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Meteore Rossoblù – L’egoismo è un altra cosa – 22 Feb

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Facciamo un salto indietro, torniamo bambini per un po’ e ripensiamo a quando, con i nostri amichetti, ci trovavamo tutti insieme a giocare… C’era sempre il bambino egoista, quello che pensava sempre e solo a se, quello che portava la palla o che metteva la consolle per giocare ai videogiochi che, nel caso si facesse una cosa che a lui non andava bene o dovesse aspettar il suo turno per giocare diceva “Eh no, il gioco è mio e si fa come dico io,  io gioco!!!”. Ecco, qualcuno ha pensato a questo, un semplice atto di egoismo ed egocentrismo, quando Mohamed Kallon, in Sierra Leone, ha fondato una squadra di calcio con il suo nome, della quale lui è presidente, allenatore e giocatore, ma la realtà è diversa, molto diversa…

Mohamed Ajay Kallon detto Mimmo, nato in Sierra Leone a Freetown il 6 ottobre 1979 inizia la sua carriera mettendosi il luce nel suo paese natio con la maglia dell’Old Edwardians, in Kuwait con quella dell’Al-Tadamon e in Svezia con quella dello Spånga, tanto da essere notato dall’Inter che, nel 1995 lo mette sotto contratto girandolo in prestito al Lugano. In due stagioni in Svizzera scende in campo 18 volte segnando un gol e, il 25 giugno 1997, passa in prestito al Bologna. Sotto le due torri rimane cinque mesi, giusto il tempo di esordire in serie A contro il Parma il 19 ottobre e di sbagliare, clamorosamente, il gol qualificazione nei minuti finali della sfida di Coppa Italia contro l’Atalanta, con la squadra Rossoblù che viene eliminata ai calci di rigore. Il 27 novembre nonostante le pressioni di Roberto Baggio che, dopo aver stretto amicizia col giocatore prova in tutti i modi a convincerlo a rifiutare il grifone per andare al Padova, scende in Serie B per vestire un’altra maglia Rossoblù, quella del Genoa dove, in 26 presenze segna 10 gol. Nell’estate del 1998 torna in serie A venendo girato in prestito al Cagliari, dove veste l’ennesima maglia Rossoblù della sua carriera e dove, in 26 presenza segna 6 gol. La prima giornata del campionato 1998/99, contro la squadra proprietaria del suo cartellino, segna la prima rete in serie A nella partita pareggiata per 2 a 2 grazie al gol di Muzzi e la doppietta dell’altro ex Bolognese Ventola. A fine campionato passa in prestito alla Reggina e, col numero due sulle spalle, segna un gol storico per la squadra amaranto, il primo in serie A della sua storia, contro la Juventus, rispondendo al gol di Inzaghi nella partita pareggiata per 1 a 1 al Delle Alpi il 29 agosto 1999. Finisce la stagione con la salvezza della squadra e 11 gol all’attivo in 30 presenze prima di venire girato, sempre in prestito, al neo promosso Vicenza dove, sempre con il numero 2 sulle spalle e al fianco di Luca Toni segna 8 gol in 24 partite. La stagione 2001/02 si rivela finalmente quella giusta per il suo approdo all’Inter e, abbandonata la maglia numero 2 perché occupata da Cordoba vestendo la numero 3, esordisce in nerazzurro segnando una doppietta contro il Perugia alla prima partita di campionato. Durante quella stagione gioca spesso, 28 presenze e 9 gol, ma purtroppo finirà nel peggiore dei modi per la squadra, con lo scudetto volato via nel fatidico 5 maggio a Roma contro la Lazio. La stagione successiva, invece, vede il campo col contagocce ma si dimostra spesso determinante segnando 5 gol in 9 partite ma, suo malgrado, sbaglierà quello più importante negli ultimi minuti della semi-finale di Champions League contro il Milan, quando sul risultato di 1a1 Abbiati fa su di lui una parata miracolosa negandogli il gol che gli avrebbe assicurato la qualificazione per la finale di Manchester contro la Juventus. Il terzo anno all’Inter inizia nel peggiore dei modi, risultato positivo al nandrolone  nel controllo antidoping dopo la sfida del 27 settembre 2003 contro l’Udinese, viene squalificato per sei mesi e, durante quella stagione gioca solamente 5 partite senza segnare nemmeno un gol. Il 21 luglio 2004, dopo un lungo corteggiamento da parte della Fiorentina neopromossa, passa al Monaco per 4,7 milioni di euro dove, da attaccante titolare, guida la squadra al terzo posto in campionato, agli ottavi di Champions League dove vengono eliminati dal PSV Eindhoven, alla semifinale della Coppa Di Francia eliminati dal Sedan e in Coppa Di Lega francese vengono eliminati dal Caen. Dopo una sola stagione nel principato e 11 gol in 34 partite passa in prestito, il 25 luglio 2005, all’Al-Ittihad in Arabia Saudita dove arriva al terzo posto in campionato, vince la Champions League Asiatica contro l’Al-Ain diventando capocannoniere della competizione con 6 gol, viene eliminato ai rigori ai sedicesimi della Champions League Araba dal Wydad Casablanca, perde in semifinale di Coppa Del Mondo per Club contro il San Paolo e la successiva finalina contro il Deportivo Saprissa e viene eliminato ai quarti della Coppa della Corona del Principe Saudita dall’Al-Ahli.

