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L’Uomo della Domenica: Simone Verdi – 23 gen

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Piccola ma necessaria puntualizzazione dell’autore: non me ne voglia Dzemaili, non me ne vogliate Voi, cari lettori, quando individuo in Simone Verdi l’Uomo della Domenica. Simone mancava, terribilmente, e se ieri il Dall’Ara palpitava tutto insieme è stato soprattutto per il suo ritorno. Vi ringrazio e Vi auguro una buona lettura.

Spaventoso. È questo quello che c’è scritto affianco al nome di Verdi su un foglietto di carta in Via dell’Arcoveggio. Spaventoso. E come dar torto a quel foglio bianco tutto appesantito dall’inchiostro. Simone Verdi, ieri pomeriggio, è stato davvero spaventoso. Mancava dai campi dalla fine di ottobre, un Bologna – Fiorentina che segnò, sotto molti punti di vista, una sorta di calo di tutta la squadra felsinea. Quasi 3 mesi per rivederlo in campo e scoprire, con estremo piacere e soddisfazione, che sembra non se ne sia mai andato, sembra che il 29 ottobre 2016 sia ieri, ma soprattutto sembra che quell’infortunio non sia mai arrivato. Ha saputo entrare in partita con una facilità disarmante, mettendo paura ad Hart dopo pochi giri d’orologio dal suo ingresso, ma soprattutto, nonostante molti dubbi, la sua condizione fisica sembra quasi perfetta, e il momento d’oro che stava vivendo quando è stato costretto ad uscire in barella non pare sia ancora finito. Noi? Estremamente orgogliosi di un giocatore che ci e si stava trascinando, combattendo tanti, troppi demoni interiori che spesso, troppo spesso ne hanno condizionato la carriera. Il passato sembra non esistere più, il presente ce lo godiamo, il futuro si chiama Simone Verdi, e questa è la sua storia.

Oltrepò pavese, 1992: viene alla luce Simone Verdi; è il 12 luglio e a Broni fa caldo, troppo a dirla tutta. Simone è un ragazzino sorridente, il Calcio gli piace e possiede anche buone abilità, riuscendo spesso ad emergere tra i pari età nelle squadrette dei paesini in provincia di Pavia. Gioca nell’Audax Travacò fino al compimento degli 11 anni quando, all’improvviso, il Milan decide di inserirlo nel suo settore giovanile. Entra nel vivaio rossonero e ne uscirà nel 2011 quando, dopo un paio di presenze (esordio avvenuto a 17 anni), il suo cartellino viene ceduto in compartecipazione al Torino, in un trasferimento che vedeva inoltre Gianmario Comi trasferirsi nell’hinterland milanese. La squadra granata si trovava, in quel momento, in Serie B e contava su talenti offensivi davvero interessanti, fatto che limitò le presenze di Simone col Toro. L’anno successivo, conquistata la massima serie, non va meglio: le presenze di Rolando Bianchi e di Alessio Cerci precludono le possibilità di vedere il fantasista di Broni in campo, tanto che a gennaio, di comune accordo con la società torinese, passa in prestito alla Juve Stabia, nuovamente in cadetteria. Le occasioni per emergere, questa volta, sono parecchie e le 20 presenze lo dimostrano. Il gol, però, non arriva. Serve aspettare l’anno seguente quando Verdi, rientrato dal prestito, passa all’Empoli, che ne riscatterà poi il cartellino: voluto fortemente da Maurizio Sarri per riempire la casella vuota del trequartista dietro a Tavano e Maccarone, l’ancora giovane fantasista si rivela un ottimo innesto, come dimostrano le prestazioni e finalmente i gol che da tempo ci si aspettava. Non tutto va secondo i piani l’anno dopo quando, durante il calciomercato, arrivano in terra toscana sia Riccardo Saponara che Piotr Zielinski. Squadra splendida quella azzurra quell’anno, con parecchi giocatori che, di lì a qualche anno, avrebbero guadagnato i gradi da titolare in top club italiani. Tra i tre uno è di troppo e, nonostante scenda in campo in parecchie occasioni, è costretto, in estate, a cambiare nuovamente aria. Siamo in tempi recenti ma il suo futuro, secondo alcuni, è già scritto: ottimo giocatore con le giovanili, incapace di fare il tanto atteso salto di qualità quando ce lo si aspettava. Biglietto aereo in mano, valigia già posta in stiva e si parte per Eibar, nei paesi baschi, dove Simone ha la possibilità di maturare e tornare a mostrare quel talento che parecchie volte è apparso troppo appannato. Anche in Spagna, però, le cose non vanno bene e decide di tornare in Italia durante il calciomercato di riparazione, scegliendo Carpi come meta. Il rendimento è discontinuo, lo è sempre stato dicono i critici e la squadra emiliana scivola in B. Le domande che si pone Simone, durante l’estate del 2016 possiamo giurarci, sono tantissime. L’etichetta di meteora inizia ad aleggiare intorno a Lui, concedendogli in rare occasioni una tregua pressoché inesistente. Poi, la svolta: una squadra è interessata, ci crede fortemente e sa come risollevare il ragazzo; il matrimonio è cosa fatta, Simone Verdi si trasferisce al Bologna a titolo definitivo. La sua storia in rossoblù, almeno fino ad ora, la conosciamo tutti benissimo, e nei momenti bui e di crisi non ci resta che guardare alla sua carriera ed avere consapevolezza che, per qualsiasi cosa, c’è sempre una seconda chance per dimostrare il proprio valore.

 

L’Uomo della Domenica è Simone Verdi

 

 

 

Foto: Bfc

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