vuole, l’ha dimostrato in tante occasione nella sua crescita sportiva e credo gli bastino per guardare in faccia questa realtà del grande calcio e fare bene. Non è un ambiente facile rispetto al nostro calcio femminile, ma ha quella maturità per affrontare ogni ostacolo che gli si presenterà”.

 

Vi assomigliate o siete differenti tu e Manolo come fratelli?

Diciamo che ci assomigliamo dentro e fuori dal campo..in campo lo si nota subito..al di fuori siamo tutti e due persone tranquille, disponibili e umili”.

 

 

Per due stagioni hai sbaragliato la concorrenza aggiudicandoti il “Pallone d’oro”. Che emozioni sono state?

“Forte emozione sia nel primo che nel secondo pallone d’oro. Ripaga di tutti i sacrifici fatti e il lavoro sul campo. E’ sempre bello vincere qualcosa, è quello stimolo in più”.

 

Quali sono le tue caratteristiche tecniche? C’è  un calciatore a cui ti ispiri?

“Le mie caratteristiche tecniche, i pregi la velocità, dribbling e tiro..il difetto senza dubbio il sinistro, che uso giusto per correre. Il calciatore a cui mi ispiro e mi piace è Pato, anche se non vorrei prendere dai suoi infortuni”.

 

La rete più bella che hai segnato e.. quella più importante?

“La rete più bella credo sia stata il primo anno col Verona contro il Senigallia, un tiro al volo di mezza rovesciata, quella più importante contro la Torres qualche anno fa che ci ha portate alla vittoria dello scudetto”.

 

Il difensore più ostico che hai affrontato?

“Un bel po’ di anni fa Manuela Tesse, che ora è l’allenatrice della Torres. Attualmente il difensore più ostico direi che è Sara Gama del Brescia”.

 

Qual è stato l’allenatore che più ti ha trasmesso?

“L’allenatore che più mi ha dato tanto umanamente, a livello di gioco e allenamento è stato mister Bolis, mi ha allenata quando ancora giocavo nel Bergamo più di 8 anni fa. Ora allena il maschile”.

 

Descrivici la tua gavetta calcistica. I tuoi genitori ti hanno sostenuto o 
ostacolato in questa scelta?

“Ho iniziato a 9 anni con i maschi nel mio paese, Bolgare, perchè non avevo ancora l’età per giocare nel femminile. Poi ho fatto qualche anno a 7 nel csi sempre nel mio paese. Di seguito sono passata al Bergamo dove ho fatto serie C, serie B e 2 anni di serie A.  Purtroppo poi la squadra si è sciolta per problemi societari e sono passata al Verona: questo è il mio nono anno. Qui ho vinto (quasi) tutto, scudetti, coppa italia, supercoppa. I miei genitori mi hanno sempre sostenuta in tutte le scelte fatte, mi hanno sempre seguita e mi seguono tutt’ora, questo per me nell’arco della mia carriera è stato molto importante”.

 

Qual è la dieta dello sportivo?

“Diciamo che non c’è una dieta vera e propria, a questo livello con tanta esperienza alle spalle sta un po’ al giocatore/giocatrice essere responsabile del proprio corpo e forma fisica per giocare a questi livelli. I miei pasti tipo sono: caffè al mattino con qualche biscotto o fetta biscottata con marmellata, pranzo pasta con verdure di contorno e cena carne o pesce sempre con verdure di contorno..poi ci sta che si mangia pizza o qualcos’altro”.

 

Qual è la settimana tipo di una calciatrice?

“Gli allenamenti sono tutti i giorni divisi per allenamento sul campo il lunedì, martedì, giovedì, e venerdì; mercoledì palestra e il sabato la partita. La domenica riposo. Occorre fare sacrifici al di fuori del campo a questi livelli ma questo non preclude il non divertirsi e vivere comunque la giornata con i propri hobby”.

 

Com’è, a tuo avviso, il livello del calcio femminile in Italia?

“E’ ancora tanto lontano da quello che le squadre europe femminili ci stanno facendo vedere. Purtroppo viviamo in un paese maschilista riguardo a questo sport, anche perchè i sacrifici, gli allenamenti, la passione sono tali e uguali a quelli maschili. Certo il gioco ovviamente è diverso ma questo fa parte della differenza tra uomo e donna. Per migliorare servono tante cose: più visibilità da parte dei media e l’introduzione del calcio femminile all’interno delle scuole per farlo conoscere e tante tante altre cose…”

 

In Inghilterra,  Manchester United, Chelsea, ecc. hanno anche la squadra 
femminile. Il presidente De Laurentis aveva proposto una cosa del genere per il Napoli, ma poi non si fece nulla. Non pensi che questo, se portato avanti, potrebbe essere un primo passo per far crescere il calcio femminile?

“Un grande passo ed un grande aiuto per far crescere il calcio femminile sicuramente è  quello di associare il proprio club con il club maschile, porterebbe più visibilità e farebbe conoscere ancora di più questa nostra realtà”.

 

Raccontaci il tuo impegno con l’Assocalciatori.

“L’impegno con l’assocalciatori è quello di tenere sempre sulla mano i problemi del nostro calcio per poter migliorare e crescere, arrivare anche qui in Italia al livello delle altre squadre femminili europee”.

 

Se tua figlia volesse fare la calciatrice che reazione avresti?

“Se mia figlia mi dicesse che vorrebbe fare la calciatrice? Beh sarei molto contenta come lo sarei allo stesso modo se volesse fare un altro sport”.

 

Curiosità: oltre al calcio sei grafica pubblicitaria ed hai fatto un corso da tatuatrice. Raccontaci queste diverse passioni.

“Si ho studiato grafica pubblicitaria, mi piace il disegno. Purtroppo con gli impegni calcistici tra club e nazionale è difficile lavorare in questo campo, ma sicuramente quando smetterò di giocare a calcio, sarà il lavoro che vorrei portare avanti. Inoltre, ho fatto il corso di tatuaggi perchè mi piace disegnare e mi piacciono i tatuaggi: è stata una bella esperienza che ora porto avanti oltre al calcio. Ho tatuato anche mio fratello con 3 stelline, ma non è il lavoro che voglio fare,  chiamiamolo più.. un hobby!”

 

Il tuo desiderio per il 2013?

“Un desiderio per il 2013..ce ne sono tanti piccoli, ma forse quello che spicca di più è che vorrei un mondo un po’ meno cattivo..”

 

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