Bologna FC
Fai il meglio che puoi, con ciò che hai, nel posto in cui sei
I primi diciotto mesi di Italiano a Bologna sono, e continuano ad essere, costellati di infortuni. Una condizione che potrebbe sembrare sfavorevole, ma che il mister ha reso una forza.
Diciotto, all’incirca, i mesi passati dall’arrivo a Casteldebole di Vincenzo Italiano. Un anno e mezzo di Bologna costellato da successi, un trofeo e, soprattutto, tanti infortuni. Già, perché uno dei tanti meriti del mister è stato proprio quello di riuscire a macinare vittorie nonostante i tanti stop, e farlo coinvolgendo tutto il gruppo.
Celta Vigo-Bologna 1-2 (© Bologna FC 1909)
Un coinvolgimento che, alla lunga, si è dimostrato fondamentale sia in termini di gruppo che in termini di necessità. Da una parte, perché il mister, così facendo, ha trasmesso fiducia a tutti, senza scandire mai un “undici tipo”; dall’altra perché proprio questa fiducia ha permesso ai giocatori stessi di performare sempre meglio, creando affiatamento con i compagni dentro e fuori dal campo.
La maledizione infortuni che ha colpito il Bologna
Gli infortuni, dicevamo. Costanti, puntuali, e sempre quando sembrava non esserci fine al peggio. Sotto questo punto di vista, insomma, l’avventura bolognese di Vincenzo Italiano non è mai stata fortunata, tanto che in questi diciotto mesi sembra essersi abbattuta su Casteldebole una vera e propria maledizione. Una maledizione che non ha lasciato scampo a nessuno, neanche a chi sembrava immune a qualsiasi stop. In tutti i sensi.
Remo Freuler con il professor Stefano Zaffagnini (© Istituto Rizzoli)
Da quando Italiano siede sulla panchina felsinea, infatti, sono solo quattro i Rossoblù ad essere sempre stati a disposizione. Beukema, Moro, Fabbian e Dominguez gli highlander immuni agli infortuni, e per di più il primo in questa stagione non fa parte della rosa del Bologna. Per tutti gli altri, infatti, nel corso di questa stagione e mezzo uno stop, lieve o pesante che fosse, è sempre arrivato.
Normale, specie se si pensa che il Bologna è comunque una squadra che gioca le competizioni europee, e quindi è inevitabilmente “costretta” a giocare ogni tre giorni. Periodi intensi, che non garantiscono né il riposo, né gli allenamenti necessari a recuperare al meglio, e alla lunga gli infortuni sono il prezzo da pagare.
La bravura sta nel saper andare oltre
Vincenzo Italiano con la Coppa Italia (©Bologna FC 1909)
Alla base di tutto, ovviamente, c’è una statistica sconfortante nei confronti del Bologna. Da quando è in panchina, infatti, Italiano, in Serie A, ha avuto la rosa a completa disposizione solamente in due partite. Alla ventottesima ed alla ventinovesima giornata dello scorso campionato, nella vittoria contro il Verona (anche se Freuler era squalificato) e nel 5-0 con la Lazio. Una ricorrenza che quest’anno, complici i pesanti stop di Immobile, Freuler, Skorupski e Bernardeschi, non si ripeterà prima di febbraio almeno.
Una sfortuna quasi da “nuvola fantozziana”, insomma, per il tecnico, che a differenza di tanti colleghi è però sempre andato oltre l’ostacolo. Infortuni, più competizioni e partite ogni tre giorni gli ingredienti per l’alibi perfetto. Una strada spianta, ma che Vincenzo non ha mai voluto seguire, affidandosi alla sua grinta e preparazione. Due ingredienti fondamentali per dare vitalità ed entusiasmo alla squadra che, nonostante gli infortuni, ha sempre dato il massimo. Una fatica che poi, come nelle migliori storie, è stata ripagata lo scorso 14 maggio.
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