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Dall’Ara, il Presidente che fece amare a tutti i colori rossoblù (Più Stadio)

Oggi ricorre l’anniversario della scomparsa di Renato Dall’Ara, l’amatissimo Presidente rossoblù a cui è intitolato anche lo stadio cittadino

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Stadio Renato Dall'Ara, Bologna (©Damiano Fiorentini) campagna abbonamenti
© Damiano Fiorentini

Oggi è una data speciale per il Bologna e i suoi tifosi: si tratta dell’anniversario della morte di Renato Dall’Ara, l’amatissimo Presidente rossoblù scomparso il 3 giugno 1964. Dall’Ara era ed è tuttora una figura leggendaria del club felsineo, al punto che lo stadio cittadino (che in precedenza era noto come Stadio Comunale) fu in seguito intitolato alla sua memoria.

Renato Dall’Ara, imprenditore fai-da-te e patron più vincente della storia del Bologna

Renato Dall’Ara è il tipico esempio di uomo che si è fatto da solo, il cosiddetto self-made man. Reggiano di modeste origini, arrivò a Bologna nel primo dopoguerra per avviare un’azienda: il maglificio Dall’Ara. La sua attività divenne ben presto florida e l’imprenditore emiliano venne posizionato alla dirigenza del Bologna. Scomparso esattamente 61 anni fa, a oggi è il presidente più vincente della storia del club rossoblù.

Per tre decenni fu patron della società, che guidò con abilità e astuzia. Durante la sua dirigenza, il Bologna iniziò a collezionare risultati su risultati: con Árpád Weisz in panchina la squadra vinse quattro scudetti, diventando “lo squadrone che tremare il mondo fa“. Fu durante gli anni Sessanta, poi, che nacque il detto “così si gioca solo in paradiso” (motto legato al gruppo allora allenato da Fulvio Bernardini). Renato Dall’Ara morì improvvisamente nel giugno del 1964, all’età di 71 anni: quattro giorni dopo, il suo Bologna si aggiudicò lo spareggio contro l’Inter e mise in bacheca lo scudetto 1963-1964 (il settimo della sua storia). Lo storico patron rossoblù era talmente amato in città che nel 1983 lo stadio comunale prese il suo nome.

Joey Saputo, Bologna (© Damiano Fiorentini)

Joey Saputo, patron attuale del Bologna (© Damiano Fiorentini)

«Aveva un grande cuore, veniva sempre a salutarci: le ragazze del maglificio divennero tutte tifose rossoblù»

Oggi Più Stadio lo ricorda tramite le parole di Silvana Maccaferri (90 anni), che all’epoca lavorava nel maglificio Dall’Ara. «Eravamo quasi cinquecento donne, nel momento del massimo splendore dell’azienda. Ci sentivamo parte di una grande famiglia: Dall’Ara era una persona di grande cuore, viveva immerso nel suo lavoro e ogni giorno, quando arrivava, veniva a salutarci. Quasi sempre c’erano almeno due o tre giocatori con lui. In azienda diventammo tutte tifose, anche le ragazze che non si erano mai interessate di calcio. Io, in verità, lo ero già: sono sempre andata al Comunale con mio marito. Quando Dall’Ara se ne andò ho passato momenti tristissimi: nel portafoglio conservo ancora il suo “santino”» racconta.

Oggi Silvana va ancora allo stadio a vedere il Bologna. «Non perdo una partita grazie a Saputo, che mi ha invitata in tribuna Bernardini. Il presidente è una bella persona, ha entusiasmo e passione e ci sta facendo rivivere e emozioni che pensavamo perdute. In lui rivedo tanto Renato Dall’Ara» conclude.

(Fonte: Più Stadio, Marco Tarozzi)

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