Rientrato a nel principato il 30 giugno 2006 gioca solamente 12 partite segnando 2 gol e, la stagione successiva, dopo esser sceso in campo 2 volte nelle prime due partite di campionato, il 24 agosto rescinde il contratto. Si accorda, il 29 gennaio 2008 con l’AEK Atene dove, in 11 presenze segna 3 gol. Il 25 agosto 2008 si trasferisce negli Emirati Arabi all’Al-Shabab e, dopo 4 presenze e un gol, nell’estate del 2009  ritorna in patria, a giocare nel Kallon Football Club, l’ex Sierra Ficheries da lui acquistata nel 2002 per 30000 dollari. 

Il 2 marzo 2010 tenta l’avventura in Cina, nello Shaanxi Chanba e, la stagione successiva, in India, nello Chirac United. Torna nella sua squadra nel 2013 per giocare gli ultimi 3 campionati della sua carriera e, nel 2016 appende gli scarpini al chiodo. 

Il 26 giugno 2014 diventa allenatore della nazionale Under 17 della Sierra Leone, mentre il 7 settembre 2017 finisce il corso da allenatore professionista categoria UEFA A a Coverciano. 

 Nel 2013 si candida come presidente della Federcalcio sierraleonese perdendo però a beneficio di Isha Tejan-Cole, meglio conosciuta come Isha Johansen dopo il suo matrimonio col console norvegese in Sierra Leone. Kallon reclama ingiustizie nelle votazioni perché, a suo avviso, viene “fatto fuori” con la scusa di non aver la residenza nel paese, mentre Isha possiede la residenza in una abitazione di Freetown solo come facciata, essendo cresciuta e vivendo in Inghilterra. La donna viene poi incarcerata (e in seguito liberata) insieme al vicepresidente Brima Mazola Kamara e al segretario generale Cristopher Kamara con l’accusa di non aver consegnato i libri contabili della sua scuola calcio per un controllo.

 

Una squadra che porta il suo nome, l’essere presidente, allenatore e giocatore della squadra, verrebbe da pensare che Kallon si sia improvvisamente montato la testa, che con un atto di puro egoismo pensi solo a farsi pubblicità e a far risaltare la sua immagine, ma non è così… con la sua squadra Mimmo vuole regalare un sogno, il sogno di diventare un giorno calciatori importanti a tanti ragazzi del suo paese, sperando di vederli partire per l’Europa e abbandonare finalmente la povertà per vivere una vita migliore… a casa mia, l’egoismo, è un altra cosa….

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