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Orsolini e l’impronta di Italiano: il Bologna come modello per una Nazionale più offensiva?

Nel Bologna di Italiano, Orsolini trova spazio per brillare, ma non deve finire qui. Il numero 7 rossoblù può far respirare nuova linfa anche alla nazionale italiana?

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Riccardo Orsolini in veste azzurra
Riccardo Orsolini in veste azzurra (© Bologna FC 1909)

Riccardo Orsolini potrebbe essere la chiave per una svolta azzurra?
Non abbiamo una risposta certa, ancora, ma possiamo ragionarci sù.
Nell’Italia ancora in corsa per il Mondiale – domani sera la sfida contro l’Estonia –, il talento del Bologna trova il suo massimo splendore nel gioco verticale e offensivo di Vincenzo Italiano, un calcio che rompe con la tradizione difensivista del nostro campionato e che sa valorizzare soprattutto le caratteristiche degli esterni.

Il cambio di mentalità

Vincenzo Italiano parla dopo Aston Villa-Bologna

Vincenzo Italiano durante Bologna-Como (1-0) (© Damiano Fiorentini X 1000cuorirossoblù)

L’ex tecnico della Fiorentina ha portato un’idea di calcio più verticale e aggressiva, in cui la costruzione dal basso si accompagna alla ricerca costante della profondità. È un cambio di mentalità che esalta giocatori tecnici e istintivi, come Riccardo Orsolini.

L’esterno marchigiano, oggi più maturo e completo, incarna perfettamente il nuovo spirito rossoblù. Italiano gli chiede di restare alto, di puntare l’uomo, di creare superiorità numerica. È una libertà che in Nazionale raramente viene concessa agli esterni offensivi, spesso costretti a coperture. In un contesto tatticamente rigido come quello azzurro, Orsolini potrebbe essere invece la variabile vincente: un giocatore capace di saltare l’uomo, rompere gli schemi e accendere una manovra che troppo spesso si spegne sul più bello.

Cosa può portare Riccardo Orsolini alla Nazionale italiana?

Due dei quattro autori delle reti per il 4 a 0 contro il Pisa (@Damiano Fiorentini)

Due dei quattro autori delle reti per il 4 a 0 contro il Pisa (@Damiano Fiorentini)

In Italia, l’essere forti nella fase difensiva resta un marchio di fabbrica: è ciò che ti fa vincere le partite in Serie A, dove l’organizzazione e l’equilibrio tattico contano più di tutto. Ma questo stesso sistema, quando si esce dai confini nazionali, diventa un limite. Non è la qualità a mancare, ma l’approccio: un calcio troppo prudente, che in Europa e nel mondo paga meno, perché altrove si gioca a ritmi più alti e con maggiore impronta offensiva.

È qui che entra in gioco il Bologna di Italiano: un calcio propositivo può convivere con solidità e risultati. Portare questa filosofia anche in azzurro significherebbe provare a colmare quel gap con le grandi nazionali europee, abituate a intensità e verticalità diverse.

Orsolini, in questo senso, può diventare un ponte tra due mondi: quello più tradizionale del calcio italiano in cui è cresciuto e quello moderno, più dinamico e verticale che sceglie di insegnare Italiano.

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