Bologna FC
Verso Bologna-Venezia, Marchiol: «DiFra? L’eredità di Vanoli è pesante. Gruppo giovane, la scelta era puntare sul gruppo della B»
Il direttore della testa lagunare risponde ai nostri quesiti sulla stagione dei veneziani e sulla partita di domani sera
Anticipo serale del sabato per Bologna e Venezia, che domani alle 20:45 si sfideranno allo Stadio Dall’Ara. Entrambe le squadre arrivano da una sconfitta. Tuttavia, in casa Venezia c’è probabilmente più fame di riscatto perché i ko sono due consecutivi e sono arrivati per mano di dirette concorrenti.
Per parlare della squadra lagunare, quest’anno allenata da Di Francesco, abbiamo fatto una chiacchierata con Davide Marchiol, direttore di TuttoVeneziaSport e corrispondere di RadioSportiva dal capoluogo veneto.
Che momento sta attraversando il Venezia in vista della gara col Bologna?
«Sicuramente il momento è complicato. Dopo la vittoria contro l’Udinese, le gare con Parma e Lecce potevano essere il trampolino giusto per acquisire lo slancio nella lotta salvezza. Invece le due sconfitte hanno dato un duro colpo al morale di tutti, soprattutto l’inciampo con i pugliesi, dove si sono costruite tantissime palle gol senza clamorosamente mai segnare».
Quali sono le cause delle difficoltà del Venezia?
«Tante, e molte erano anche attese. Era risaputo che il budget per rinforzare la rosa non sarebbe stato molto ampio. Si è scelto di puntare a fare patrimonio tecnico con tanti giovani, mantenendo il gruppo della B. Così ci si è ritrovati una squadra con poca esperienza seppur coesa. L’addio di Vanoli poi è stato comunque un problema. Aveva creato una sinergia solidissima con tifosi, società e giocatori e per quanto Di Francesco abbia sicuramente delle qualità, non avere il condottiero della promozione così ha sicuramente fatto perdere subito un po’ di terreno».
Ci sono state secondo te delle leggerezze nella costruzione della rosa?
«Più che leggerezze è stata fatta una scelta che, a mio parere, di rado porta a risultati per una neopromossa: puntare sul gruppo della B. Giocatori che hanno sicuramente fatto sì che non si dovessero ricostruire le alchimie di gruppo da zero. Però nel momento in cui decidi di continuare sulla strada del patrimonio tecnico, tesserando quasi solo giovani, il rischio è grosso. A meno di non pescare un talento tale da riuscire ad avere subito un impatto. Oristanio e Nicolussi Caviglia hanno già un po’ di esperienza con il campionato italiano e si è visto, sono infatti titolari. Yeboah, Sagrado, Schingtienne, Raimondo sono tutti nomi che invece stanno faticando anche solo a ritagliarsi spazio perché si nota la mancanza di maturità in diversi frangenti. In chiusura, manca sicuramente un centrale difensivo d’esperienza e si nota in tante situazioni».
La scelta di puntare su Di Francesco dopo lo shock di Frosinone ti aveva convinto? Come vedi lui e la sua posizione ora dopo la partita col Lecce e le conseguenti contestazioni?
«Qualunque allenatore post Vanoli non mi avrebbe convinto del tutto tornando a quanto detto sopra. Parliamo di un tecnico che ha fatto un lavoro di rilancio clamoroso. Sicuramente la fame di Di Francesco è tanta dopo diverse avventure poco fortunate. Continuo però a pensare che il suo stile di gioco per squadre che lottano per salvarsi sia difficile da portare al traguardo. Talvolta essere più accorti anche negli scontri diretti ti porta quei punti sporchi che possono fare la differenza. Il general manager del Venezia Antonelli ha però deciso di puntare molto su di lui, convincendo la società che era il profilo adatto e facendogli firmare un biennale. Nessun allenatore è mai blindato, ma vista la fiducia di cui gode (e la scarsità di profili interessanti sul mercato), servirà un periodo veramente tanto brutto per arrivare a un cambiamento».
Che cosa ne pensi del nuovo Bologna? Te lo aspettavi così?
«Sicuramente il Bologna ha passato un’estate con diversi cambiamenti. Perdere due pezzi come Zirkzee e Calafiori non sarebbe semplice per nessuno. Poi è anche andato via Thiago Motta e Italiano ha sicuramente avuto bisogno di un periodo di ambientamento per capire il materiale che aveva a disposizione. In campionato mi sembra una squadra in ripresa, seppur con margini di crescita ancora discreti. In Champions ammetto che speravo in qualcosa di un pochino meglio, in alcune gare si è persa l’occasione di fare punti che erano alla portata».
Che Bologna-Venezia sarà?
«Di Francesco contro squadre sulla carta più forti ha dimostrato di poter giocare anche con un baricentro più basso cercando di essere un po’ più verticali. Penso che, vista la forza del Bologna, la interpreterà quindi più sulla falsariga delle gare con Inter o Roma. Affrontare la squadra di Italiano con duelli tutto campo sarebbe più nella sua filosofia, ma mi sembrerebbe un rischio enorme».
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