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L’Uomo della Domenica: Lucio Dalla – 6 mar

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Un’altra sconfitta. La quarta consecutiva tra le mura amiche. Non se ne può più. È finito, oramai, il tempo della comprensione, il tempo in cui bisognava applaudire la prestazione anche quando i risultati non arrivavano. Ora è arrivato il momento di fischiare: sacrosanto diritto. 2 a 0 contro la Lazio, squadra morta e senza un minimo di orgoglio, giocatori non adatti per la Serie A. A Bologna la situazione non è delle migliori, il clima di contestazione alla squadra e alla guida tecnica ha toccato l’apice stamane quando, tramite mezzi di comunicazione, la curva ha indetto uno sciopero del tifo per la trasferta di Reggio Emilia per far capire ai giocatori tutti che si è stanchi; stanchi di vedere la squadra sempre perdere, stanchi di non vedere un minimo d’orgoglio nel’indossare la divisa rossoblù, stanchi di vedere calciatori senza un minimo di rispetto per chi, tutte le settimane, è costretto a subirsi spettacoli penosi. È così, al termine di una domenica sera che mi ha lasciato l’arrabbiatura addosso e una strana malinconia, penso a Lui, penso a Lucio Dalla il cui ricordo doveva essere omaggiato anche con una buona prestazione al Dall’Ara, che era e rimane anche casa sua. Così, come ben sappiamo, non è stato, e allora mi viene inevitabile pensare e dire che L’Uomo della Domenica per Bologna – Lazio è proprio Lui, Il Grande Lucio.

4-3-1943

Partiamo da qui, dalla data di nascita diventata un simbolo, un culto, qualcosa da omaggiare sempre. Sono passati 74 anni da quando Lucio Dalla nacque a Bologna, dove trascorre i suoi primi tredici anni di vita. Ragazzo sorridente, tutti gli volevano bene; il dramma familiare è rappresentato dalla morte del padre, fatto sconvolgente che cambia, in modo radicale, il futuro cantautore. Ha 20 anni, siamo al Cantagiro e Gino Paoli, un altro di quelli che non hanno bisogno di presentazioni, gli offre un contratto. Le cose sembravano in discesa, ma il successo non arriva. Da questo momento in poi esplode il genio e la sua creatività: i capolavori diventano molteplici, ha la possibilità di suonare prima con Jimi Hendrix e poi con un altro bolognese DOC, Gianni Morandi; dopo una breve collaborazione con un altro esponente della poesia bolognese come Roberto Roversi, Il Nostro si mette in proprio: album che prende il suo nome, “Com’è Profondo il Mare” e “Anna e Marco” diventano da subito dei capolavori, ascoltati in qualsiasi casa del capoluogo di regione. Poi, il boom: con Francesco De Gregori fa partire il tour di Banana Republic, incide “Caruso” e viene riconosciuto come artista di fama mondiale, riuscendo a vendere più di 8 milioni di copie. La musica leggera diventa luogo da esplorare per Lucio che, sempre assieme a Morandi, porterà la sua tournee in posti magnifici, luoghi d’arte che tolgono il respiro. Poi viene “Attenti al Lupo”, ballata in Piazza Maggiore il giorno della sua scomparsa dai calciatori del Bologna FC. Poi si calma: fonda un’etichetta, scopre tantissimi artisti bolognesi, collabora con case cinematografiche per la realizzazione di colonne sonore per i film, tra tutti, di Carlo Verdone. Collaborazioni, spettacoli teatrali, nuovi singoli, compone l’inno per la squadra olimpica italiana nel 2008, è autore di programmi televisivi molto in voga in quegli anni. Poi, a pochi mesi dalla scomparsa, la decisione di tornare a Sanremo, dove tutto, o quasi cominciò.

1 marzo 2012.

Finiamo qui. In realtà no, perché Dalla verrà ricordato sempre, anche a distanza di decine di anni. La notizia arriva dalla Svizzera: Lucio ci ha lasciato, se n’è andato in fretta, velocemente, in un battito di ciglia. Bologna piange il suo figlio, ancora oggi.

Bon Viaz, Lucio.

 

L’Uomo della Domenica è Lucio Dalla

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