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Nuovo Bologna, stessi meccanismi, “vecchie” ambizioni

Nuovi elementi dal mercato, da inserire in meccanismi e con la stessa voglia di vincere: il Bologna è pronto alla sfida

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La squadra festeggia dopo la vittoria contro il Como (© Bologna FC 1909)
(© Bologna FC 1909)

Il Bologna è il Bologna. Non c’è “nuovo” o “vecchio”, per chi lo segue: passione, colori e voglia, rimangono sempre quelle. Questo discorso, però, vale per tutti, meno che…i protagonisti. Certo, perché, volente o nolente, questi cambiano, salutano o arrivano. In tempo di calciomercato, poi, nemmeno a dirlo.

Era un nuovo Bologna, quello di Vincenzo Italiano. Con interpreti diversi, con idee diverse, ma con una voglia enorme di fare bene. Ecco, quello di quest’anno è ancora una volta rinnovato: sotto Italiano, possiamo definirlo un “Bologna 2.0“. Una squadra rodata nei meccanismi, nei quali deve inserire le pedine giuste, e con la stessa voglia di vincere.

C’è spazio per tutti

Non troppo lunga, perché tutti abbiamo la possibilità di dire la loro. Non troppo corta, perché l’imprevisto è dietro l’angolo, e quando hai così tanti impegni, devi prevenire l’imprevisto ancor prima che questo di palesi. Di cosa parliamo? Ovviamente della rosa del Bologna, guidata da Vincenzo Italiano. La conferma in difesa di Lucumì, fondamentale, con l’aggiunta di due come Vitik ed Heggem. Un motorino sulla fascia come Zortea, insieme a Holm, Miranda e Lykogiannis.

Un centrocampo rinforzato nelle idee, più che nei numeri. La base è sempre la stessa: Remo Freuler e Lewis Ferguson. Insieme a loro è tornato Pobega, si è rivisto Moro e c’è anche Giovanni Fabbian. In più, l’ultimo giorno è arrivata della gamba fresca, con Ibrahim Sulemana. E non sottovalutiamo Federico Bernardeschi, nella sua ambivalenza di ruoli.

Bologna e un attacco tutto da scoprire

Si chiude e si riparte sempre da Bernardeschi. Perché il numero 10 del Bologna, appunto, lo metti ovunque. Più indietro, sulla trequarti, esterno. Come lui, anche Jens Odgaard. E poi, gli attaccanti puri: sugli esterni Orsolini, Dominguez, Cambiaghi e l’ultimo arrivato, Jonathan Rowe. Su quest’ultimo, sono alte le aspettative di incidere nella maniera giusta, di “spaccare le partite”, per dirla alla Italiano.

Le punte, poi, che sembravano tante, per alcuni, e invece no: Immobile, Castro e Dallinga. Soprattutto questo Castro, per il Bologna. Insomma, nomi nuovi e nomi già conosciuti. Con la speranza che anche i nuovi diventino conosciuti. Meccanismi da oliare, ma la base è solidissima. Quella che non manca è l’ambizione: quella “vecchia”, classica, di vittoria. Allacciamo le cinture, e vediamo dove ci porterà questo Bologna.

Fonte – Giuseppe Tassi, Il Resto del Carlino

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