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Lazio-Bologna (1-1): le certezze dei numeri

Il Bologna esce dall’Olimpico con un pareggio costruito su sacrificio, organizzazione e un Ravaglia quasi sempre decisivo. Ecco cosa dicono i numeri a riguardo.

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Federico Ravaglia in Bologna-Genoa (@Damiano Fiorentini)
Federico Ravaglia in Bologna-Genoa (@Damiano Fiorentini)

Potevamo immaginarci che Lazio-Bologna sarebbe stata una di quelle partite sofferte ma equilibrate allo stesso tempo. Due squadre con lo stesso obiettivo di occupare la zona europa in classifica, due squadre affamate di punti allo stesso modo. E domenica, in campo si è visto esattamente questo. Ma c’è un altro modo per raccontarla: attraverso i numeri.

Possesso e pazienza

I rossoblù hanno scelto di dominare il tempo del gioco piuttosto che il territorio. Il 53% di possesso palla e i 465 passaggi tentati (contro i 407 della Lazio) sanno di strategia: rallentare quando serviva, accelerare solo nei corridoi giusti. Il Bologna ha portato il pallone in zona d’attacco 56 volte, molte più delle 40 incursioni biancocelesti, ma lo ha fatto con una logica di attesa, cercando qualità nelle connessioni più che un volume non concreto.

Lorenzo De Silvestri dopo Lazio-Bologna (1-1) (© Bologna FC 1909)

Lorenzo De Silvestri dopo Lazio-Bologna (1-1) (© Bologna FC 1909)

Dopo aver incassato il gol, il Bologna non si è scomposto. Anzi, ha reagito con la freddezza delle squadre consapevoli. L’azione offensiva che porta al pareggio nasce da un principio che torna nei dati: costante presenza in area. Non è un caso che i rossoblù abbiano trasformato l’unica grande occasione creata, mentre la Lazio, pur costruendone due, ne abbia sfruttata solo una. È la differenza tra chi produce e chi finalizza.

Lazio-Bologna: è Ravaglia il protagonista

La vera fotografia della partita, però, è Ravaglia. Il portiere rossoblù è stato il perno emotivo e tattico della squadra. Gli 8 stop, le 4 grandi parate e soprattutto il dato dei 2.18 gol evitati raccontano la prestazione di un portiere che va oltre ogni limite strutturale. Mentre la Lazio collezionava 16 tiri totali (9 nello specchio), il Bologna ha scelto inconsciamente di abbassare il baricentro, affidandosi al proprio estremo difensore come ultimo, solidissimo argine. Non è un caso che i biancocelesti abbiano toccato il pallone in area avversaria 23 volte, quasi il doppio rispetto ai 12 rossoblù: il Bologna ha accettato di soffrire.

Federico Ravaglia (© Bologna FC 1909)

Federico Ravaglia (© Bologna FC 1909)

Le statistiche che fanno la differenza

Anche senza palla, il lavoro degli uomini di Italiano è stato importante. I 53 recuperi contro i 44 della Lazio mostrano una squadra mentalmente dentro la partita, capace di riconquistare e ripartire. I 15 contrasti tentati e l’equilibrio nei duelli (49% vinti) sono la prova di un pressing che potremmo definire selettivo, più che ossessivo.
E poi il dato che forse pesa di più: solo 1 errore che ha portato a una conclusione avversaria. In una gara così caotica, è una forma di controllo.

Non è stata una prestazione scintillante, ma è stata una prestazione piena di Bologna e di ciò che porta sempre con sé: il coraggio di rischiare, unito alla solidità di chi non vuole lasciare nulla al caso.

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