Bologna FC
Parma-Bologna: la geometria dei numeri che portano i gol
Parma-Bologna è una grande rimonta: ma dietro a un risultato ci sempre numeri che spiegano una superiorità. Oggi questa è, nettamente, rossoblù.
A Parma, il Bologna ha fatto quello che doveva: dominare la partita. Ha ribaltato un avvio in salita, trasformando una prestazione collettiva in gol, e infine in punti.
Sotto di uno dopo appena 27 secondi, i rossoblù hanno reagito con quella lucidità che Italiano da sempre pretende, senza farsi travolgere dallo sconforto. Il risultato finale – 1-3 – non è soltanto una vittoria, ma un messaggio a questo campionato: il Bologna deve restare tra le grandi.
Come sempre però, il risultato è fatto – oltre che di mentalità – anche di numeri. Perciò eccoci qua con la nostra consueta analisi delle statistiche del match.
Parma-Bologna: dal caos alla reazione, fino al controllo
Quando Bernabé ha trafitto Skorupski al primo pallone utile, lo stadio Tardini è esploso. Il Bologna ha incassato il colpo, ma invece di abbattersi, cos’ha fatto? Ha alzato il baricentro, imponendo il proprio ritmo, il proprio gioco.
Le statistiche sono il riflesso della vittoria: 65% di possesso palla, 424 passaggi completati con l’84% di precisione, contro i soli 235 del Parma.
Un controllo ragionato e progressivo, costruito dal basso e rifinito sulle corsie laterali, dove Miranda e Holm hanno disegnato il quadro dei vincenti, caricando l’area con 25 cross (di cui il 28% riusciti) e 77 passaggi offensivi.
È in questo contesto che esplode Santiago Castro, nuovo simbolo della verticalità rossoblù: mobile, affamato, cinico. Due reti, una per tempo, entrambe nate da schemi e azioni corali dettati da un sistema che funziona come un’orchestra.
L’intelligenza tattica in Parma-Bologna
L’espulsione di Ordoñez al 35’ ha certamente spianato la strada, ma il Bologna ha saputo gestire la superiorità numerica mettendo da parte la fenesia – un errore che purtroppo abbiamo visto in qualche occasione nella passata stagione.
Il dato degli expected goals – 2.72 contro gli 0.51 del Parma – spiega bene la qualità delle scelte offensive. È stato un assedio studiato: i rossoblù hanno costruito 7 grandi occasioni da gol, confondendo continuamente la linea difensiva avversaria, raggiungendo 36 tocchi nell’area di rigore — più di cinque volte quelli del Parma.
Niccolini, ha fatto scelte oculate anche per quanto riguarda le rotazioni: Freuler, Orsolini e Odgaard hanno lasciato il campo al momento giusto per dare spazio a energie fresche. Moro, Cambiaghi, Fabbian e Dallinga hanno aggiunto corsa, equilibrio e soprattutto profondità.
Miranda: dal mercato alla crescita sul campo
Il gol del definitivo 1-3 porta la firma di Juan Miranda, ma in realtà è la sintesi del suo intero match: instancabile, lucido, preciso nei momenti decisivi.
Con 30 chiusure difensive, 37 palloni recuperati e la costante proiezione offensiva (1 assist, 1 gol), lo spagnolo è stato il perno della prestazione rossoblù.
Una squadra che parla Italiano, soprattutto nei numeri
Ciò che impressiona di più non è solo la qualità tecnica, ma la forza collettiva. Dopo un primo tempo di controllo, i rossoblù hanno alzato i giri del motore nel secondo: più contrasti vinti (54% a terra, 59% nei duelli aerei), più palloni riconquistati nella metà campo avversaria, più concentrazione. 51% di contrasti vinti complessivamente, con palle perse ridotte al minimo (6).
Skorupski, quasi spettatore, non ha dovuto effettuare parate decisive — segno di una squadra che difende in avanti e spegne sul nascere ogni possibile occasione.
Ogni numero, quindi, è una verità tattica: più passaggi, più precisione, più ritmo, più presenza mentale. Il Bologna, oggi, non è più soltanto una squadra in crescita. E allora viene da chiedersi se, un anno fa, il Bologna avrebbe reagito nello stesso modo. A voi la risposta…
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