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Calafiori: «Tutto quello che ho passato a Bologna è qualcosa di incredibile»

Dal Bologna all’Arsenal, la storia di un giovane talento che ha scelto di sfidare se stesso in Inghilterra: Riccardo Calafiori.

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Riccardo Calafiori in partita (@Bologna FC 1909)
Riccardo Calafiori (© Bologna Fc 1909)

Quando si parla di giovani talenti italiani all’estero, il nome di Riccardo Calafiori emerge inevitabilmente, soprattutto da quando ha varcato la soglia dell’Arsenal e della Premier League. In una lunga conversazione ai microfoni di Sky Sport, Riccardo ha raccontato con sincerità e passione il suo percorso: dagli esordi in Italia – con annessa esperienza a Bologna – passando per momenti difficili, fino alla grande sfida inglese che sta vivendo con grande determinazione.

Le parole di Riccardo Calafiori

Il giovane difensore, reduce da un’esperienza al Bologna, descrive il suo adattamento al nuovo ambiente:
«Qui in Inghilterra il modo di vivere il gruppo è diverso rispetto all’Italia. In Italia c’è molta più condivisione quotidiana, mentre qui il rapporto è più professionale ma comunque molto rispettoso. Questo mi ha spinto a trovare nuovi equilibri anche fuori dal campo».

Non manca un momento toccante nel racconto, dedicato all’amico e compagno Bove:
«Quando è successo quello che è successo a lui, ero totalmente distratto, non stavo nemmeno guardando la partita. Ho acceso la tv solo per sapere il risultato e ho visto che il gioco era fermo. Pensavo fosse una sospensione normale, invece poi ho ricevuto la telefonata di mia madre, che piangeva… Lei è molto legata alla mamma di Bove, proprio come io e lui siamo legati tra di noi. È stato un momento difficile, una vera scossa».

Calafiori ripercorre anche il difficile percorso di recupero dopo l’operazione al ginocchio, un momento di svolta della sua carriera:
«Quando avevo 16 anni, i medici mi hanno detto che il calcio poteva finire lì per me. Non riuscivo ad accettarlo. Forse se fossi stato più grande, avrei mollato, ma l’ingenuità e la voglia di dimostrare a tutti il contrario mi hanno dato la forza di rialzarmi e ripartire».

Ma è dopo questo primo infortunio importante, che Calafiori ha scoperto una nuova passione:
«Ho iniziato a suonare la chitarra, e da allora è diventata una parte fondamentale della mia vita. Quando non sono impegnato con il calcio, mi immergo nella musica o nella lettura, che mi aiutano a rilassarmi e a crescere».

Dal Bologna all’Arsenal

Ma guardando al presente, ecco come giudica la scelta di trasferirsi in Premier:
«Volevo provare la Premier League, un campionato dove gli italiani spesso faticano a emergere. E poi, diciamolo, come puoi dire no all’Arsenal? È un sogno che si realizza. Entrare in campo per la prima volta in Premier è stato incredibile. Arteta mi ha sempre incoraggiato a trasmettere energia e a giocare con la mia personalità».

E, infine, Riccardo Calafiori non può fare a meno di dedicare un pensiero alla città che lo ha fatto crescere, che ha dato sfogo al suo talento… Bologna:
«Inizialmente non ero una necessità, non servivo a molto, forse a livello numerico per essere più coperti dietro, ma terzini li avevano, centrali li avevano. E invece poi appena arrivato ho avuto un bel feeling con il mister. Mi ha rassicurato dicendomi che avrei avuto le mie occasioni anche come centrale. E poi succede che Lucumí si fa male: da lì ho cominciato. Non benissimo, contro il Cagliari appena entrato causo rigore. Ma dalla partita dopo inpoi non ho più lasciato il campo. E niente, una stagione che si commenta da sé. Ho gli occhi lucidi quando parlo di Bologna. Non si parla solo del livello calcistica, ma del livello umano. Quello che ho vissuto e abbiamo vissuto a Bologna è qualcosa di incredibile».

Fonte: Sky Sport

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